Testo della petizione
Impedisca
l’inclusione della ricerca per l’industria bellica nel nuovo budget
dell’UE. Nessuna sovvenzione europea dovrebbe andare alla tecnologia
militare. I finanziamenti per la ricerca dovrebbero essere destinati a
progetti che sviluppano modi non violenti per prevenire e risolvere i
conflitti ed in particolare per affrontare le cause alla radice
dell’instabilità.►Firma la petizione
Ma la Commissione europea, sotto la forte pressione dell’industria bellica, sta ora progettando di stanziare migliaia di milioni di euro di denaro pubblico per sviluppare una tecnologia militare avanzata per la prima volta da quando esiste l’Unione [1].
Anche se viene presentata come una misura di ‘difesa’, la verità è che lo scopo di questi sussidi è di preservare la competitività dell’industria bellica e la sua capacità di esportare all’estero, anche in paesi che contribuiscono all’instabilità e che prendono parte a conflitti letali, come l’Arabia Saudita [2].
Mercoledì 26 ottobre, i membri del Parlamento europeo voteranno per concedere o negare i soldi dell’UE all’industria bellica. È una questione molto controversa e molti, ancora indecisi, saranno più aperti ad ascoltare te, il loro elettorato, e questo significa che possiamo influenzare il voto. Per avere il massimo impatto consegneremo presto la petizione, ma questo ci dà solo due giorni per raccogliere più firme possibili.
Dopo diversi anni di lavoro costante dietro le quinte, la lobby dell’industria bellica ha raccolto il sostegno di alcuni paesi europei e funzionari delle istituzioni per essere aiutata a perorare la causa per i sussidi pubblici sotto forma di ‘ricerca’.
La Commissione europea ha fatto il primo passo e consigliato che il nuovo budget dell’UE includa dei sussidi per l’innovazione delle armi. Questo è solo l’inizio, l’obiettivo a lungo termine è di istituire un programma dal valore di 3,5 miliardi di euro. Questo si tradurrà necessariamente in tagli drastici a scapito di altre priorità di spesa, dal momento che un aumento in un’area significa un taglio in un’altra.
Ma abbiamo ancora una possibilità per evitare che i contribuenti europei paghino per alimentare dei conflitti letali. Diciamo ai membri del Parlamento europeo che vogliamo che votino per la pace e non per sovvenzionare le armi.
In partenariato con la Rete europea contro il commercio delle armi (ENAAT)
Fonti
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