BRUNO GUIGUE Democrazie occidentali decomposte, sull’orlo di un’implosione sanitaria, incapaci di affrontare l’epidemia quando siamo solo all’inizio. Democrazie occidentali i cui versatili leader ci hanno detto a gennaio che non c’era problema, a febbraio che era solo una brutta influenza, e all’inizio di marzo che era necessario andare a votare e ragrupparci insieme sulle terrazze dei bistrot.
I leader occidentali che contano
sull’immunità collettiva sinonimo dello sterminio dei nostri anziani per
porre fine all’epidemia, ma che stanno attenti a non dirlo e invocano
una guerra che hanno già perso perchè non vogliono vincerla.
Incompetenti e corrotti venduti a Big Pharma, sono riluttanti ad ammettere risultati che sembrano dimostrare il loro valore e che meritano di essere testati in modo massiccio; che si tratti di confinamento, screening o trattamento, indecisione e cacofonia, dà l’impressione che non ci sia un pilota sull’aereo.
Incompetenti e corrotti venduti a Big Pharma, sono riluttanti ad ammettere risultati che sembrano dimostrare il loro valore e che meritano di essere testati in modo massiccio; che si tratti di confinamento, screening o trattamento, indecisione e cacofonia, dà l’impressione che non ci sia un pilota sull’aereo.
Sotto i riflettori di curiosi dottori che,
non riuscendo ad andare in primo piano in camice bianco, trascorrono il
loro tempo a perire sui televisori in compagnia di giornalisti furfanti
la cui malvagità traspare alla minima parola; lontano dai riflettori,
d’altra parte, il personale infermieristico che lotta eroicamente con il
disprezzo di questa classe dirigente che ha richiesto lo smantellamento
degli ospedali pubblici per aumentare i suoi profitti.
Un sistema sanitario che era l’orgoglio
della nazione e che è stato sacrificato sull’altare del capitale con
riforme neoliberiste. Una sicurezza sociale esemplare creata dai
comunisti nel 1945, che salvò milioni di vite, ma che l’oligarchia ha
smantellato a spese della sanità pubblica. Un massiccio abbandono delle
popolazioni alla logica del profitto individuale, oggi, quando è
necessario mobilitare lo spirito di solidarietà e cogliere fermamente la
ricchezza dove si trova.
Un palese fallimento, una massiccia
trascuratezza delle cosiddette democrazie di fronte alle sfide che
questa pandemia, che non è la prima e che non sarà l’ultima, ci ha
presentato. Il disarmo unilaterale delle popolazioni più vulnerabili di
fronte alla malattia orchestrato dai governi che hanno consegnato il
popolo francese ai loro peggiori nemici, che lo offrirono come un
pascolo a un’oligarchia che avrebbe venduto pure la propria madre per
addensare il portafoglio con l’obiettivo illusorio di riempire
un’esistenza vuota e immersa, come direbbe Marx, “nelle gelide acque del
calcolo egoistico”.
Dall’altra parte del mondo, i cinesi
vengono diffamati inesorabilmente dai nostri media, spudoratamente
calunniati dai leader degli Stati Uniti, mentre hanno fatto di tutto per
arginare l’epidemia, in due mesi, sotto l’egida di uno stato per il
quale la salute pubblica è una priorità nazionale e la solidarietà è
qualcosa di diverso dagli slogan da campagna elettorale sponsorizzati da
banchieri d’affari. Potenze asiatiche che riescono a arginare il male
mobilitando mezzi colossali, appoggiandosi a valori collettivi che non
hanno subito lì come da noi la laminazione neoliberista. Inoltre un
enorme paese, la Russia, che è riuscito a contenere la diffusione
dell’epidemia sul suolo nazionale.
Equipe mediche cinesi, cubane e venezuelane che volano in soccorso dell’Italia, un paese europeo tradito dai suoi partner; un’Unione europea la cui inutilità è brevettata, patetica impotenza, fatiscente esposta agli occhi di tutti in questa incapacità di usare il minimo meccanismo di solidarietà. Medici cubani autorizzati ad intervenire in Martinica, un vero e proprio furto per un grande potere capitalista costretto a chiamare in soccorso l’unico stato socialista dei Caraibi.
Questo stesso paese, Cuba, che contiene
l’epidemia mobilitando un sistema sanitario esemplare, elogiato dall’OMS
e che vale per il popolo cubano un’aspettativa di vita di 80 anni, ora
maggiore di quella degli Stati Uniti; il successo indiscutibile, quindi,
dei paesi con uno stato forte, sovrano e preoccupato per la salute
pubblica. Stati pronti a concordare di rallentare la crescita, se
necessario, per salvare vite umane; mentre i leader occidentali fanno la
scelta opposta, a rischio di sacrificare sia l’economia che la salute,
in definitiva, lasciando peggiorare la situazione.
Una formidabile lezione dalle questioni
amministrate al popolo, una magistrale lezione politica, infine, sulle
virtù comparative delle cosiddette democrazie che lo abbandonano al loro
destino e di quelle che vengono chiamate “dittature” che fanno di tutto
per salvarle da una morte annunciata. Una lezione sulla superiorità del
socialismo cinese o cubano e per dire la verità del vero progressismo,
su regimi che hanno solo i diritti umani in bocca, ma che agiscono come
se la pandemia fosse l’effetto delle leggi naturali mentre hanno gli
occhi inchiodati sui prezzi del mercato azionario e l’ecatombe continua.
Traduzione di Mondo Informazione Geopolitica QUI
No hay comentarios:
Publicar un comentario