lunes, 8 de noviembre de 2010

Venezuela ai ferri corti con la Spagna

..a causa di un "ETArra" deportato 30 anni fa, che ora Madrid rivuole perché "terrorista" - Parola di un generale golpista, ricercato dalla giustizia venezuelana

Tito Pulsinelli
E' in corso una furibonda campagna contro il governo del Venezuela, accusato di complicità con il gruppo clandestino dell'ETA e -per rincarare la dose- di addestrare militarmente i suoi militanti. Quello che era un noto ritornello degli anni di Aznar (PP) è stato fatto proprio anche dal partito dirimpettaio di Zapatero. Quando? Dopo che un giudice ha dato fuoco alle polveri mediatiche, chiamando in causa ufficialmente le autorità venezuelane per complicità con il terrorismo. La propaganda reazionaria del neofalangismo del PP diventa verità istituzionale, quasi una salvifica dottrina di Stato in tempi di vacche magre e di crollo manifesto dell'economia iberica, gonfia di  troppi venefici "derivati".

Com'è stato possibile? Semplice, il buon giudice ha ottenuto la quadratura del cerchio con la prova-regina di una testimonianza ad hoc. Di chi? Naturalmente un testimone di grosso calibro mediatico, ma di scarsa statura morale e di nessuna imparzialità. Un generale venezuelano, latitante, ricercato con un mandato di cattura internazionale per aver organizzato il colpo di Stato dell'11 marzo del 2002 contro Chávez. Leggere/Leer

Sì, quello in cui lo mantennero sequestrato per due giorni, prima di essere costretti a liberarlo per la mobilitazione di massa e la risposta delle forze armate.

Per l'inghippo preparato dai giudici del PP, il generale golpista Gonzalez Gonzalez è attendibile, cristallino e disinteressato, e non è mosso da nessun contenzioso personale verso il governo di Caracas. Socialisti, neofalangisti, giudici e latifondo mediatico hanno dato la stura alla loro incontenibile fobia anti-"sudaca", puntando sulla parola di un golpista. Anzichè arrestarlo ed estraditarlo, gli stendono un tappeto rosso e lo innalzano alla dignità di testimone della corona spanish.

Chi sarebbe il capo terrorista protetto dalle autorità venezuelane? E' un cittadino basco che venne mandato in esilio durante uno dei molti governi di Felipe Gonzalez, quando gli "etarra" venivano espulsi dalla Spagna: il Venezuela l'accolse concedendogli asilo. Dopo oltre tre decenni, è un cittadino venezuelano esemplare, imprenditore nel settore turistico, con famiglia e figli venezuelani. Dopo 30 anni, Madrid ci ripensa e ordina  che gli sia riconsegnato -senza fiatare- in pacco-espresso. Prima lo deportarono -al estilo soviético- ed ora vogliono affibiargli una postuma condanna esemplare. Preziosa per infangare il Venezuela, la sinistra "sudaca" e l'odiato populismo nazionalizzatore. Tutti colpevoli di immondo "terrorismo", non di frapporre ostacoli alle multinazionali e banche spagnole

Il caso dell'ex deportato trasformato a scoppio ritardato in "terrorista" cade come un cacio sui maccheroni, perhè a Madrid hanno voglia di menare le mani e c'è aria di vendetta. L'elite finanziaria vuole il regolamento di conti per la succosa nazionalizzazione avvenuta tempo addietro della telefonia privata, poi del gruppo Santander l'anno passato, e per quella recentissima dell'oligopolio  Agroisleña, che controllava con un cappio al collo il settore agropecuario venezuelano. Questo è il reale oggetto della contesa tra le due capitali, in un clima che sta diventando incandescente.  E non si va per il sottile: diventa oro persino la parola di piombo di un generale golpista e fellone.

I rapporti tra Gonzalez Gonzalez e il clan di Aznar risalgono al 2002, quando il neofalangista si precipitó ad avallare pubblicamente il golpe del 2002, congiuntamente con baby Bush ed il FMI, che offrí una linea di credito istantaneaa. Nel frattempo, Madrid ha preso il posto di Miami, diventando il pensatoio politico che unisce in dolce connubio i nostalgici della "reconquista" sudamericana con i disperati della restaurazione, uniti per far muro contro il nuovo corso politico nocivo per l'oligarchia locale e per la banca iberica. El País é divenuto una vera e propria Pravda dei neocolonialisti delle due sponde, su cui sciorinano i loro tenebrosi lumi personaggi come Vargas Llosa. Il problema é: chi condiziona chi? Chi puó prescindere da chi? Nel multiporalismo, il Venezuela ha mandato a dire ufficialmente che la Spagna ha una "classe politica vile".

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