Al di la del dato del forte aumento delle riserve auree va segnalato un altro elemento: negli ultimi dieci anni le riserve cinesi erano cresciute soprattutto in dollari, mentre l’accumulo di oro era rimasto praticamente fermo; alla fine del 1999 aveva riserve auree per 394 tonnellate; nel dicembre del 2001 passano a 500 ed arrivano a 600 nel dicembre del 2002. Da allora, ha smesso di accrescere le riserve auree, dedicandosi ad accumulare dollari.
Oggi, l’inversione di tendenza, con questa forte crescita del 75%. E’ evidente che la scelta di accumulare oro significa considerarlo un bene rifugio, di fronte alla possibile caduta della quotazione del dollaro. Alla data attuale non sono ancora disponibili i dati delle riserve internazionali in dollari per il mese di aprile, ma è presumibile che siano calate, a seguito di questo forte investimento in oro, così come è presumibile che siano continuati a crecere gli investimenti all’estero[ii].
Un’ultima annotazione: la Cina, con le sue 1.054 tonnellate di riserve auree ha superato il Giappone, che ne possiede solamente 765 tonnellate. Nel grafico: l’andamento delle riserve auree in Cina e in Giappone dal 1999.
[i] Fonte: Banco Popolare Cinese, Url: http://www.pbc.gov.cn/diaochatongji/tongjishuju/gofile.asp?file=2009S09.htm
[ii] Vedasi “Fino a quando la Cina continuerà a finanziare gli USA?”, intervista di Tito Pulsinelli ad Attilio Folliero sulle riserve internazionali cinesi, Url: http://selvasorg.blogspot.com/2009/05/fino-quando-la-cina-finanziera-gli-usa.html
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