"Un grazie al popolo dell'Ecuador,al Presidente Correa e al suo governo" ha detto Julian Assange. "Non è stato il mio Paese natale -l'Australia- nè il Regno Unito a proteggermi dalla persecuzione, ma una indipendente e coraggiosa nazione latinoamericana".
L'Ecuador ha concesso asilo politico al fondatore di Wikileaks, attualmente ospite nell'ambasciata londinese circondata da nutriti drapelli di poliziotti, giornalisti, fotografi e manifestanti. Il Presidente Correa ha respinto le gravi minacce contenute in una missiva diplomatica consegnata ieri dal Regno Unito. "L'Ecuador, fedele alla sua tradizione, ha deciso di concedere asilo a Julian Assange" ha annunciato in una conferenza stampa il ministro degli esteri Patiño, "...dopo aver valutato tutti gli argomenti presentati dal signor Assange....manifestiamo che è vittima di una persecuzione per aver pubblicato la vedi conferenza stampa del ministro Patiño su ecuador tv.
verità che ha smascherato la violazione dei diritti umani". Si specifica anche che il comunicatore australiano si trova in una situazione di reale pericolo.
Perchè il fondatore di Wikileaks scelse l'Ecuador come rifugio? Secondo l'avvocato Michael Ratner, ad Assange restavano solo due possibilità: essere deportato in Svezia e quindi negli Stati Uniti o trovare un Paese rispettoso della legge, che non si facesse manipolare dagli USA. Questo Paese si chiama Ecuador".
Il duro scontro in corso tra Londra e Quito è solo alle prime battute. La minaccia scritta dei diplomatici britannici, oltre a rivelare un'arroganza sconfinata -degna dell'esaurita epoca imperiale- è un grave errore politico. D'ora in poi, le ambasciate e il personale diplomatico inglese saranno esposti allo stesso trattamento che decideranno di riservare all'inviolabilità dell'ambasciata del'Ecuador.
E' uno scontro destinato a dilagare a macchia d'olio, che già oltrepassa il carattere di differendo binazionale. Il contenzioso con il blocco sudamericano -già problematico per il conflitto con l'Argentina a causa delle isole Malvine- si aggreverà. L'Ecuador ha già sollecitato una riunione straordinaria dell'UNASUR, e la prossima settimana arriverà anche al vertice del Movimento dei Paesi Non-allineati in programma a Teheran.
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