domingo, 3 de abril de 2011

RIFLESSIONI SUL NUOVO ORDINE DEL SACCHEGGIO INTERNAZIONALE

Luis Britto García
1-Quindi sia l'ONU, sia il Consiglio della Sicurezza, così la NATO, sia il trattato internazionale, sia il Tribunale dell’Aja, sono alibi affinchè i potenti saccheggino i deboli. Succede allora che tanto la libertà d’espressione, tanto il Nobel per la Pace, tanto la cultura funzionano come pretesti per uccidere in nome dell’umanitarismo, chiamare aggressore chi si difende e bombardare le vittime per salvarle. Succede che il capitalismo vive derubando i suoi stessi popoli con la frode finanziaria e quelli della periferia con le armi. Oltre a ripetere mille volte in più quello che tutto il mondo sa, cosa fare?

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Se non puoi batterli, unisciti a loro, recita il catechismo del sicario. Un repertorio di esempi sconsigliano questo connubio. Marcos Perez Jimenez, che ha servito la polizia degli USA, finì estradato da loro in un carcere in Venezuela. Manuel Noriega, che apparentemente un tempo fu collaboratore della DEA, è passato ad occupare la cella di un detenuto che per l’accusa che gli fece, si prese una condanna a vita. Alberto Fujimori, che ha annegato il Perù in un mare di sangue, languisce nella stessa cella dove prima aveva inviato Abimael Guzman. I talebani, creati, equipaggiati, finanziati e addestrati contro i sovietici dalla CIA, sono adesso combattuti nella Guerra Santa della stessa CIA. Saddam Hussein, che ha portato l’Iraq ad una guerra contro l’Iran, guerra che conveniva solo agli statunitensi, finì giustiziato dal governo fantoccio degli USA. Così il diavolo paga chi lo serve.

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Se non puoi unirti a loro, obbedisci loro, scrivi il breviario del servile. Un' altra serie di esperienze sfortunate segnano questo cammino. Togliere al popolo per dare allo straniero, indigna il primo e rende disgraziato il  forestiero. Il re Idris della Libia ha venduto il suo paese ed è stato sconfitto da una rivolta nazionalista. El Shah Palevi in Iran ha regalato il suo paese ed è stato deposto da un’altra rivolta nazionalista. Le monarchie saudite hanno dovuto cedere il loro territorio alle basi militari straniere e regalare il petrolio a prezzi intorno agli 8 dollari al barile. Carlos Andrés Pérez ha consegnato la sovranità al FMI e dopo una ribellione popolare su scala nazionale è stato giudicato e deposto. Mubarak, pedina degli interessi degli USA, è caduto senza che questi muovessero un dito per salvarlo. Così paga solo popolo che serve al diavolo.
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Se non puoi obbedire loro, entra nelle loro grazie, suggerisce l’esperto in relazioni pubbliche. Mai sforzi furono più inutili che quelli di essere simpatico al proprio carnefice. Gli USA senza previa dichiarazione di guerra contro la Libia le ha distrutto unità navali e sistemi radar ed ha bombardato Tripoli e Bengasi uccidendo circa un centinaio di persone, tra loro una figlia di Gheddafi. Invece di condannare gli statunitensi il consiglio di Sicurezza ha condannato a Gheddafi, e questo sotto protesta ha pagato l’indennizzo  per più di due mila milioni di dollari per i danni della presunta partecipazione nell’attacco di aereo da parte dei libici. Diverse concessioni gli hanno permesso di ristabilire nel 1999 relazioni diplomatiche con Londra, ottenere la revoca delle restrizioni commerciali imposte dall’UE e nel 2003 gli furono revocate le sanzioni ONU. Gheddafi inoltre si è disarmato consegnando cinque missili a lungo raggio e centinaia a medio raggio. Da allora lo visitano frequentemente Tony Blair, Schroeder, Jacques Chirac e Berlusconi, a chi ha finanziato la campagna elettorale,e fu ricevuto trionfalmente dal presidente della Commissione europea Romano Prodi, Aznar e il re Juan Carlos di Borbone ed il primo ministro Zapatero e Sarkozy, che ha anche finanziato la candidatura: tutti quelli che dopo hanno fatto squadra per bombardarlo e confiscargli i conti all’estero.

(Gheddafi) Aveva ringraziato quei festeggiamenti con costosi acquisti in armi e aprendo il petrolio libico alle associazioni strategiche come l’inglese BP, la spagnola Repsol, l’italiana ENI e la statunitense Conoco Philips, Exxon Mobil e Chevron Texaco. Casomai tanti sforzi per placare i saccheggiatori non fossero sufficienti, istituì l’Autorità di Investimenti Libica per investire circa 70.000 milioni di dollari in Europa, e nonostante avesse un debito pubblico insignificante di 5000 milioni di dollari, meno dello 0,5% delle riserve internazionali, accettò un Pacchetto del FMI in virtù del quale ritirò le sovvenzioni a sei beni di consumo di base e privatizzò numerose aziende pubbliche, lasciando un saldo di disoccupati che forse ingrosseranno le manifestazioni della fazione opposta  che servono come pretesto per la criminale invasione in atto. L’oligarchia con la quale cercherai di collaborare sarà quella che ti venderà. Il FMI, al quale lascerai fluire la tua economia, ti rovinerà. Il Trattato che accetterai come sovracostituzionale ti farà perdere il potere. L’organismo internazionale di cui accetterai l’intervento sarà quello che ti invaderà. Il giudice straniero a cui hai consegnato la sovranità sarà quello che ti condannerà. L'arbitro straniero a cui cederai la decisione sui contratti di interesse pubblico sarà quello che ti pignorerà. La transnazionale che avrai esonerato dal pagare tasse finanzierà gli aerei che ti bombarderanno.La differenza etnica o regionale che inciti sarà quella che ti dividerà. L'azienda mista alla quale consegnerai il controllo della tua industria sarà quella che paralizzerà il tuo sistema informatico e ti saboterà. Chi consegna al nemico la chiave del suo pacemaker garantisce l’attacco cardiaco.
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Se non puoi saccheggiare, diventa un occhio. Con astuzia commovente, la Russia e la Cina, hanno omesso di votare contro nel Consiglio di Sicurezza il piano degli USA di saccheggiare il petrolio del mondo servendosi dell’associazione dei sicari della NATO. La Lega Araba e l’Unione Africana, club delle prossime vittime, sono state ambigue. Secondo quanto rivela la “Strategia della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d'America" formulata da George W. Bush a Washington il 17 novembre 2002, e piani come il Nuovo Secolo Americano, gli statunitensi non sono disposti a cedere un millimetro nella loro corsa per confiscare violentemente le risorse del mondo e liquidare i restanti paesi negando loro tali risorse. La sua guerra nel Giappone è iniziata quando, per distruggerlo come potenza, impose un blocco energetico. E’ illusorio pensare che il leone rispetterà le proposte offerte da chi non ha saputo opporsi. Se l’energia viene confiscata è prima di tutto per annegare la Cina, la grande rivale dell’egemonia statunitense. Dopo la Cina seguirà la Russia, una buona parte delle cui riserve sono rimaste nei paesi separati della vecchia Unione Sovietica. In fin dei conti, l’UE e il Giappone toccheranno il fondo della servitù per gocce di energia fossile. Sono iniziate quattro guerre seguendo questo piano: quella dell’Iraq, Afghanistan, Libia e Bahrein. E’ cominciato il conflitto planetario per garantire il monopolio dell’energia fossile per meno del 5% della popolazione globale. Il resto delle potenze dovranno opporsi o sparire. Chi ha lasciato fare, morirà senza poter fare nulla. Rinviare il confronto peggiorerà solo la situazione.
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Se non è possibile unirti e obbedire a loro né entrare nelle loro grazie, né fare la vista grossa, resisti. Il 5% della popolazione del globo nella peggior crisi economica della Storia può condannare a morte il restante 95% solo contando sulla disunità, il disorientamento o l’autoinganno di esso. 
Quali condizioni in comune hanno i popoli che fino ad ora hanno resistito con successo alle invasioni imperiali? 
In primo luogo hanno affermato e difeso la loro specificità culturale. 
In secondo luogo, hanno evitato che differenze etniche o culturali li dividessero. 
In terzo luogo, hanno assunto pienamente e senza mezzi termini un progetto alternativo a quello del capitalismo. 
In quarto luogo, sono riusciti a consolidare le basi popolari intorno a questo progetto. 
In quinto luogo, hanno addestrato e armato le basi per la difesa dello stesso. In sesto luogo, non hanno mai ceduto la sovranità né posizioni per compiacere le transnazionali, mass media né organismi internazionali. 
In settimo luogo, hanno consolidato alleanze bilaterali, regionali, continentali o mondiali con paesi o blocchi che presentano affinità ideologiche, economiche o di situazione periferiche del mondo.  
La minaccia di tutti i blocchi e i bombardamenti del mondo non ce la possono fare contro un popolo ideologizzato, orgoglioso della sua cultura, permeato di un progetto sociale politico e armato. Non ci sono riusciti col Vietnam e con Cuba. Tuttavia si impegnano invano contro la resistenza in Iraq, Pakistan e Afghanistan. Si sceglie come bersaglio la minima Libia e non il popolato Iran. 
Sono lezioni di cui forse approfitteranno i prossimi nella lista: tutti gli abitanti del pianeta.

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