A mezzogiorno, sul cielo della capitale dell'Honduras si alza il fumo nero di molti falo' accesi dai manifetsanti che bloccano le strade con barricate improvvisate. Soprattutto attorno al palazzo presidenziale dove-nonostante il coprifuoco scattato ieri sera alle 9- i movimenti sociali che esigono il ritorno del Presidente Zelaya mantengono il loro presidio.
Finora, le nuove autorita' non hanno potuto entrare nel palazzo presidenziale, per la cerimonia del giuramento. Potranno farlo solo in elicottero.
Tegicigalpa é paralizzata dallo sciopero dei maestri, le scuole ed universitá sono rimaste chiuse. Gli uffici governativi sono parzialmente chiusi, cosí pure i negozi ed altre attivitá.
C'e' un assedio mediatico e la popolazione non riceve informazioni, sta funzionando il passaparola, perché tutte le radio comunitarie sono state chiuse dai golpisti. Quelle commerciali che informavano sugli avvenimenti in corso sono state minacciate o chiuse.
Gli unici canali informativi aperti, sono le reti radio-
TV che fanno capo alle 5 famiglie dell'oligarchia, e queste hanno organizzato il golpe e dato la copertura mediatica ai gorilla.
Sta circolando piú informazione fuori dall'Honduras che all'interno; non si conosce che cosa sta accadendo nelle altre citta' o nelle province.
Sono state bloccate tutte le carovane di attivisti che stavano viaggiando alla capitale per impedire ai golpisti di prendere possesso delle istituzioni. A 230 comunitá indigene sono stati connfiscati gli autobus, camion ed altri mezzi di trasporto.
Il ruolo dei mezzi di comunicazione -che qui definiscono "dittatura mediatica"- é cruciale, ma non é riuscito ad impedire le proteste e l'inizio a machhia d'oilio dello sciopero generale a tempo indefinito.
Nessun Paese ha riconosciuto le nuove autorita', ne' in Europa né in America, ne' altrove. Tutti ratificanoi che l'unico governo legittimo é quello di Manuel Zelaya, che ora si trova a Managua.
Qui sono in corso tre vertici straordinari del Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA), dell'ALBA e del gruppo di Rio. Ribadiscono che non c'e' nulla da negoziare con i golpisti e che Zelaya deve tornare alla guida del suo Paese: senza nessuna condizione.
Si attendono decisioni che vanno oltre la condanna morale o la sfera diplomatica, e che potrebbero riguardare il commercio e il blocco delle frontiere.
I golpisti sono isolati, all'interno e internazionalmente, rinchiusi nel labirinto senza uscite a cui li ha condotti la logica della violenza che li guida. Non hanno spazi di manovra per consolidare la dittaura, e non potranno sopravvivere nella condizione di "governanti canaglie". Devono tornare nelle gabbie da cui sono scappati per sequestrare e deportare il Presidente Zelaya.
Finora, le nuove autorita' non hanno potuto entrare nel palazzo presidenziale, per la cerimonia del giuramento. Potranno farlo solo in elicottero.
Tegicigalpa é paralizzata dallo sciopero dei maestri, le scuole ed universitá sono rimaste chiuse. Gli uffici governativi sono parzialmente chiusi, cosí pure i negozi ed altre attivitá.
C'e' un assedio mediatico e la popolazione non riceve informazioni, sta funzionando il passaparola, perché tutte le radio comunitarie sono state chiuse dai golpisti. Quelle commerciali che informavano sugli avvenimenti in corso sono state minacciate o chiuse.
Gli unici canali informativi aperti, sono le reti radio-
TV che fanno capo alle 5 famiglie dell'oligarchia, e queste hanno organizzato il golpe e dato la copertura mediatica ai gorilla.
Sta circolando piú informazione fuori dall'Honduras che all'interno; non si conosce che cosa sta accadendo nelle altre citta' o nelle province.
Sono state bloccate tutte le carovane di attivisti che stavano viaggiando alla capitale per impedire ai golpisti di prendere possesso delle istituzioni. A 230 comunitá indigene sono stati connfiscati gli autobus, camion ed altri mezzi di trasporto.
Il ruolo dei mezzi di comunicazione -che qui definiscono "dittatura mediatica"- é cruciale, ma non é riuscito ad impedire le proteste e l'inizio a machhia d'oilio dello sciopero generale a tempo indefinito.
Nessun Paese ha riconosciuto le nuove autorita', ne' in Europa né in America, ne' altrove. Tutti ratificanoi che l'unico governo legittimo é quello di Manuel Zelaya, che ora si trova a Managua.
Qui sono in corso tre vertici straordinari del Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA), dell'ALBA e del gruppo di Rio. Ribadiscono che non c'e' nulla da negoziare con i golpisti e che Zelaya deve tornare alla guida del suo Paese: senza nessuna condizione.
Si attendono decisioni che vanno oltre la condanna morale o la sfera diplomatica, e che potrebbero riguardare il commercio e il blocco delle frontiere.
I golpisti sono isolati, all'interno e internazionalmente, rinchiusi nel labirinto senza uscite a cui li ha condotti la logica della violenza che li guida. Non hanno spazi di manovra per consolidare la dittaura, e non potranno sopravvivere nella condizione di "governanti canaglie". Devono tornare nelle gabbie da cui sono scappati per sequestrare e deportare il Presidente Zelaya.
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