Condivido l'analisi fatta sul referendum.
Mi sorgono spontanee alcune riflessioni:quando si pensava che Chavez avrebbe vinto il referendum, la stampa e gli altri media italiani, endebbed di quelli USA, dichiaravano che, se avessero vinto i SI, si sarebbe passati da una "dittatura di fatto" ad una "tirannide" (cfr. Corriere on line di ieri 2 dic.Oggi viene riferito che Chavez ha subito riconosciuto la sconfitta. Come si sarebbero comportati gli oppositori a risultato invertito? Qualcuno crede che non avrebbe gridato ai brogli?
Ricordiamo che in Italia, alle ultime elezioni, per mesi il leader del centrodestra ha gridato ai brogli per la sua sconfitta; che le elezioni che dettero il primo mandato a Bush, non dettero mai una risposta certa su quanto avvenne.
Altra riflessione: le televisioni mandarono immagini dell'opposizione a Chavez che dimostrava liberamente in piazza; è questo simbolo di "dittatura di fatto"? Lo è, forse, il fatto che l'opposizione, secondo notizie di stampa, alla dichiarazione di vittoria è subito scesa in piazza afesteggiare?
Ma la nostra stampa, le nostre televisioni, di destra o di sinistra, preferiscono glissare su ciò, viva la nostra democrazia!Siamo coscienti che Hugo Chavez e Evo Morales sono tra i pochi leader che riescono, dopo secoli, a far sentire orgogliosi i cittadini indigeni dell'America?
Il nostro eurocentrismo è ancora così forte da costringerci a denigrare chi intende liberare gli indigeni dalla sudditanza ai bianchi? Si potrebbe continuare, ma non voglio tediare i lettori, comunque invidio un paese in cui un presidente sceglie di indire un referendum quando le leggi incidono sulla vita pubblica.
Da noi, in Italia, se migliaia di cittadini dimostrano contro il Dal Molin, il primo ministro del centrosinistra, dichiara che la decisione è presa e non si torna indietro: si svende il territorio nazionale ad una potenza che ha invaso Afghanistan e Iraq e si appresta, temo ad invadere l'Iran e al diavolo l'articolo 11 della Costituzione
P.F
seguono firme
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