miércoles, 22 de abril de 2009

ONU e ONG difendono Conferenza contro il razzismo

Stati Uniti e Israele avevano boicottato anche Durban I, quella contro l'apartheid in Sudafrica. Si e' aggiunta l'area anglo-sassone e una frangia di Paesi europei, da cui partí il principale flusso migratorio verso Israele. Tutti i Paesi dell'Asia, Africa e dell'America latina partecipano attivamente alla Conferenza Durban II: rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale.

sito : Unimondo
Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel suo discorso di apertura della 'Conferenza di Ginevra contro il razzismo e la xenofobia', si è detto "profondamente dispiaciuto" per l'assenza di alcuni paesi alla Conferenza e ha difeso la bozza del documento finale definendolo "attentamente bilanciato".
Al rifiuto di partecipare espresso nei mesi scorsi da Israele e Canada, nelle ultime ore si sono uniti Stati Uniti, Germania, Italia, Olanda, Australia e Nuova Zelanda. "Sono profondamente dispiaciuto – ha detto Ban. Alcune nazioni che di diritto dovevano aiutare a tracciare la via del mondo verso un futuro migliore non sono ai loro posti". Successivamente, Ban non ha mancato però di deplorare l'intervento del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.


La Conferenza, nota come Durban II, ha lo scopo di pianificare politiche e interventi contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e ogni intolleranza a esse correlata, ma si è aperta tra le polemiche e plateali contestazioni. Nel suo discorso di saluto il Segretario generale dell’Onu ha ricordato che "Fuori da queste mura, gruppi di interesse di vari orientamenti politici e ideologici si sono opposti a questo incontro in un clima di acrimonia. Mentre dovevano essere qui con noi per discutere ed esporre le loro ragioni".


L’alto rappresentante Onu ha detto che, a differenza della controversa Conferenza di Durban nel 2001 che Israele e Stati Uniti abbandonarono in segno di protesta, l’appuntamento di Ginevra, frutto di otto anni di preparazione e un’attenta valutazione e limatura dei documenti ufficiali, si sarebbe dovuta svolgere "in un nuovo clima di multilateralismo" ed essere caratterizzata da "meno scontro e più dialogo, meno ideologia e più mutua comprensione".


Ban Ki-moon ha poi continuato sottolineando che "nessuna società è immune dal razzismo, sia essa ricca o povera; il fenomeno può manifestarsi con modi istituzionalizzati, come l’Olocausto ci ricorda costantemente, o in maniera meno formale come ci ricordano l’antisemitismo o, più recentemente, l’islamofobia".


Alla viglia dell’incontro, l’Alto commissario Onu per i diritti umani (OHCHR), Navanethem Pillay si è detta "scioccata e profondamente contrariata" per la decisione degli Stati Uniti di non partecipare alla Conferenza "Una manciata di paesi - ha affermato Pillay - ha lasciato che uno o due argomenti dominassero il loro approccio alla Conferenza, sviando l’attenzione dalle preoccupazioni di numerosi gruppi umani che soffrono il razzismo e altre forme di intolleranza. Questi sono temi davvero planetari ed è essenziale che a livello planetario vengano discussi per quanto delicati o difficili possano essere. Il testo include un riferimento al fatto che l’Olocausto non deve essere dimenticato e deplora tutte le forme di razzismo, inclusi antisemitismo e islamofobia".


Anche Amnesty International e Human Rights Watch hanno apprezzato l'accordo raggiunto sulla bozza del documento finale e deplorano l'assenza di diversi paesi alla Conferenza. Entrambe le associazioni per i diritti umani hanno quindi aspramente biasimato il discorso del presidente iraniano Ahmadinejad definendolo "contrario allo spirito e ai fini della Conferenza".


Tornando alla bozza di Dichiarazione finale, Amnesty sottolinea che "avrebbe preferito un testo maggiormente orientato verso l'azione e le misure concrete da adottare per contrastare il razzismo e le altre forme di discriminazione, ma riconosce che esso getta le basi per un esito positivo della Conferenza".

Per Amnesty International il ritiro di Australia, Germania, Nuova Zelanda, Olanda e Polonia e il rifiuto di Italia e Stati Uniti di prendere parte alla Conferenza "è uno sviluppo negativo, alla luce dei lunghi e faticosi negoziati che avevano consentito, nella riunione del 17 aprile, di raggiungere il consenso sulla bozza di Documento".


"Un'autentica convinzione nel combattere il razzismo - riporta il comunicato di Amnesty - richiede ai governi di essere presenti a Ginevra, per difendere ciò che va difeso e rigettare con forza ciò che va rigettato. Amnesty International nota "con favore che i paesi che si sono ritirati hanno riaffermato il proprio impegno a contrastare il razzismo e le altre forme di discriminazione, ma sottolinea che la loro presenza alla Conferenza avrebbe reso queste affermazioni ancora più convincenti".


Amnesty incoraggia tutti i governi che prendono parte alla Conferenza di Ginevra a rimanere vigili e ad assicurare che i lavori si svolgano costruttivamente, in linea con la bozza condivisa di Documento finale. "I governi che si sono impegnati a combattere il razzismo e ad assicurare un esito positivo della Conferenza di Ginevra devono resistere strenuamente e reagire a ogni tentativo di politicizzarne l'andamento o di sviare dall'obiettivo fondamentale, che è quello di affrontare tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza in ogni parte del mondo" - conclude la nota di Amnesty. [GB]I

DOCUMENTI DELLA CONFERENZA

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