martes, 3 de septiembre de 2019

L'Amazzonia brucia, Petrobrás svenduta alle multinazionali: è la fine della sovranità del Brasile.

Distruzione delle foreste, dramma che spiana la strada all'eliminazione della sovranità nazionale. E' un crimine contro il paese e il popolo ordito dal governo Bolsonaro

Dilma Roussef L'abbattimento di alberi e gli incendi, grazie all'incompetenza complice del governo, rappresentano un'aggressione alla sovranità nazionale grave quanto la vendita di società pubbliche strategiche del Brasile, come la Petrobras, prevista per il 2022. Il disastro ambientale e la privatizzazione sono pericolosi,
perché mentre alcune decisioni economiche possono essere riviste e revocate, l'estinzione della più grande foresta tropicale del mondo e la vendita della settima compagnia petrolifera più grande del mondo sono irreversibili.

Non a caso, lo stesso giorno, il governo neofascista ha accusato le organizzazioni sociali che difendono l'Amazzonia di essere le responsabili degli incendi boschivi e ha annunciato la privatizzazione di 17 aziende pubbliche, brandendo anche la vendita di Petrobras, la più grande azienda brasiliana. Si tratta di un progetto per distruggere il Brasile, le sue imprese e le sue risorse naturali.

La difesa dell'Amazzonia è diventata una questione urgente, che deve essere affrontata ora, immediatamente, prima che sia troppo tardi. In un anno, più di 72.000 incendi sono stati registrati nella regione ecologicamente più ricca del Brasile. Solo questa settimana ci sono stati 68 grandi incendi nelle aree indigene e nelle unità di conservazione, documentati da immagini satellitari, con un aumento del 70% rispetto all'anno scorso.

Non è un caso che scoppiano grandi incendi nelle zone indigene e nelle zone di protezione ambientale. Non a caso, inoltre, gli incendi colpiscono le zone più colpite dalla deforestazione. Questo è il risultato della disastrosa politica ambientale del governo, che ha posto fine alle ispezioni, della posizione di Bolsonaro contro l'esistenza di riserve indigene, della tolleranza per accaparramento illegale delle terre e della difesa delle miniere su terreni che dovrebbero essere protetti. Bolsonaro incarna la distruzione e la morte. Quando fa le sue atroci dichiarazioni sull'ambiente, permette che venga distrutto da accaparratori, invasori, contrabbandieri e tutti i tipi di criminali approfittatori.

Le follie pronunciate giorno dopo giorno da Bolsonaro fanno perdere al Brasile più di 283 miliardi di real brasiliani (62 miliardi di euro) del Fondo Amazon, sospeso da Norvegia e Germania, perché questi paesi non hanno fiducia nel governo. Il Brasile sta perdendo credibilità agli occhi della comunità internazionale, perdendo la sua ricchezza ecologica, per il suo popolo e per il mondo intero, perdendo le sue società pubbliche a favore di investitori stranieri, ed è probabile che perda quote significative del mercato delle esportazioni.

Bolsonaro mente quando dice che il suo governo partecipa alla difesa dell'ambiente. Sostiene vecchi dati e risultati che non sono suoi. Fino al luglio di quest'anno, la deforestazione è aumentata del 278% rispetto all'anno scorso. Era già aumentata sotto il governo che mi ha sostituito nel 2016 con un colpo di stato che mi ha cacciato dalla carica in cui ero stata eletta, senza commettere alcun reato. Ed è diventata praticamente incontrollabile dall'investitura di Bolsonaro.

Non è stato così quando il Brasile aveva governi progressisti e popolari. Il governo di Lula e il mio hanno ridotto la deforestazione in Amazzonia dell'82%. I nostri sforzi sono stati riconosciuti dalle Nazioni Unite nel 2014 come un esempio da seguire per il mondo intero. "I cambiamenti che si sono verificati nell'Amazzonia brasiliana nell'ultimo decennio, contribuendo a ritardare il riscaldamento globale, sono senza precedenti", è scritto nel rapporto delle Nazioni Unite.

La difesa dell'Amazzonia è una questione fondamentale. In questo momento, il cuore del pianeta brucia e sanguina. Deve essere protetto dai suoi nemici, tra i quali, per quanto possa sembrare sorprendente, si trova l'attuale governo brasiliano. Per questo motivo dobbiamo scendere in piazza per partecipare alle manifestazioni previste per domani pomeriggio (23 agosto) a San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia e in altre città del Brasile e del mondo.

Difendere l'Amazzonia significa difendere la sovranità nazionale.
Lottare per la sovranità è lottare per l'Amazzonia.


Dilma Rousseff 

A soberania queima junto com a Amazônia e a venda da Petrobrás


Traduzione di Alba Canelli per TLAXCALA

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