miércoles, 16 de mayo de 2018

ISRAELE: REPRESSIONE ESECRABILE CONTRO PALESTINESI DISARMATI


Coriolanis Una sessantina di esseri umani, di nazionalitá palestinese, sono stati sacrificati dal fuoco incrociato di cecchini e francotiratori appostati a ridosso della linea di frontiera di Israele. Gli uomini, donne, giovani e adolescenti del lato Palestinese erano disarmati, e sono stati impallinati al pari di alcune migliaia rimasti feriti, soprattutto agli arti inferiori. Reparti militari specializzati hanno fatto fuoco a
mansalva contro civili disarmati. Militari -senza onore- che han dimostrato non la perizia dei guerrieri biblici, bensí una professionalitá piú consona ai sicari.

Priva d'onore e cinica pure l'ambasciatrice degli Stati Uniti presso l'ONU che ha lodato l'esemplare "moderazione" della reazione di Israele all'intento di vulnerare le sue frontiere de facto. Inqualificabili i governi di quei Paesi, governi, padroni dei media, che non hanno avuto neppure la dignitá e coraggio di convocare gli ambasciatori di Israele, per una protesta verbale, o che hanno occultato e tentano di minimizzare fatti esecrabili.


 Che scriverebbero se le polizie dell'Europa reagissero allo stessa maniera dei "biblici
 guerrieri" per impedire alle pre-fabbricate ondate migratorie di forzare le loro frontiere? E quale sarebbe l'eloquio indignato di quei politici svalutati ora rinchiusi in un mutismo servile? 


Piú di 60 morti e varie migliaia di feriti dei figli della Palestina indomita ed eroica, abbinato alla solare omertá venuta a galla in queste giornate, ci dicono che per i Palestinesi il cammino sará purtroppo ancora lungo. Lungo e sanguinoso. Per loro non é prevista soluzione diversa dall'estinguersi nel piú grande centro di concentramento a cielo aperto denominato Gaza.


Né la rivendicazioe delle frontiere esistenti nel 1967, né 1 territorio 1 Stato, neppure 1 nazione con 2 Stati appaiono piú mete credibili. Il gruppo dirigente dominante in Israele e il partito sionista internazionale, agiscono apertamente per l'estinzione progressiva dei Palestinesi di Gaza. E per un nuovo esodo, graduale ma inesorabilmente massivo, di tutti gli altri Palestinesi dispersi nei territori sotto assedio. 


Il pieno controllo esercitato sul governo di Washington garantisce la continuitá dell'ormai esplicita meta strategica. Al Pentagono e Wallstreet é indispensabile il concubinaggio con Telaviv, come garante del bellicismo permanente in Medioriente.


La pace globale é vincolata alla soluzione della "questione" Palestinese, e questa ormai é concepibile solo nel contesto di una sola nazione, con un unico territorio, avente 1 unico Stato, dove convivano due popoli, fianco a fianco. Questo implica un capovolgimento rivoluzionario di prospettiva, per tornare alla quotidianitá e ai valori condivisi dalla popolazione nativa ebrea e araba, esistita fino al 1948. 



Significherebbe la fine dei fondamentalismi, del supramazismo, della segregazione e dello Stato religioso. Fine di una colonizzazione feroce che l'avanzato livello di colpevolizzazione storica, impedisce che dalle capitali europea venga contrastata, identificata o persino designata come tale. Pietá l'é morta..

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