lunes, 11 de abril de 2016

"Panama Papers": Una coproduzione di Soros-Dipartimento di Stato - Soggetti e interpreti


 ICIJ supporters
"Panama Papers", una coproduzione tra il Dipartimento di Stato USA e George Soros, ovvero tra la fondazione Open Society e USAID. Il Centro per l’Integrità Pubblica (CFPI), autrice dello scoop sostiene di essere un’organizzazione senza scopo di lucro -più o meno come una ONG- però non dichiara chi sono i suoi finanziatori-mecenati, sui quali stende un velo di silenzio. Come dice il proverbio, dimmi chi ti paga e so per chi lavori. I finanziatori del CFPI sono il Fondo per la Democrazia, il Fondo dei fratelli Rockefeller, il Fondo
della famiglia Rockefeller, la Fondazione Carnegie, la Fondazione Ford, la Fondazione MacArthur, l’Open Society Foundations di George Soros, .

Tra i donatori singoli: Paul Volcker, ex-presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti e molti altri personaggi dell’élite aziendale e finanziaria degli Stati Uniti.

Nel Consiglio consultivo vi sono Geoffrey Cowan, direttore di Voice of America, nominato dal presidente Clinton nel 1994, e nel 1994-96 direttore associato dell’United States Information Agency. E’ anche membro del Council on Foreign Relations, il think tank statunitense a cui aderiscono diversi ex-capi della CIA, segretari di Stato e boss dei media, col ruolo di promuovere globalizzazione, libero scambio e altre politiche vantaggiose per il tribalismo finanziario degli USA.

Il Consiglio consultivo comprende anche Hodding Carter III, ex-assistente del segretario di Stato del presidente Carter e poi giornalista dei principali media occidentali come BBC, ABC, CBC, CNN, NBC, PBS, Wall Street Journal, ed attuale presidente della Fondazione Knight. Kathleen Hill Jamieson, preside dell’Annenberg School for Communication, esperta nell’uso dei media per scopi politici, come influenzare le elezioni politiche; e Sonia Jarvis, avvocatessa che lavorò con il presidente Clinton.

 Vi sono anche Harold Koh Hongji, consulente legale del dipartimento di Stato nel 2009-2013, nominato dal presidente Obama, e che nel marzo 2010 intervenne a sostegno della legittimità degli omicidi con i droni. Ben Sherwood, co-presidente di Disney Media, ex-presidente di ABC News e altro membro del Council on Foreign Relations. Paul Volcker non solo è un sostenitore finanziario ma è anche presente nel Consiglio. A parte la posizione di ex-presidente della Federal Reserve (1979-1987), è stato anche presidente del Consiglio consultivo economico degli Stati Uniti, nominato dal Presidente Obama (2009-2011), ex-presidente della Commissione Trilaterale, ha lavorato per la Chase Manhattan Bank ed è molto vicino alla famiglia Rockefeller.

Ci sono anche Christiane Amanpour, a capo della propaganda di guerra della CNN, dove pochi giorni prima era apparsa recitando una farsa d’intervista a un membro dello staff del ICIJ sui Panama Papers, facendo finta di non saperne nulla; il suo nome non compare sul sito del CFPI ma appare nell’ultimo rapporto annuale dell’organizzazione, del 2014-15.

Il Consiglio di Amministrazione comprende Peter Beale, ex-capo di CNN.com, ex-agente di Reuters, redattore del Times di Londra e direttore editoriale di Microsoft; così come Arianna Huffington, presidentessa del Post Media, e Bill Kovach, giornalista del New York Times, per citare solo alcune delle figure istituzionali presenti.

Povero Panama a cui è stato assestato un colpo mortale per la sua credibilità bancaria. Chi mai vorrà più trasferirvi il malloppo o il maltolto se rischia di finire sulla stampa scandalistica di mezzo mondo? Dopo la fallita scalata contro la FIFA, e dopo aver domato le banche svizzere imponendo la fine del segreto bancario, ora è stata portata a termine una manovra di ampio raggio. Per accelerare l'afflusso di masse finanziarie denominate in dollari verso gli Stati Uniti. Avviene dopo la botta che ha fatto stramazzare i paradisi fiscali concorrenti dei Caraibi. Ora, l'unico paradiso sicuro e garantito si chiama USA, in particolare Nevada e Delaware.

A Panama è stata consumata un'altra battaglia della guerra economica in pieno svolgimento che -oltre a inviare avvertenze mafiose a personaggi scomodi o da ricattare- tende a forzare il ritorno del dollaro al riparo della bandiera a stelle e strisce. Siamo ben lungi dal ventivato moralismo calvinista o da un'operazione simpatia per migliorare l'immagine neoliberista. Si tratta di induzione forzata di un esodo di società-bidone, associazioni di malaffare e cartelli raggrumati del crimine in cerca di nuove apparenze.

Un ulteriore sintomo che denota l'avvicinarsi di una svalutazione consistente del biglietto verde, e del vantaggio e necessità di inserire i valori transumati sotto la voce "debito interno"-

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