Potlatch
Presso le popolazioni Tinglit, è denominato POTLATCH il sistema per il quale ad ogni regalo si
corrisponde con un regalo di valore superiore. Si tratta di uno scambio di seduzione che unisce
progressivamente i patners non dissimile da quello in vigore nell’Europa del Medioevo quando
esistevano reti di relazioni umane esterne alla Chiesa ed allo Stato che praticavano il principio del gioco e della dissipazione.
Questa simpatica 'guerra dei regali' garantisce ancora oggi una parte apprezzabile degli scambi nelle campagne di molte parti del mondo. I maya dell’America Centrale, per esempio, praticano un sistema di consumo e di ridistribuzione della ricchezza che gira intorno alla festa e si presenta
contemporaneamente come un sistema di scambio e di socialità.
Noi crediamo che il nostro sistema (mercato, denaro, proprietà privata, ecc.) sia il solo possibile. In ogni caso è il migliore! Non sono forse miseramente caduti tutti gli altri? Visto però, che ci conduce all'ingiustizia, alla guerra e alla catastrofe ecologica, potremmo almeno prendere una prudenziale distanza.
Torniamo alla questione che ci interessa qui. La compra e la vendita, il prezzo e il denaro sono i
nostri personali feticci, però, cercando, scopriamo che esistono anche altri sistemi che funzionano
altrettanto bene, se non meglio.
I 'primitivi' sono ritenuti poveri, eppure essi spesso se ne infischiano della nostra contabilità pignola. Un tipo dona un maiale a un altro, senza prezzo né contropartite. Qualche mese dopo, l'altro gli farà un dono di valore analogo o maggiore.
Esistono sistemi circolari dove X dona a Y, Y a Z e finalmente un altro a X. Vi sono scambi in cui le due parti si fanno alternativamente doni con interesse e non una sola volta come avviene tra noi. Tra rivali, esiste un tipo di scambio nei quali ognuno distrugge le proprie ricchezze superflue, un po' come nelle guerre nostrane ma senza violenza contro gli esseri viventi.
Varie credenze fanno funzionare questi sistemi.
Per i maori della Nuova Zelanda è “Han” che obbliga a fare doni. Han è un potere spirituale emanato dalla foresta, dal luogo d'origine dell'oggetto. Quando qualcuno fa un regalo Han lo accompagna. Però Han aspira a ritornare al suo luogo di nascita, quindi sprona chi lo ha ricevuto a fare un altro dono. Se non si restituiscono i regali Han può arrecare disgrazie,
persino uccidere.
Bizzarra superstizione? Più bizzarra della credenza che il denaro debba riprodursi e accrescersi
all'infinito attraverso gli interessi? Nelle campagne cinesi si usa riunirsi in gruppo, sottoscrivere una quota, e ciascun componente può usare - a rotazione - l'intera somma raccolta. I vantaggi sono evidenti, gli usurai non ricevono nessun interesse, nessun pedaggio.
Gli abitanti dei quartieri poveri di Buenos Aires, ridotti all'indigenza da un neoliberismo che ha
privatizzato tutto il privatizzabile, dimostrano come si possano soddisfare i bisogni primari in assenzadel denaro. Essi si sono riuniti e hanno formato una rete di persone che si scambiano merci e/o servizi professionali.
Chi apporta, per esempio, delle uova riceve un buono denominato “credito” con cui può riparare le scarpe da un calzolaio, che a sua volta potrà farsi imbiancare la casa da un altro appartenente alla rete che pagherà con “crediti” la riparazione del meccanico disoccupato e così via.
E' una rete economica che agendo senza denaro è in grado di risolvere problemi primari. Abbandonati dallo Stato e dal Mercato, i membri della rete non si sono limitati al rivendicazionismo protestatario, ma hanno dato soluzione a problemi vitali nella pratica quotidiana.
Un esempio significativo ci arriva anche dal Messico, oggi un grande e stimolante laboratorio sociale. Dopo la crisi finanziaria del 1995, quando gli interessi pretesi dalle banche hanno sfiorato il cento per cento mandando in rovina centinaia di migliaia di persone, un’organizzazione di piccoli produttori agricoli, El Barzón, ha avuto l’idea di lottare contro questo vero e proprio taglieggiamento.
Il consenso,
non solo dei propri affiliati, ma di migliaia di debitori urbani rovinati con le carte di credito, è stato immediato. In breve, El Barzón è diventata un’organizzazione di massa ed i suoi membri hanno ottenuto condizione molto più vantaggiose dei debitori non organizzati.
Futuro prossimo
Lo sviluppo capitalista che adesso si chiama neoliberismo ci riserva una condizione in cui ben presto solo una minoranza potrà sopravvivere con redditi da lavoro salariato fisso. E sarà una minoranza altamente specializzata inserita nei settori dell’automazione, dell’informatizzazione e della comunicazione.
Tra i settori dominanti brillano 2OO compagnie che con solo 2O milioni di salariati controllano un
quarto del valore della ricchezza mondialmente prodotta.
Tutti gli altri cadranno nel purgatorio di un reddito da salario sufficiente solo per soddisfare i bisogni di qualche trimestre. Molti non goderanno di alcun reddito monetario e conosceranno l'inferno della regressione e dell'indigenza: né produttori, né consumatori.
Lo Stato e il Mercato ci escludono e se non lo accettiamo, dobbiamo noi stessi trovare soluzioni
aprendoci nuovi percorsi, mentali e pratici. Dobbiamo essere consapevoli che per poter sopravvivere, saremo obbligati a svolgere svariate attività, integrando un reddito da lavoro salariato intermittente con altre prestazioni che dovranno fornire assistenza, cultura e formazione.
Non dimentichiamo che gli operai inglesi del '700 seppero auto-alfabetizzarsi! Non dimentichiamo che, 60 anni fa, le collettività catalane in lotta emisero moneta deperibile avente data di scadenza!
Perciò è importante favorire un movimento di gruppi auto-organizzati in reti di resistenza globale che diano vita ad attività per rispondere ai bisogni sociali e che, nello stesso tempo, creino un reddito che potrà essere monetario o sotto forma di servizi. Queste reti si collocheranno nello spazio lasciato vuoto dallo Stato e dai Mercanti della finanza.
Attività microproduttive, mutua assistenza, assistenza agli anziani e ai bambini, formazione culturale e professionale, recupero e riciclaggio di beni e strutture. Ma com'è possibile far funzionare gli scambi senza denaro? E' possibile attivare il motore con un altro carburante?
Un altro esempio. La Banca del Tempo, un’iniziativa italiana partita dall’Emilia Romagna, si propone di istituire come unità di misura del valore le ore. Si deposita il proprio tempo libero e la disponibilità a svolgere determinate attività. Ognuno ha il proprio libretto di assegni: ne stacca uno quando riceve un servizio da un altro correntista e alla fine del trimestre il bilancio tra crediti e debiti deve essere in pareggio. E' una possibilità di scambiarsi se non altro servizi senza l'intervento del denaro.
Dobbiamo esplorare ed esperimentare senza pregiudizi tutte le forme pratiche che si muovono verso una decolonizzazione dall'imperialismo della moneta e dell’economia: sciopero del denaro, mutualismo, cooperazione al di fuori dei diktat dei grossisti del denaro.
Il 'risparmiatore' non deve più affidare a chicchessia i propri risparmi, ignorando dove vengono
investiti e se non siano usati in pratiche distruttive, nell'industria degli armamenti o in business che ledono diritti umani, civili, ecologici.
Non solo. Il boicottaggio è un linguaggio che arriva a comunicare con il portafoglio della controparte. E' una comunicazione diretta, incisiva, non violenta. Dovrà entrare a far parte degli utensili per attaccare le mega compagnie. Il boicottaggio contro NIKE e NESTLE' uniscono i mondi delle metropoli con quelli dei diritti dei nostri fratelli delle periferie. Non è degno retribuire più la pubblicità che il lavoro umano. Il boicottaggio è l'anti-pubblicità delle donne e degli uomini degni.
La legge della massimizzazione dei profitti ha portato a una economia che ci fa assistere imperterriti alla distruzione di surplus alimentari, risorse naturali e persino dell'acqua e dell'aria. Ciò è intollerabile.
Numerosi restano i bisogni insoddisfatti degli umani, eppure esistono le capacità e le energie per
soddisfarli, anche se il mercato non li giudica remunerativi. Le ragioni della specie umana si scontrano frontalmente con gli imperativi di questa economia, ossia dei suoi padroni.
D'altra parte, un'economia che programma e realizza l'esclusione di 1/4 o 1/5 dei viventi non è altro che crimine organizzato. Dai criminali non ci si può attendere nulla di buono, non possono essere neppure degli interlocutori. Non c'è altro rimedio che la redistribuzione delle ricchezze seguendo altri criteri, lontani dalla logica totalitaria degli 'interessi esponenziali'.
Bisogna raccogliere la sfida, auto-organizzarsi, rovesciare la prospettiva e osare chiedere: saprete
convivere e tollerare la socialità di una rete di comunità che potrebbe includere il 25 per cento degli esseri viventi che voi ritenete superflui?
Per un mondo che contenga molte economie e molte monete. No al monoteismo monetario dei
tecnocrati di Bruxelles, di Ginevra e di New York. Difendiamo la vita contro la tirannia della Borsa.
(1997)
Presso le popolazioni Tinglit, è denominato POTLATCH il sistema per il quale ad ogni regalo si
corrisponde con un regalo di valore superiore. Si tratta di uno scambio di seduzione che unisce
progressivamente i patners non dissimile da quello in vigore nell’Europa del Medioevo quando
esistevano reti di relazioni umane esterne alla Chiesa ed allo Stato che praticavano il principio del gioco e della dissipazione.
Questa simpatica 'guerra dei regali' garantisce ancora oggi una parte apprezzabile degli scambi nelle campagne di molte parti del mondo. I maya dell’America Centrale, per esempio, praticano un sistema di consumo e di ridistribuzione della ricchezza che gira intorno alla festa e si presenta
contemporaneamente come un sistema di scambio e di socialità.
Noi crediamo che il nostro sistema (mercato, denaro, proprietà privata, ecc.) sia il solo possibile. In ogni caso è il migliore! Non sono forse miseramente caduti tutti gli altri? Visto però, che ci conduce all'ingiustizia, alla guerra e alla catastrofe ecologica, potremmo almeno prendere una prudenziale distanza.
Torniamo alla questione che ci interessa qui. La compra e la vendita, il prezzo e il denaro sono i
nostri personali feticci, però, cercando, scopriamo che esistono anche altri sistemi che funzionano
altrettanto bene, se non meglio.
I 'primitivi' sono ritenuti poveri, eppure essi spesso se ne infischiano della nostra contabilità pignola. Un tipo dona un maiale a un altro, senza prezzo né contropartite. Qualche mese dopo, l'altro gli farà un dono di valore analogo o maggiore.
Esistono sistemi circolari dove X dona a Y, Y a Z e finalmente un altro a X. Vi sono scambi in cui le due parti si fanno alternativamente doni con interesse e non una sola volta come avviene tra noi. Tra rivali, esiste un tipo di scambio nei quali ognuno distrugge le proprie ricchezze superflue, un po' come nelle guerre nostrane ma senza violenza contro gli esseri viventi.
Varie credenze fanno funzionare questi sistemi.
Per i maori della Nuova Zelanda è “Han” che obbliga a fare doni. Han è un potere spirituale emanato dalla foresta, dal luogo d'origine dell'oggetto. Quando qualcuno fa un regalo Han lo accompagna. Però Han aspira a ritornare al suo luogo di nascita, quindi sprona chi lo ha ricevuto a fare un altro dono. Se non si restituiscono i regali Han può arrecare disgrazie,
persino uccidere.
Bizzarra superstizione? Più bizzarra della credenza che il denaro debba riprodursi e accrescersi
all'infinito attraverso gli interessi? Nelle campagne cinesi si usa riunirsi in gruppo, sottoscrivere una quota, e ciascun componente può usare - a rotazione - l'intera somma raccolta. I vantaggi sono evidenti, gli usurai non ricevono nessun interesse, nessun pedaggio.
Gli abitanti dei quartieri poveri di Buenos Aires, ridotti all'indigenza da un neoliberismo che ha
privatizzato tutto il privatizzabile, dimostrano come si possano soddisfare i bisogni primari in assenzadel denaro. Essi si sono riuniti e hanno formato una rete di persone che si scambiano merci e/o servizi professionali.
Chi apporta, per esempio, delle uova riceve un buono denominato “credito” con cui può riparare le scarpe da un calzolaio, che a sua volta potrà farsi imbiancare la casa da un altro appartenente alla rete che pagherà con “crediti” la riparazione del meccanico disoccupato e così via.
E' una rete economica che agendo senza denaro è in grado di risolvere problemi primari. Abbandonati dallo Stato e dal Mercato, i membri della rete non si sono limitati al rivendicazionismo protestatario, ma hanno dato soluzione a problemi vitali nella pratica quotidiana.
Un esempio significativo ci arriva anche dal Messico, oggi un grande e stimolante laboratorio sociale. Dopo la crisi finanziaria del 1995, quando gli interessi pretesi dalle banche hanno sfiorato il cento per cento mandando in rovina centinaia di migliaia di persone, un’organizzazione di piccoli produttori agricoli, El Barzón, ha avuto l’idea di lottare contro questo vero e proprio taglieggiamento.
Il consenso,
non solo dei propri affiliati, ma di migliaia di debitori urbani rovinati con le carte di credito, è stato immediato. In breve, El Barzón è diventata un’organizzazione di massa ed i suoi membri hanno ottenuto condizione molto più vantaggiose dei debitori non organizzati.
Futuro prossimo
Lo sviluppo capitalista che adesso si chiama neoliberismo ci riserva una condizione in cui ben presto solo una minoranza potrà sopravvivere con redditi da lavoro salariato fisso. E sarà una minoranza altamente specializzata inserita nei settori dell’automazione, dell’informatizzazione e della comunicazione.
Tra i settori dominanti brillano 2OO compagnie che con solo 2O milioni di salariati controllano un
quarto del valore della ricchezza mondialmente prodotta.
Tutti gli altri cadranno nel purgatorio di un reddito da salario sufficiente solo per soddisfare i bisogni di qualche trimestre. Molti non goderanno di alcun reddito monetario e conosceranno l'inferno della regressione e dell'indigenza: né produttori, né consumatori.
Lo Stato e il Mercato ci escludono e se non lo accettiamo, dobbiamo noi stessi trovare soluzioni
aprendoci nuovi percorsi, mentali e pratici. Dobbiamo essere consapevoli che per poter sopravvivere, saremo obbligati a svolgere svariate attività, integrando un reddito da lavoro salariato intermittente con altre prestazioni che dovranno fornire assistenza, cultura e formazione.
Non dimentichiamo che gli operai inglesi del '700 seppero auto-alfabetizzarsi! Non dimentichiamo che, 60 anni fa, le collettività catalane in lotta emisero moneta deperibile avente data di scadenza!
Perciò è importante favorire un movimento di gruppi auto-organizzati in reti di resistenza globale che diano vita ad attività per rispondere ai bisogni sociali e che, nello stesso tempo, creino un reddito che potrà essere monetario o sotto forma di servizi. Queste reti si collocheranno nello spazio lasciato vuoto dallo Stato e dai Mercanti della finanza.
Attività microproduttive, mutua assistenza, assistenza agli anziani e ai bambini, formazione culturale e professionale, recupero e riciclaggio di beni e strutture. Ma com'è possibile far funzionare gli scambi senza denaro? E' possibile attivare il motore con un altro carburante?
Un altro esempio. La Banca del Tempo, un’iniziativa italiana partita dall’Emilia Romagna, si propone di istituire come unità di misura del valore le ore. Si deposita il proprio tempo libero e la disponibilità a svolgere determinate attività. Ognuno ha il proprio libretto di assegni: ne stacca uno quando riceve un servizio da un altro correntista e alla fine del trimestre il bilancio tra crediti e debiti deve essere in pareggio. E' una possibilità di scambiarsi se non altro servizi senza l'intervento del denaro.
Dobbiamo esplorare ed esperimentare senza pregiudizi tutte le forme pratiche che si muovono verso una decolonizzazione dall'imperialismo della moneta e dell’economia: sciopero del denaro, mutualismo, cooperazione al di fuori dei diktat dei grossisti del denaro.
Il 'risparmiatore' non deve più affidare a chicchessia i propri risparmi, ignorando dove vengono
investiti e se non siano usati in pratiche distruttive, nell'industria degli armamenti o in business che ledono diritti umani, civili, ecologici.
Non solo. Il boicottaggio è un linguaggio che arriva a comunicare con il portafoglio della controparte. E' una comunicazione diretta, incisiva, non violenta. Dovrà entrare a far parte degli utensili per attaccare le mega compagnie. Il boicottaggio contro NIKE e NESTLE' uniscono i mondi delle metropoli con quelli dei diritti dei nostri fratelli delle periferie. Non è degno retribuire più la pubblicità che il lavoro umano. Il boicottaggio è l'anti-pubblicità delle donne e degli uomini degni.
La legge della massimizzazione dei profitti ha portato a una economia che ci fa assistere imperterriti alla distruzione di surplus alimentari, risorse naturali e persino dell'acqua e dell'aria. Ciò è intollerabile.
Numerosi restano i bisogni insoddisfatti degli umani, eppure esistono le capacità e le energie per
soddisfarli, anche se il mercato non li giudica remunerativi. Le ragioni della specie umana si scontrano frontalmente con gli imperativi di questa economia, ossia dei suoi padroni.
D'altra parte, un'economia che programma e realizza l'esclusione di 1/4 o 1/5 dei viventi non è altro che crimine organizzato. Dai criminali non ci si può attendere nulla di buono, non possono essere neppure degli interlocutori. Non c'è altro rimedio che la redistribuzione delle ricchezze seguendo altri criteri, lontani dalla logica totalitaria degli 'interessi esponenziali'.
Bisogna raccogliere la sfida, auto-organizzarsi, rovesciare la prospettiva e osare chiedere: saprete
convivere e tollerare la socialità di una rete di comunità che potrebbe includere il 25 per cento degli esseri viventi che voi ritenete superflui?
Per un mondo che contenga molte economie e molte monete. No al monoteismo monetario dei
tecnocrati di Bruxelles, di Ginevra e di New York. Difendiamo la vita contro la tirannia della Borsa.
(1997)
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