di prima necessità
Le fabbriche che impacchettano e commercializzano il riso sono da ieri sotto la vigilanza degli ispettori del ministero dell'agricoltura. Perchè? Per evitare che continuino ad aggirare il prezzo che è regolamentato, come per altri beni di prima necessità. Gli industriali -tra cui Cargill- aumentavano a dismisura la produzione di riso arricchito con qualche vitamina o aroma, e diminuivano progressivamente la distribuzione del riso normale, che è il cereale più consumato nella dieta di base dei venezuelani.
Attentato alla libertà di impresa? Nossignore, dice il governo. Gli industriali non sono produttori, si limitano a comprare il riso che è prodotto nelle terre distribuite con la riforma agraria, e che riceve sostanziosi contributi governativi, con prestiti altamente preferenziali. Come pure i fertilizzanti prodotti dalla statale agrochimica Pequiven, che sono altamente preferenziali. Questo è parte della politica governativa improntata a garantire la sicurezza alimentaria, ed abbattere le importazioni in settori ritenuti strategici.
Il governo, però, come contropartita, stabilisce il prezzo del riso, fagioli, mais, carne, pollo, olio e latte. Ora gli ispettori controllano che dalle fabbriche escano le quantità prefissate di riso a prezzo regolato, e di quello con additivi che fanno la gioia dell'agro-business.
Chávez li ha ammoniti a rispettare i patti, e li ha messi in guardia dall'approfittarsi del momento di crisi generalizzata nel mondo industrializzato e periferico. A coloro che pensano ad accaparrare per creare una scarsità artificiale con fini di destabilizzazione, ha detto "...riflettete bene, fate bene i vostri conti, rispettate i patti o nazionalizziamo gli impianti...sappiate, però, che verrete pagati con"cartaceo", scordatevi i contanti sull'unghia".
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