jueves, 10 de septiembre de 2015

DOPO ASSAD, IL DILUVIO? L’IMPERO AMERICANO DA CESARE A ROMOLO AUGUSTOLO IN DIECI ANNI

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Antonio de Martini blog 
Tra i tanti commentatori, strateghi, maghi e chiromanti che si occupano della guerra in Siria e della crisi nel vicino e Medio Oriente, mai nessuno che si chieda cosa succederebbe se Bashar el  Assad ed il suo governo dovessero soccombere agli attacchi armati interni ed esterni di cui sono oggetto da oltre quattro anni. Quando nel 1991 il governo USA non era ancora  completamente istupidito dalla ereditarietà del potere, decise – pur vittorioso sul campo di battaglia-  di non sostituire il governo di Saddam 


Hussein,  perché  qualcuno si era posto il quesito di ” cosa succederà dopo” e la risposta non gli era stata ritenuta nell’interesse degli Stati Uniti.

Anni dopo, quando con l’inizio della  decadenza delle istituzioni americane il potere passò a George Bush junior, il figlio decise di seguire le orme del padre e fare meglio: defenestrato  Saddam, lo sostituì con un funzionario pubblico “Made in USA” e – dopo aver sciolto l’esercito-  affidò la guida del nuovo Irak alla maggioranza sciita in omaggio al principio democratico del governo dei più.
Lo sviluppo degli eventi è noto.

Poi fu la volta di altri alleati degli USA , il presidente  tunisino Ben Alì , il presidente  yemenita Salah, il presidente egiziano  Mubarak e il presidente libico Gheddafi.

Dal figlio cretino, il comando dell’impero passò nelle mani di un liberto di colore scelto in condominio con la dinastia Clinton, in attesa che fosse presentabile il figlio Jebb.

Nessuno più si chiese “cosa sarebbe avvenuto dopo” in ossequio del principio che avrebbe deciso il popolo e perché, col potere interno USA in mano a femmine intriganti, schiavi, liberti e militari lascivi, rispondere a domande  che non ti fanno,  serve solo ad accelerare la pensione.

Figuratevi se le domande sul “dopo”  se le siano poste nel caso di un” regime change” in paesi nemici come l’Afganistan o la Siria, dove, comunque, l’intelligence faceva solo fotografie.
Ormai l’importante è diventato favorire il vassallo straniero che offre più visibilità  e vantaggi e individuare chi comanda a Washington.

immaginiamo per un momento che Assad è il suo legittimo governo cedano agli attacchi  sempre più violenti  lanciati dall’interno e dall’esterno e che crollino.
Chi difenderà i cristiani di Siria? Chi impedirà il promesso  massacro dei trecentocinquantamila alauiti di Siria? Chi proteggerà la minoranza Sciita?  Chi si insedierà a Damasco?

Secondo il New York Times del 4 giugno, l’ISIS,( ” sta assumendo i contorni di un movimento politico e sociale”) il più ottimista generale Petraeus propone, per vincere, di allearsi con Al Kaida contro l’ISIS.

Ma come? non era cominciato tutto con una guerra contro al Kaida colpevole di aver demolito le due torri di New York e ucciso tremila americani di un sol colpo?

La base dell’equivoco è che gli alleati islamici ( Sauditi, Emirati, Giordania, Turchia) sono d’accordo con gli USA per combattere l’ISIS in Irak, ma lo sostengono in Siria in odio al regime laico di Assad che vogliono morto. USA in testa.

I più probabili vincitori autoproclamati sarebbero i ribelli di Al Nusra ( un franchising di Al Kaida, protetti e riforniti dai turchi) assieme all’ISIS ed al suo collezionismo di teste mozzate.

Il vincitore dietro le quinte sarebbe la Turchia di Erdogan che otterrebbe il suo spazio geopolitico in Siria e Irak ( Mossul…), quello stesso spazio che la Germania si è ostinata per venti anni a rifiutargli nella UE.

Gli USA in tutta questa confusione fanno la parte del forzuto ubriaco che viene aizzato contro uno o l’altro a piacimento dei furbissimi piccoli e il gigante cieco colpisce senza capire quale sia ( e se esista) il suo interesse.
Vorranno mettere Al Nusra al potere a Damasco ed inserirlo nella NATO? Vorranno gli europei associarsi con degli assassini mozzaorecchie ?

La parte più triste della vicenda è che la sola speranza di un riequilibrio della situazione è riposta nella Russia e l’Iran che soli sembrano rimasti a difendere il mondo dalla Babele che permea di se ogni aspetto della vita associata, dalla moda ai matrimoni tra froci, alla denatalità e al sub appalto dell’utero che le donne scambiano per progresso.

I governanti, seguono le mutevoli folle credendosi “democratici consapevoli”. Si offrono come modelli di buon governo mentre sono solo dei castratori di capponi.

In Congo tra il 1998 e il 2000 sono morti 5.500.000 ( cinque milioni e mezzo ) di esseri umani, ma gli interessi delle compagnie minerarie hanno tenuto la notizia in sordina. In Messico solo lo scorso anno sono morti – nelle guerre tra bande di mercanti di droga 120.000 persone, ma qui gli interessi dei commercianti di droga hanno prevalso e l’industria del divertimento non vuole parlare di sangue.
Naturalmente nessuno è obbligato a credere a quel che predico ormai da tre anni e mezzo.

Può però credere con maggiori probabilità di non essere messo in manicomio se offro la lettura dell’ “autorevole Guardian” giornale dell’establishement britannico che in data 3 giugno racconta l’edificante storia di un agente segreto britannico ( di nazionalità svedese, tale Behrlin Gildo) beccato dalla polizia di Sua Maestà, deferito alla magistratura, riconosciuto colpevole di terrorismo in Siria e liberato “per non imbarazzare l’intelligence service”.

L’articolo che ho pubblicato per intero sulla mia pagina Facebook, basta e avanza a far capire che Britannici, Americani e francesi hanno messo assieme questa orrenda sceneggiata costata centinaia di migliaia di morti, quattro milioni di rifugiati politici, la distruzione dell’agricoltura mesopotamica ( trenta dighe costruite in turchia – coi soldi del FMI e World Bank) che hanno drenato il 50% dell’acqua dell’Eufrate provocando una siccità biblica  che ha scontentato i beneficiari della bonifica governativa e posto le premesse della ribellione.

Chi non fosse pago di quanto nell’articolo del Guardian, può clikkare sul link che troverà all’interno  per leggere del traffico di armi in un articolo di Seymour Hirsch sulla LONDON REVIEW OF BOOKS del 17 aprile 2014 in cui sono esposti i dettagli del traffico di armi dalla Libia alla Siria. Tutte cose che ho rivelato a suo tempo su questo blog.

Con la scusa che “i dittatori” uccidevano centinaia di persone ( mai visto un cadavere) hanno ammazzato un milione di persone in dieci anni e il piccolo Aylan è solo l’ultima vittima. E lo abbiamo visto tutti.

Questo è il mio ultimo post – tanto ai più non importa nulla –  e dopo un moto di colpevolezza andranno al cinema a vedere qualche film che glorifica questi assassini di donne e bambini e tra una strage e l’altra realizzata alla consolle del PC mastica un chewing gum per profumarsi l’alito.

Ecco il link del Guardian: http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jun03/us-isis-syria-iraq

1 comentario:

Anónimo dijo...

Incredibile come si espande l'area critica o antagonista ai dogmi imposti con misure de facto nell'attuale Euravassalla.
Incredibile come arriva a includere settori e individualità assai differenti e con storie molto diverse, come in questo caso l'ammiraglio ANtonio di Martino

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