jueves, 12 de marzo de 2009

Tossicologia del denaro (parte 1)




Riproponiamo un testo presentato al I Convegno di solidarietà con l'insurrezione dei zapatisti che si tenne in Spagna. Si affrontavano temi come la moneta, gli interessi, il debito e lo strapotere del capitalismo finanziario. Si tratta di 12 anni fa.

Oggi siamo nel pieno di una burrasca che -oltre ad aver segnato la fine del dogma neoliberista e dell'unipolarismo- è l'inizio della de-globalizzazione. Indica l'esaurimento di un modello economico e sociale, che sta frantumandosi contro il muro dei limiti della natura. Sono anche i limiti dello "sviluppo infinito" che -ora- entra in piena decrescita e cercano di imporla e limitarla solo alle classi subalterne.


Tossicologia del Denaro
considerazioni dedicate a coloro che vogliono capire e che vogliono agire

Claudio Albertani e Tito Pulsinelli- luglio 1997
Quelli che controllano il denaro e il credito sono diventati i padroni delle nostre vite. Senza il loro permesso nessuno di noi può più nemmeno respirare”.- Pio XI

Il denaro è il protagonista assoluto di questo “fosco fin del secolo morente”. La religione dei numeri e dell’economia, il nuovo oppio dei popoli, ha il sopravvento su tutte le considerazioni di altra natura, liquidate come moralismi o sterili arcaismi. Stabilendo dei legami astratti tra esseri umani con pretese di validità in ogni luogo e in ogni tempo, la scienza economica - triste scienza - ha evangelizzato l’umanità.

Imperturbabili, i suoi sacerdoti diagnosticano mali e prescrivono ricette sempre uguali. Con il neoliberismo, ultima fase di un processo storico durato molti secoli, la nuova religione è diventata un culto universale. Erede del liberismo storico del secolo XIX, il neoliberismo è allo stesso tempo una liturgia con le sue chiese (FMI, Banca Mondiale), un’ideologia (adorazione del mercato, della proprietà privata, del successo) ed una strategia (privatizzazioni, stimolo alle esportazioni, abbassamento dei salari, uccisione delle culture comunitarie).

Poichè nella gerarchia dei grandi affari produrre diventa sempre di più una funzione subalterna, gran parte degli esseri umani non servono più neanche ad essere sfruttati. Basta premere un tasto e si guadagnano (o si perdono) somme favolose facendo diventare realtà la vecchia utopia capitalista: eliminare il lavoro come fondamento del profitto e creare il denaro che genera se stesso.

Come uscire dal circolo vizioso? Lo Stato e il Mercato ci escludono ritenendoci incapaci di produrre i beni di cui abbiamo bisogno? L’ unica soluzione è non stare al gioco e cominciare a vedere le cose in un altro modo. Inventiamo altre monete, creiamo sistemi paralleli, diamo vita a reti di scambio alternative. Non dimentichiamo che è solo il lavoro vivo a conferire valore all’energia morta del denaro accumulato'.
I nuovi usurai, i finanzieri, ovvero i grossisti della merce denaro, sono percepiti oggi come esseri soprannaturali. In realtà, essi non hanno fatto altro che accrescere il loro potere globale a scapito delle classi politiche e delle élite imprenditoriali tradizionali. Oggi, persino i dirigenti degli Stati-nazione non sono che docili cagnolini nelle loro mani. A variare è solo la lunghezza del guinzaglio.

In questa macchina infernale, l’ingranaggio principale è l’ interesse. La credenza superstiziosa nella naturalità e sacralità dell'interesse - semplice, composto o esponenziale - consente a un settore infimo di ricavare profitti senza erogare nessun lavoro o funzione socialmente utile. Il denaro è il motore occulto che permette al produttore di comprare tecnologie e consente a tutti l'accesso ai beni prodotti. E' un carburante caro.

Quando gli interessi sfiorano 4 volte la cifra prestata, usura è il termine più corretto per definire tale forma di “cooperazione finanziaria”. Tra il 1980 e il 1987, lo Stato africano dello Zimbabwe, per un prestito di 646 milioni di dollari, ha consegnato alla Banca Mondiale ben 2,6 miliardi di dollari!
Dal 1982 al 1990, i paesi debitori del sud del mondo hanno pagato ai loro creditori del nord sei miliardi e mezzo di dollari di interessi ed altri sei miliardi di dollari di pagamenti principali ogni mese e ciò nonostante il debito di tali paesi è cresciuto di un ulteriore 60 per cento tra il 1980 e il 1992.

Più recentemente, nel 1994, una severa crisi finanziaria, ha rivelato che 100 milioni di messicani sono altrettanti ostaggi degli “investitori” internazionali. Mesi dopo, l’effetto tequila ha esteso tale situazione al resto del continente americano. I controllori dei grandi volumi di merce denaro hanno accresciuto come non mai la quota che hanno sempre prelevato dalla ricchezza prodotta. Tra i capitalisti, le banche e il settore finanziario sono i maggiori predatori. Tanto che si sono spinti a conferire pieni diritti nelle loro Borse all’economia criminale (vedi Russia, Nigeria, ecc.) e alla narco-economia (vedi Kun-Sa in Birmania e le varie mafie in America Latina).

Oltre a giocare sporco, il capitale finanziario si appropria di una parte rilevante del frutto del lavoro degli imprenditori, dei produttori e dei commercianti. Questo è possibile perchè, a differenza delle altre, la merce-denaro non deperisce con il passare del tempo. Il denaro conferisce il privilegio di prelevare un premio ben superiore alla decima in auge in altre epoche.Le regole che guidano la compra-vendita del denaro, all'ingrosso e al dettaglio, sono dispotiche perchè figlie di un monopolio. Tutti i monopoli - privati o statali - arrecano grandi sciagure all’umanità.Il denaro è insostituibile?

Il denaro è la merce che può trasformarsi in qualsiasi altra merce. La sua peculiarità, dicevano i classici, è quella di essere allo stesso tempo misura di valore, mezzo di scambio e strumento di accumulazione. La confusione tra questi diversi aspetti è all’origine della sacralità di cui è rivestito. Quando, come ai giorni nostri, la funzione di accumulazione si autonomizza totalmente dalle altre, il denaro diventa lo “spirito del mondo”, il suo motore occulto e, allo stesso tempo, la sua giustificazione imprescindibile.

Tuttavia le cose sono molto meno complicate di quanto non sembri a prima vista. I grossisti di questa merce ricavano il potere da tutti noi che siamo utenti della banca, delle assicurazioni, dei fondi di pensione, delle piramidi finanziarie e di quant’altro è stato inventato per mantenerci denaro-dipendenti.
Ogni volta che depositiamo una somma, che la ritiriamo, che chiediamo un prestito, che paghiamo una bolletta, ogni volta che a sigillare uno scambio ci sono i denari, il circolante, noi siamo taglieggiati.Con le assicurazioni, ad esempio, paghiamo - in contanti e in anticipo - una merce prima ancora di averla consumata (idem per le schede telefoniche magnetiche). Questa 'incorporeità' permette a lor signori di stivare grossi volumi di merce-denaro, che poi vengono rimessi in circolazione imponendo il pizzo dell'interesse, oppure trattenuti per causare stagnazione, disoccupazione e crollo dei prezzi e quindi tornare a comprare a prezzi stracciati il lavoro e i beni.

Il ciclo prosegue all’infinito realizzando quello che Jeremy Brecher e Tim Costello chiamano il livellamento verso il basso. É lo stesso meccanismo per cui, secondo l’ultimo rapporto del Programma della Nazioni Unite per lo Sviluppo (fonte non sospetta di catastrofismo), 1300 milioni di esseri umani vivono oggi con meno di un dollaro al giorno

É possibile che gli umani soddisfino i loro bisogni anche se per il capitale finanziario non è un affare redditizio? La grande scommessa delle lotte sociali nel secolo a venire è quella di ridurre progressivamente il potere che il denaro ha acquisito sulle nostre vite.

Dobbiamo cominciare a pensare positivamente in termini di sciopero del denaro, ricordandoci che l'interesse non è una fatalità ineluttabile ma un rapporto di potere. Dobbiamo rompere il monopolio del denaro perchè instaura una separazione artificiale tra i beni prodotti e gli uomini e tra questi e il loro lavoro.

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