Sono dieci i piccoli istituti di credito coinvolti nella crisi e nell'immediata ristruturazione decisa dalle autorità governative di Caracas. Due delle banche sono state liquidate, le altre sono sotto osservazione e passeranno a far parte del settore pubblico. Rappresentano il 5% del totale dei capitali del settore bancario del Venezuela.
Ci sono 50 mandati di cattura spiccati contro i responsabili degli illeciti, e dueòresidenti dei consigli d'amministrazione sono in carcere. Uno di essi, A. Chacón, è fratello di un ministro che si è dimesso. Sono in corso di pagamento i depositi dei piccoli risparmiatori, il resto verrà saldato con la liquidazione dei beni patrimoniali, su cui hanno diritti prioritari i risparmiatori.
Il governo di Caracas ha mantenuto una linea di condotta dissimile da quella osservata nelle grandi metropoli occidentali: banchieri incarcerati, nessun salvataggio per gli speculatori, il denaro pubblico alle vittime, nessun premio alla devianza sociale finanziaria. Questa, ha infestato un'area fortunatamente molto circoscritta, che non supera il 5% del settore.
La causa, apparentemente, è la dispersione e la micro-dimensione delle strutture deviate. Il governo annuncia che il prossimo 21 dicembre riapriranno gli sportelli, non appena sarà completata la nazionalizzazione ed il riaccorpamento. Nel frattempo, cioè nel corso dell'ultima settimana, altre sei banche hanno chiuso i battenti negli Stati Uniti.
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