Chi dormirà male sarà certamente John Kerry , il segretario di Stato che ha condotto negoziati e guerra nell’ultimo quadriennio riuscendo a inanellare la serie di fiaschi
più notevoli degli ultimi cento anni della politica americana nel mondo.
Che la situazione fosse facilmente analizzabile, è dimostrato dai numerosi miei post che hanno seguito la situazione siriana fin dal 2011. Solo, senza mezzi particolari ho potuto spiegare ai lettori che:
a) la Siria era il paese chiave del Levante e tentare di scardinarlo avrebbe aperto il vaso di Pandora.
b) che affrontare la Siria avrebbe significato affrontare tutti i problemi della vecchia questione d’Oriente che giacciono irrisolti da un secolo.
c) che la strategia siriana di presidiare le aree popolate invece che tutto il territorio avrebbe consentito la resistenza indefinita col minimo sforzo.
d) che gli USA avrebbero potuto vincere solo sbarcando direttamente e in forze e che non avrebbero osato farlo.
e) che le minacce di bombardare la Siria erano un bluff dato il pericolo rappresentato dalla contraerea fornita dai russi.
f) che l’accusa al governo siriano di usare i gas era falsa ( come poi confermato dalla CPI) e riconfermato dalla accettazione siriana di annullare il proprio arsenale NBC.
g) che Assad godeva dell’appoggio della maggioranza dei siriani avendo costituito un cartello delle minoranze di ogni religione più numerosi sunniti amanti dell’ordine, mentre il nucleo avversario era costituito da mercenari reclutati in Libia, Tunisia e Marocco,su autorizzazione della Signora Clinton e finanziamenti del Pentagono e della CIA.
h) che volontari cristiani libanesi si erano schierati a favore di Assad assieme a Hezbollah ed ai volontari iraniani..
i) che il peso morale e geopolitico combinato del Vaticano e della Chiesa ortodossa avrebbero costretto i fautori della industria militare a mollare l’Osso.
j) che il coinvolgimento dei curdi nella guerra avrebbe provocato grattacapi coi turchi e incomprensioni tra Turchi e gli Israeliani che sono i principali sponsors di questa etnia ribelle contra omnes per definizione fin dalla prima guerra mondiale.
John Kerry non ha capito ne imparato nulla, mentre il suo collega russo Lavrov gli ha fatto fare ripetutamente la figura del merlo offrendogli la possibilità di fare, se proprio voleva, la guerra per l’Ucraina. Penosa la decisione di ricorrere alle Sanzioni, ossia di far pagare il conto agli europei.
Un peccato che oltre alla Francia – che colleziona sconfitte politiche e militari dal giugno 1940 ( Francia, Indocina, Tunisia, Algeria, Tchad,)- anche l’Italia si sia servilmente aggiogata al carro di questi dirigenti incapaci dilapidando il patrimonio di amicizie e credibilità accumulato in ottanta anni dai governi che si sono succeduti con una attenta e competente politica araba e africana.
Con questa sequela di errori, gli USA sono passati progressivamente da coalizioni attive di oltre 35 stati ( 1991) all’isolamento politico, morale e militare, la cui ultima rappresentazione è stata la rottura con Israele in sede ONU di ieri. Anche Francia e Inghilterra si sono rifiutate di astenersi assieme agli USA e hanno partecipato alla mozioni di condanna degli insediamenti israeliani ( ma di capitali USA) nelle zone di Palestina occupate dal 1967 e non evacuate ad onta di ben tre solenni risoluzioni delle Nazioni Unite.
Bilancio: gli ultimi quattro presidenti USA – deve essere chiaro a tutti che non è colpa del solo Obama – hanno bombardato diciannove paesi mussulmani provocando un milione e mezzo di morti dirette da bombardamenti, mezzo milione di bambini falciati dalle sanzioni che hanno provocato morti per fame e mancanza di medicinali. Le perdite sono state contenute in circa seimila soldati USA e tremila alleati. Militarmente il prezzo non è caro, ma politicamente è devastante. (fonte:ICH americana)
L’arrivo di Donald Trump al potere il 20 gennaio rischia di smuovere le acque e provocare qualche altro Tsunami. Per la direzione del tornado e limitandosi al solo teatro Levante-Nord Africa, ha l’imbarazzo della scelta:
- Turchia e Russia, rafforzate anche dal recente assassinio dell’ambasciatore di Mosca ( e dall’interesse di Teheran a indebolire i curdi che ha anch’essa in casa) stanno di fatto organizzando una intesa antiterrorismo cui lo stesso Israele è tentato di collaborare.
- La partita siriana non è chiusa. I ribelli non hanno più la carta di Aleppo da giocare al tavolo del negoziato e questo potrebbe essere un incentivo a proseguire la lotta con altri mezzi ( il terrorismo) e in altri luoghi ( Europa).
- l’eta è le condizioni di salute dell’ultraottantenne re saudita lasciano trasparire una lotta per la successione che potrebbe incendiare quel lembo di penisola araba ancora formalmente indenne ( Giordania e Arabia Saudita).
- tra le grandi operazioni incompiute notiamo appena Irak e Yemen : due vicini dell’Arabia Saudita che sono in guerra non dichiarata con i wahabiti.
- I resti dell’ISIS che è stata largamente beneficata dall’Amministrazione Obama e che certo non vedrà di buon occhio l’abbandono, come l’Europa non vedrà di buon occhio la prosecuzione del rapporto incestuoso..
- All’attivo della finita amministrazione c’è l’ambiguo successo della elezione – dopo oltre due anni di stallo- del nuovo presidente del Libano nella persona del generale Michel Aoun. Era il candidato della Siria…..
- La Libia la lascio al buon cuore del lettore e al ricordo dell’ambasciatore Stevens trucidato durante una gita di piacere fatta passare per ispezione. Gli americani, fedeli al detto di Troisi ( che “fanno le guerre per potere fare i film”) hanno prodotto un film che gira su Sky in questi giorni. L’avevo registrato per trasmettervi il titolo, ma mia moglie me lo ha cancellato giudicandolo una bojata. Fonte: CorrieredellaCollera qui
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