italiano-español
Il rifiuto del Brasile a concedere l'estradizione di Cesare Battisti ha sollevato un gran scalpore mediatico in Italia, a cui prendono parte -oltre alla Franesina- anche gli animatori e i fantasisti di quasi tutte le sponde radio-televisive. E' un fatto ma e' necessario chiedersi perche'. Il Brasile ha preso la medesima decisione che adotto' la Francia nel passato, dove Cesare Battisti -e qualche altro centinaio di italiani- visse per ben 11 anni.
Con il governo francese, la Farnesina non alzo' mai i toni e mantenne la questione sul piano dell'ortodossia diplomatica. Il "pressing" totale sulle autorita' brasiliane, pertanto, e' di difficile comprensione.
Soprattutto quando motivano la loro decisione, asserendo che nelle carte processuali arrivate dall'Italia, e' chiaramente specificato che Battisti venne condannato per "associazione sovversiva". Per il Brasile, questo e' un reato inequivocabilmente politico o sottintende la natura sociale dei reati addossati a Battisti durante la sua latitanza.
L'altro punto nodale messo in risalto a Brasilia, e' che i reati ccontestati risalgono al periodo 1977-1979, quando in Italia era in atto un forte scontro sociale e vennero adottatate "norme giuridiche di emergenza". Queste norme ridussero il pieno diritto alla "difesa ampia" dell'imputato.
Questi sono i due punti nodali che -in base allo Statuto del Rifugiato e la Legge 9.474- permettono alle autorita' brasiliane di rifiutare estradizioni e concedere l'asilo umanitario. La polemica di questi giorni elude queste due argomentazioni, e fa sfoggio della tipica arroganza di chi strilla piu' forte.
Sullo sfondo, pero', rimane la contraddizione insanabile di due scelte diverse per lo stesso imputato e per lo stesso caso: una con la Francia, l'altra con il Brasile. Dipende dalla diversa statura geopolitica dei due Paesi? Sarebbe un errore di forma e di sostanza. L'economia brasiliana e' piu' grande di quelle di vari dei Paesi del G8, che rimangono tali solo perche' ignorano la realta' della Cina e dell'India. La scelta "non diplomatica" di Roma, e' controproducente perche' tocca il nervo della "sovranita' nazionale", a cui Brasilia e' molto sensibile e orgogliosa.
español
Agencia do Planalto
El Ministro de la Justicia, Tarso Genro, negó el pedido de extradición del escritor italiano Cesare Battisti. La decisión fue hecha pública la noche del martes pasado, día trece. Italia condenó el escritor a la pena de prisión perpetua. En el pedido de extradición, Italia lo acusa de cuatro homicidios que habría acometido entre 1977 y 1979.
Hoy, con cincuenta y dos años, el exguerrillero se encuentra encarcelado en la Penitenciaría de Brasilia, capital del país, desde el dieciocho de marzo de 2007. De acuerdo con la nota, el ministro Tarso Genro se decidió por la concesión de refugio porque Italia reconoce la connotación política de la prisión de Battisti. En la sentencia consta que el italiano cometió un crimen de asociación subversiva.
Tarso Genro alega que los homicidios imputados a Battisti ocurrieron en un período en el cual el Estado Italiano había creado normas jurídicas de excepción. Así el exmiembro del PAC no habría tenido el amplio derecho a la defensa. La decisión del ministro toma por base el Estatuto de los Refugiados y la Ley 9.474.
En ambos, el refugio “fundado en temor de persecución por motivos de raza u opinión política” está respaldado. El secretario general del Ministerio de las Relaciones Exteriores de Italia, Giampiero Massolo, dijo estar perplejo con la decisión brasileña. http://www.radioagencianp.com.br/
De San Pablo, Brasil, de la Radioagencia NP, Augusto Juncal.
1 comentario:
Via, con tutto il rispetto e senza voler assolutamente difendere Frattini o il governo italiano (per carità!), queste argomentazioni mi paiona da azzeccagarbugli, inconsistenti e non prendono in esame l'essenza della questione. Battisti è un assissono che ha ucciso anche per rapina, punto e basta. Il resto sono speculazioni ideologiche che non rendono giustizia a nessuno, tantomeno alle sacrosante cause sociali
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