Settimana scorsa, l'apparato neocon che ha in pugno la politica estera e militare degli Stati Uniti -immutato nell'ultimo decennio, su cui Obama non ha controllo alcuno- ha diramato tre bolle di scomunica contro il resto del mondo. Esclusa l'Europa, Israele e Colombia. In nome dei diritti umani e della guerra alla droga, la CIA e il Dipartimento di Stato, hanno scaricato le batterie della propaganda ad alzo zero, però con proiettili dalla polvere bagnata.
Il governo argentino ha convocato l'ambasciatore degli Stati Uniti per chiedergli conto delle sventate dichiarazioni del nuovo capo della CIA che -mettendosi i panni dell'economista- asserì che vedeva maggiormente "destabilizzati" dalla crisi l'Argentina e il Venezuela. Thomas Shanon ha dovuto dire fuori dai denti che "quel che ha detto il capo della CIA non rispecchia l'opinione del governo degli Stati Uniti"
Contro Caracas, hanno usato anche l'accusa della non collaborazione nella lotta antinarcotici. Washington è incapace di diminuire il consumo interno di cocaina, si svena con i finanziamenti militari alla Colombia, dove non diminuiscono le piantagioni di coca nè i laboratori per la raffinazione ma la... responsabilità ricade sul Venezuela e su altri.
Elogiano il governo di Uribe per i risultati eccelenti ottenuti contro i narcos. Diventa francamente incomprensibile la logica capovolta di Washington: com'è possibile che aumenta il transito della coca sul territorio venezuelano se in Colombia la produzione sarebbe -a loro dire- diminuita? E' un mistero, dovrebbero spiegarsi meglio.
La "maggiore collaborazione" richiesta al governo di Caracas dovrebbe basarsi sull'autorizzazione ad agenti nordamericani a poter operare liberamente ed ispezionare i containers nelle istallazioni marittime di Puerto Cabello. E' come autorizzarli ad agire nel porto di Genova o Marsiglia.
Insomma, vorrebbero controllare tutto le esportazioni del maggior porto venezuelano, rotte aeeree e marittime: ci fanno o ci sono?
Perchè non autorizzano, invece, un piano di aiuti che consenta agli agenti argentini, venezuelani, boliviani ed ecuadoriani di svolgere analoghe funzioni nei porti di New York e della Florida?
Che Washington non riesca più a vincere le guerre è una cosa, ma com'è che è incapace di scendere di qualche posto nella classifica di maggior consumatore mondiale? Nessun fabbricante, di qualsivoglia merce, insisterebbe a produrre se non vi fosse una domanda pressante: il narco-imprenditore non è masochista.
C'è qualcosa che non va nella ferrea alleanza tra il primo produttore mondiale ed il primo consumatore di coca. Non c'è in vista nessun cambiamento nell'alleanza di ferro tra Colombia e Stati Uniti, e neppure nell'approcio all'America latina.
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