lunes, 19 de octubre de 2009

GUERRA DROGA E POLITICA: ELEMENTI DEL MONDO BIPOLARE (parte 2)


CONFERENZA DI NOAM CHOMSKY IN MESSICO
texto en español www.voltairenet.org/article162390.html
Tradotto per www.vocidallastrada.com da Vanessa

Sofisticazione tecnologica nel terzo mondo
Il bisogno di un nuovo pretesto ha guidato anche la reazione ufficiale di Washington di fronte al collasso della superpotenza nemica. Il governo di Bush padre aveva tracciato, dopo pochi mesi, il nuovo corso: riassumendo, tutto si sarebbe mantenuto abbastanza uguale, ma ci sarebbero stati nuovi pretesti. Avevano ancora bisogno di un enorme sistema militare, ma adesso c’era una nuova giustificazione: la sofisticazione tecnologica delle potenze del terzo mondo.

Dobbiamo mantenere la base industriale della difesa, eufemismo per descrivere l’industria dell’alta tecnologia sostenuta dallo Stato. Dobbiamo mantenere le forze d' intervento dirette verso le regioni ricche in risorse energetiche del Medio Oriente, dove non addebiteremo al Cremlino le minacce significative ai nostri interessi, a differenza degli anni di inganno in cui ciò accadeva. Tutto questo avvenuto prima è passato sotto silenzio, era stato appena notato. Ma per chi ha la volontà di capire il mondo, è molto indicativo.

Come pretesto per un intervento, è stato utile invocare una guerra contro le droghe, ma come scusa è molto estrema. Ben presto l' èlite si è dedicata a compiere la sua missione. Hanno dichiarato una rivoluzione normativa che ha dato agli Stati Uniti il diritto ad intervenire per motivi umanitari scelto per definizione, come più nobile dei motivi. Per dirla in maniera sottile, neanche le vittime tradizionali sono mutate.
Le conferenze ad alto livello nel Sud del mondo hanno aspramente condannato il cosiddetto “diritto ad un intervento umanitario”. Era necessario un ulteriore affinamento, quindi è stato disegnato con il concetto di "responsabilità di proteggere".

Chi presta attenzione alla storia non si sorprenderà di scoprire che le potenze occidentali esercitano la loro responsabilità di proteggere in modo molto selettivo, aderendo ai tre aforismi descritti. I fatti sono inquietanti per quanto sono ovvi, e richiedono una agilità considerevole da parte delle classi intellettuali: un’altra storia rivelatrice che lascio da parte.

Conforme il momento unipolare si è illuminata, un ‘altra questione che ha messo di fronte al destino della NATO. La giustificazione tradizionale per tale organizzazione era la difesa contro le aggressioni sovietiche. Essendo sparita l’Unione Sovietica è evaporato il pretesto.

Le anime ingenue, che hanno fede nelle dottrine del momento, avranno sperato che la NATO sarebbe anche sparita; ma contrariamente, si è espanse con rapidità. I dettagli rivelano molto sulla guerra fredda e su quello che ne è seguito. Ad un livello più generico rivelano come si formano e si effettuano le politiche degli stati. Man mano che l’Unione Sovietica è collassata, Mijail Gorbaciov ha fatto una concessione sorprendente: ha permesso che una Germania unificata si unisse ad una alleanza militare ostile capeggiata dalla superpotenza mondiale, nonostante che la Germania avesse quasi distrutto da sola la Russia in due occasioni durante il XX secolo.

Ma fu un quid pro quo, un questo per quello, uno scambio. Il governo di Bush aveva promesso a Gorbaciov che la NATO non si sarebbe estesa fino alla Germania Occidentale e che sicuramente non sarebbe arrivata più ad Est. Aveva anche assicurato al capo sovietico che l’organizzazione si sarebbe trasformata in un ente politico in più. Gorbaciov aveva anche proposto una zona libera da armi nucleari dal mar Artico al Mar Nero, un passo verso una zona di pace che eliminasse qualsiasi minaccia all’Europa occidentale o orientale. Questa proposta è stata ignorata, senza alcuna considerazione.

Poco dopo è arrivato Bill Clinton. Molto presto gli impegni presi con Washington svanirono. Non c’è bisogno di soffermarsi sulla promessa che la NATO si sarebbe diventata un ente politico. Clinton espanse l’organizzazione verso l’est, e Bush è andato oltre. Apparentemente Barack Obama intende continuare con l’espansione.

Un giorno prima del primo viaggio di Obama in Russia, il suo assistente speciale in Sicurezza Nazionale ed in Affari Euroasiatici aveva informato la stampa: Non andiamo a rassicurare i russi, nè avremo nulla da scambiare riguardo l’espansione della Nato o la difesa missilistica. Si riferiva ai programmi di difesa con missili statunitensi nell’Europa Orientale e alla possibilità di trasformare in membri della NATO a due vicini della Russia, l’Ucraina e la Georgia.

Entrambi i passaggi erano visti dagli analisti internazionali come una serie minacce alla sicurezza della Russia, allo stesso modo, potevano infiammare le tensioni internazionali. Adesso, la giurisdizione della NATO è ancora più ampia. L’assessore alla Sicurezza Nazionale di Obama, il comandante della Marina James Jones richiama all'organizzazione di espansione verso sud e anche ad est, in modo da rafforzare il controllo statunitense su queste riserve energetiche del Medio Oriente.

Il generale Jones spera anche in una risposta di forza da parte della NATO che dia all' alleanza militare capeggiata dagli Stati Uniti maggior capacità e flessibilità per effettuare azioni in modo veloce e su lunghe distanze, obiettivo che adesso Washington si impegna di ottenere in Afghanistan.

Il segretario generale della NATO, Jaap De Hoop Scheffer, ha informato alla conferenza dell’organizzazione che l’esercito dell' alleanza deve custodire i condotti di greggio e di gas che vanno direttamente in Occidente e, in modo più generico, di proteggere le rotte utilizzate dalle petroliere ed altre infrastrutture cruciali del sistema energetico.

Questa decisione esprime in modo più esplicito le politiche post-guerra fredda: rimodellare la NATO per farla diventare una forza d’intervento internazionale guidata dagli Stati Uniti, il cui interesse in particolare è il controllo delle fonti energetiche. Teoricamente, il compito include la protezione in un condotto di 7 mila e 600 milioni di dollari che avrebbe condotto gas naturale dal Turkmenistan fino al Pakistan e l’India, passando dalla provincia di Kandahar, in Afghanistan, dove è insediato l’esercito canadese.

Lo scopo è quello di bloccare la possibilità che un condotto alternativo dia al Pakistan e all’India gas proveniente dall’Iran e sminuire il dominio russo sulle esportazioni energetiche dell’Asia centrale, secondo informazioni della stampa canadese, disegnanando con realismo alcuni dei contorni del nuovo gran gioco nel quale la forza di intervento internazionale guidata dagli Stati Uniti sarà il giocatore principale.

Dai primi giorni dopo la guerra fredda, si capiva che l’Europa occidentale poteva scegliere per un percorso indipendente, forse con una visione gollista dell’Europa, dall’Atlantico fino agli Urali. In questo caso il problema non è un virus che possa essere contagioso, ma una pandemia che potrebbe smantellare tutto il sistema del controllo globale. Si suppone che, almeno in parte, la NATO cerchi di contrastare questa seria minaccia.

L’espansione attuale dell' alleanza, e gli obiettivi ambiziosi della nuova organizzazione , danno un nuovo impulso a questi scopi. Gli avvenimenti continuano ad attraversare il momento unipolare, aderendo piuttosto ai principi che reggono gli affari internazionali. Più specificamente, le politiche si conformano in modo molto vicino alle dottrine dell’ordine mondiale formulate da pianificatori statunitensi di alto livello durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dal 1939, hanno riconosciuto che, qualunque fosse il risultato della guerra, gli Stati Uniti sarebbero diventati una potenza mondiale, mettendo da parte la Gran Bretagna. Di conseguenza, hanno sviluppato dei piani perché gli Stati Uniti esercitassero il controllo su una parte consistente del pianeta. Questa grande area, come la chiamano, doveva comprendere almeno l’emisfero occidentale, l’antico impero britannico, il Lontano Oriente e le risorse energetiche dell’Asia occidentale. (ndr Eurasia)

In questa grande area, gli Stati Uniti dovevano mantenere un potere indiscusso, una supremazia militare ed economica, avrebbero agito per garantire i limiti di qualsiasi tentativo di sovranità da parte degli stati che avrebbero potuto interferire nei loro disegni globali. Inizialmente i pianificatori avevano pensato che la Germania avrebbe dominato in Europa, ma la Russia, cominciò a demolire la Wermacht (le forze armate naziste), la visione si è fatta sempre più estesa, hanno cercato di includere alla grande area, la maggior estensione possibile verso l’Eurasia, almeno l’Europa Occidentale, il cuore economico dell' Eurasia.

Furono sviluppati piani dettagliati e razionali per l’organizzazione globale, e ad ogni regione fu assegnata la sua funzione. Al Sud in linea generale fu dato un ruolo di servizio: fornire risorse, mano d’opera economica, mercati, opportunità d’investimenti e più tardi altri servizi, tali come ricevere l’esportazione di rifiuti e inquinanti.

In quell’epoca, gli Stati Uniti non erano interessati all’Africa, quindi la consegnarono all’Europa perché sfruttasse la sua ricostruzione dopo la distruzione della guerra. Ci si potrebbe immaginare diversi rapporti tra l’Africa e l’Europa alla luce della storia, ma non sono stati presi in considerazione.
Al contrario, si è riconosciuto che le riserve di petrolio del Medio Oriente erano una stupenda fonte di potere strategico e uno dei premi materiali più grande nella storia del mondo: la più importante delle aree strategiche del mondo, per dirlo con le parole di Eisenhower. E i pianificatori si rendevano conto che il controllo del greggio nel Medio Oriente avrebbe dato agli Stati Uniti il controllo sostanziale del mondo.

Chi considera come significativa la continuità nella storia forse si ricorderà che i pianificatori di Truman facevano eco alle dottrine dei democratici jacksoniani al momento dell’annessione del Texas e della conquista del Nuovo Messico, un secolo prima. Tali predecessori avevano anticipato che le conquiste avrebbero dato agli Stati Uniti un monopolio virtuale del cotone, il combustibile della prima rivoluzione industriale.

Questo monopolio, adesso assicurato, mette tutte le nazioni ai nostri piedi, aveva dichiarato il presidente Tyler. In questo modo, gli Stati Uniti potevano sfuggire alla disanima britannica, il più grande problema all’epoca, e guadagnare un’ influenza internazionale senza precedenti. Simili concetti hanno guidato Washington nella sua politica petrolifera.
In base a questa, spiegava il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Eisenhower- gli USA dovevano sostenere regimi rudi e brutali e bloccare la democrazia e lo sviluppo, anche se questo avrebbe causato una campagna di odio contro di noi, come osservò il presidente Eisenhower 50 anni prima che George W. Bush domandasse in tono sorpreso perché ci odiano e abbia concluso che doveva essere perché odiavano la nostra libertà.

Rispetto all’America Latina, i pianificatori precedenti alla Seconda Guerra Mondiale avevano concluso che la prima minaccia verso gli interessi statunitensi era rappresentata dai regimi radicali e nazionalisti che si appellavano alle masse della popolazione e cercavano di soddisfare la richiesta popolare di miglioramento immediato dei bassi standard di vita delle masse e lo sviluppo a favore delle necessità interne del paese.

Queste tendenze entrano in conflitto con la richiesta di un clima economico e politico che favorisca l’investimento privato, con l’adeguata divisione dei guadagni e la protezione delle materie prime. Gran parte della storia è conseguenza di questi concetti che nessuno questiona.

TLC: cura raccomandata
Nel caso particolare del Messico, il laboratorio di sviluppo di strategie per l’America Latina, celebrato nel Pentagono nel 1990, trovò che le relazioni tra gli Stati Uniti e il Messico erano straordinariamente positive, e che non le perturbavano nè il furto delle elezioni, nè la violenza di Stato, nè la tortura o lo scandaloso trattamento dei lavoratori e contadini, nè altri dettagli minori.

I partecipanti al laboratorio hanno si visto una nube all’orizzonte: la minaccia di “una apertura alla democrazia, nel Messico”, che, temevano, poteva mettere in carica un governo più interessato a sfidare gli Stati Uniti per ragioni economiche e nazionaliste. La cura raccomandata è stato un Trattato Stati Uniti-Messico che racchiudesse il vicino al suo interno e proponendogli le riforme neoliberali degli anni 80, che legassero le mani agli attuali e futuri governi messicani in materia di politiche economiche.

Riassumendo, il NAFTA, imposto puntualmente dal Potere Esecutivo in opposizione alla volontà popolare. E nel momento in cui il NAFTA entrava in vigore, nel 1994, il presidente Clinton istituiva anche l’Operazione Guardiano, che militarizzò la frontiera messicana. Lui la spiegò in questo modo: non consegneremo le nostre frontiere a chi desidera sfruttare la nostra storia di compassione e giustizia.

Non menzionò nulla sulla compassione e la giustizia che avevano inspirato l’imposizione di simili frontiere, nè spiegò come il gran sacerdote della globalizzazione neoliberale intendeva l’osservazione di Adam Smith che la libera circolazione della mano d’opera è la pietra fondamentale del libero commercio.

La scelta del tempo per attuare l’Operazione Guardiano non fu per nulla casuale. Gli analisti razionali avevano previsto che aprire il Messico ad una invasione di esportazioni agroalimentari altamente sussidiate, tardi o presto, avrebbero fatto sparire l’agricoltura messicana, e che le aziende messicane non avrebbero sopportato la competizione con le enormi corporazioni sostenute dallo Stato che, conforme al Trattato, dovevano operare liberamente in Messico.

Una conseguenza probabile sarebbe stata la fuga di molte persone negli Stati Uniti insieme a chi fuggiva dai paesi del Centroamerica, colpiti dal terrorismo di Reagan. La militarizzazione della frontiera fu un rimedio naturale

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