miércoles, 1 de junio de 2011

Libia: NATO prolunga la guerra fino a settembre

Frattini dice che l'ENI finanzierà i separatisti con i soldi prelevati dai depositi della Libia illegalmente bloccati (sic)- 
La NATO annuncia che le "operazioni contro la Libia saranno prolungate fino a settembre", nonostante la ripetizione ossessiva e monotematica degli addetti-stampa di Parigi, Londra e Washington riguardo la raggiunta minimizzazione della capacità difensiva di Tripoli. Qualche giorno fa, all'unisono rendevano noto che l'apparato militare di Gheddafi era stato ridotto al 20% e che -praticamente- tutto lo Stato maggiore militare avrebbe disertato. E' del tutto incomprensibile, pertanto, l'estensione della guerra per eliminare questo residuale e superstite 20% del potere di fuoco libico. Come dire: due mesi per disintegrarne l'80% e quattro per polverizare il rimanente? Inverosimile, non la raccontano giusta. Il  Financial Times ci dice che i "ribelli" hanno esaurito anche le scorte di benzina, eppure le raffinerie le controllerebbero loro, almeno quella di Tobruk. Oltre a bombe, cibo, armi leggere, media, diplomazia, vettovaglie varie, la NATO mandera´ anche benzina?



Il ministro Frattini, imperturbabile e con regolamentare sorriso simile a ictus, rende noto che l'ENI sborserà una ragguardevole somma per finanziare i "ribelli" di Bengasi e la fazione prescelta dagli occidentali per smembrare la Libia. Tranquilli -dice Frattini- nessun allarmismo: sono soldi che preleveremo dai depositi e conti della repubblica libica che vennero bloccati e congelati agl inizi dei bombardamenti. Fondi illegalmente stornati addirittura prima che il Consiglio di sicurezza decretase il famoso "divieto di voli" per difendere i civili.

Il sequestro dei beni di una nazione è stato il primo atto di aggressione, seguito dal blocco navale (le navi volano?), appoggio aereo, bombardamenti a la carte su richiesta dei "ribelli", divieto dei rifornimenti d'ogni tipo, finanziamenti alla fazione sponsorizzata. Oggi siamo alle soglie d'un autentico assedio e blocco aereo-navale al castello che -come da manuale- è un tipo di guerra oneroso, spietato, e dalla durata indefinita. La mancata ucisione del capo dei castellani, prelude all'invasione territoriale della Libia, affidata a fantaccini offerti dale petromonarchie arabe e mercenari ocidentali. Il prezzo per i giacimenti è sempre più alto: basteranno i fondi sequestrati alla Libia per pagare la frammentazione di quel Paese?

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