Si può, colpire la Repubblica di Libia senza nemmeno minacciare il regno del Bahrain? Non si tratta nemmeno di darsi a una macabra contabilità, dato che la storia dei diecimila morti in Libia si è dimostrato una balla poderosa: i diecimila morti ci sono stati in Giappone e si è vista la differenza ( e di questo parleremo tra qualche riga).
Certo, se si impone la no fly zone in Libia, bisognerebbe prevedere una no navvy zone a Manama, con conseguenze logistiche, tattiche ( tempi di intervento in zona) e strategiche (lasciare “libera” una ampia zona dell’oceano indiano da Singapore all’Oman, Dubai, e gli altri emirati, dall’Heggiaz, all’Iran), oppure ammettere che si va “in chiesa e al casino" a giorni alterni, con conseguenze imprevedibili sulla politica interna USA che tra poco più di un anno ha le elezioni.
ascolta (qui ) l'intervista allo storico Angelo del Boca
Fallito, almeno per ora , l’obbiettivo di impossessarsi del petrolio libico per sanare il bilancio e sviare il traffico cinese dal Mediterraneo, il fardello finanziario inglese , già insostenibile, rischia il tracollo.
Infatti, cade sulle compagnie di riassicurazione ( i Lloyds) famose per la capacità di assumersi rischi elevati (al punto che la GENERALI , che ha filiali ovunque nel mondo, non ha mai messo piede in Inghilterra) e che stanno appena adesso risollevandosi dal salasso dell’attentato alle torri gemelle.
In Giappone l’assicurazione contro i terremoti è sostanzialmente obbligatoria e alcuni esperti valutano il rischio assunto a cinquanta miliardi di sterline . Adesso va affrontato a pena di una catena di fallimenti nelle assicurazioni, inglesi al 70% , dopo quella delle banche.
La situazione è talmente grave che potrebbe indurre ad atti disperati . Se daranno retta alla voce della ragione o a quella della disperazione, lo sapremo fin troppo presto.
Se l’audacia della disperazione dovesse prevalere , dopo la tempesta perfetta del Giappone (terremoto +maremoto+crisi finanziaria + incidente nucleare) potremmo avere quella Mediterranea, per la quale si stanno preparando con una serie di declassamenti del credito la settimana scorsa alla Grecia e questa settimana al Portogallo. I certificatori li conosciamo: prevedono le crisi degli altri, ma non quelle americane o britanniche.
Cominciamo a prevenire questo attacco che potrebbe avere esiti mortali per noi, evitando anzitutto di cedere all’isterismo nucleare e denunziando –se necessario- gli untori dei media (sono gli stessi che cianciavano di diecimila morti a Tripoli ecc. ecc). La nuvola giapponese è assai più lontana di quelle degli esperimenti (e delle esplosioni nucleari) francesi in Algeria e anche quelli americani nell’atollo di Bikini erano più vicini di oltre tremila Km alle coste americane rispetto alle nuvolette giapponesi. Senza contare le cento e più esplosioni nello stato del Nevada a partire dagli anni cinquanta.
Inoltre molti esperimenti USA ( tranne quelli sotterranei) erano autentiche esplosioni realizzate a seicento/mille metri d’altezza per ottenere gli effetti più devastanti ed erano anche bombe all’idrogeno.
Non ci vuole uno scenziato atomico o un grande economista per capire che vogliono che continuiamo a comprare petrolio, e vogliono l’esclusiva, oppure minacciano l’Apocalisse.
testo completo qui
1 comentario:
Si parla del Qatar e di qualche altro emirato come partecipante volontario all'attuazione di provvedimenti militari contro la Libia.
Siamo alle comiche: monarchie assolute che vanno a imporre le buone maniere democratiche agli incivili libici!!!
Non solo il Baherein merita un trattamento diverso dalla Libia, ma gli Emiri oscurantisti sono cocchi preferibli al "tiranno" Gheddafi?
L'Arabia saudita invade Bahrein e manderà aerei e truppe con benedizione ONU e l'imprimatur della NATO....la realtà supera la fantasia.
Anche quella mediatica che -dopo la balla dei 10mila morti in Libia- ormai è davvero incontenibile...
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