Coriolanis J.M.Santos, presidente della Colombia, fresco di un premio Nobel per la Pace, attribuitogli per firmare l'accordo per porre termine alle ostilità militari con la guerriglia della FARC-EP, ha appena tirato fuori dal cassetto il suo vecchio progetto di aderire alla NATO.
Un passo di eccezionale gravità, le cui conseguenze sono di difficile previsione, visto che aprirebbe le porte ad una organizzazione militare in crisi, però aggressiva e con carattere nucleare, utilizzata dagli Stati Uniti come scudo per tutte le guerre camuffate combattute negli ultimi trenta anni in giro per il mondo.
L'oligarchia colombiana, che ha già concesso ben sette basi militari agli USA,
è notoriamente priva di scrupoli e sfida l'insieme dell'America latina schierata a favore del bene strategico più prezioso: difendere il continente a sud del Rio Bravo come territorio denuclearizzato e zona di pace.
Non fa parte degli interessi delle neocoloniali oligarchie autoctone, supine al globalismo depredatore, mantenere gli USA lontano dall'Amazzonia, dalla sua biodiversità, dalle riserve di materie prime, idriche e alimentari. Sono alleati di un modello di sviluppo che ha esaurito in meno di quattro secoli tutte le risorse, di cui ora sono famelici. E le ricercano con avventurose partite di "caccia grossa", nei consueti costumi di scena "umanitaristi" della NATO, ormai inidonei a mascherarne l'essenza di globalismo bellico.
E' sufficiente uno sguardo alla mappa per rendersi conto che l'obiettivo è l'accerchiamento del Venezuela e l'intensificazione della pratica di "accerchiare-asfissiare" a più riprese dibattuta nel "Comando sur" ed enunciata dalla IV Flotta. L'ossificata cerchia dominante che ha da sempre in mano il destino della Colombia -sequenza di immutabili cognomi e casate, di cui J.M.Santos è sperimentato esemplare- è nemica di ogni evoluzione e qualsivoglia Stato sociale. Storicamente vede il Venezuela come un focolaio di infezione.
Chi e' Santos? Qualcosa di molto diverso da quel che il cognome insinua. E' stato ministro della difesa del narco-governo di Uribe, nell'epoca più cruenta delle fosse comuni. dei raccolti record di foglia di coca (qui) ed elevati PIL della parallela economia criminale. Indimenticabili le migliaia giovani delle periferie urbane sequestrati dai militari, poi ritrovati assassinati e vestiti da guerriglieri. Per tal ragione incassavano taglie e acceleravano la carriera.
Santos crede di essersi rifatto una verginità, si vanagloria del Nobel, però sa molto sul dramma dei milioni di "rifugiati interni", trasformati in profughi per espropiarli delle terre ora appartenenti a multinazionali minerarie o latifondisti mafiosi. Sa molto, però tace, e poco ha fatto dopo l'accordo con gli ex guerriglieri per garantire la loro incolumità e quella dei dirigenti dei movimenti sociali di base. C'è il rischio tangibile della deriva e che si inceppi la sbandierata metamorfosi a partito politico legale. Come già accadde in passato con la Uniòn Patriotica, quando vennero massacrati tutti i militanti tornati alla vita civile,
L'elite di Bogotà è disponibile a impalpabili concessioni, solo simboliche: vuole conservare il maltolto, legalizzare e convivere con la narco-economia, garantire l'immunità de facto a tutti gli uomini di mano e di coltello di cui si sono serviti. Tutti gli altri, da lì in giù, devono accontentarsi di uno status quo che prevede la diminuzione dei fatti di sangue a cambio della passività e della subordinazione totale. All'oligarchia, alle multinazionali e agli USA e a Israele.
A tal fine, non li rassicura nè bastano le 7 basi militari concesse dal narco-presidente Uribe agli USA, e sollecitano l'arrivo della NATO per una sedicente "lotta al crimine". Quando non è il terrorismo, avanti il "crimine".. Bogotà punta su questo pretesto strumentale per invocare il "fattore esterno", e far passare in secondo piano le misure coraggiose da adottare per consolidare concretamente il processo della post-guerra civile. Non va dimenticato che la Colombia ha il bilancio militare più alto della regione, maggiore di quello del Brasile! v
J.M.Santos vorrebbe sacrificare ulteriori risorse economiche per adeguarsi agli standard della NATO, cioè fare una nuova spesa nel bazar della militar-tecnologia USA. La sua filigrana prioritariamente antipopolare si impone, pertanto manovra contro gli interessi dei vicini e dell'assetto regionale. Pur di salvare il "partito della guerra interna", cieca e permanente, non esita a rifugiarsi sotto le bandiere scolorite della NATO.
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