La Presidente della Nazione ha ripetuto il richiamo alla sovranità sulle Malvine e perché la Siria collabori al chiarimento sugli attacchi all'AMIA ( Associazione Mutuale Israelita-Argentina; la sede dell'associazione venne attaccata il 18 luglio 1994 con autobomba che causò 85 morti e 300 feriti ndt.) e all'Ambasciata israeliana, dopo che ha chiesto di costruire una pace efficace e duratura. Facendo riferimento alle politiche economiche degli organismi internazionali ha assicurato che “il mio Paese non è un vignetta calcistica, è una Nazione sovrana”. Cristina Fernández de Kirchner ha affermato “il ripudio di tutto il popolo argentino
all'assassinio dell'ambasciatore” degli Stati Uniti in Libia, Christopher Stevens.
Nel cominciare il suo discorso questa sera davanti alla 67º Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, il capo di Stato ha espresso il ripudio dell'assassinio del diplomatico statunitense “come posizione personale di questa Presidente e del popolo argentino”.
Inoltre ha ricordato che “risiedevano in Libia i principali fondamentalisti islamici oppositori di una coesistenza pacifica” e ha aggiunto “dico questo perché è necessario avere percezione di quali sono i problemi al fine di capire la necessità di avere politiche differenti orientate a costruire una pace efficace e duratura”.
La Presidente ha affermato che “è imprescindibile ridefinire dall'Occidente strategie e politiche differenti per il Medio Oriente, perché corriamo il rischio che volendo difendere certi valori finiremo attaccando quegli stessi valori e rendere più profonda la crisi”.
“Molte volte fazioni politiche che sembravano alleate dell'Occidente, finirono per diventare acerrime nemiche dei valori occidentali” ha sottolineato.
D'altra parte ha sostenuto che “mettere in pericolo l'Eurozona è mettere in pericolo la stabilità minima del sistema finanziario internazionale”; ha paragonato la situazione argentina del 2001 con quella che vive l'Europa attualmente e ha rimarcato che “proprio in questo momento si reprimono gli indignados in Spagna che si oppongono alle politiche di aggiustamento”.
Cristina Fernández de Kirchner ha affermato che esiste una “grande crisi che scuote il Mondo” la cui responsabilità è “dei settori più ricchi della società” e delle “politiche ortodosse che si applicano infruttuosamente da decenni”.
Ha detto che la crisi “ che è già globale” non è colpa “dei poveri che non possono pagare ipoteche”, ma dei settori “più ricchi” e ha spiegato che gli argentini “parliamo per esperienza, perché siamo stati cavie delle politiche neoliberali”.
Davanti allo sguardo di decine di mandatari e rappresentanti di vari Paesi la Presidenta ha risposto alle dichiarazioni della titolare del FMI, Christine Lagarde, e ha affermato che l'Argentina “non è una vignetta calcistica, è una nazione sovrana che prende decisioni sovrane e non sarà sottomessa a nessuna minaccia per cui se non fa una certa cosa le si mostrerà il cartellino rosso”.
Ha qualificato come una “minaccia” le parole di Lagarde e ha richiamato l'attenzione sul motivo per cui il FMI non ha fatto “autocritica su come erano le statistiche in Spagna, Irlanda, Italia, Grecia e Portogallo”.
Ha ricordato che “siamo di fronte a un mondo nuovo, che esige di arrischiare nuove idee, voler risolvere i problemi che oggi attanagliano il mondo con le ricette che li hanno provocati risulta assurdo”.
E ha evidenziato che “ oggi sono i Paesi emergenti a dover sopportare che ci denuncino di protezionismo da parte di quelle economie che hanno applicato sussidi” alla loro produzione.
A questo proposito ha ricordato che “l'Argentina sta tenendo fede ai suoi accordi esterni e continueremo a farlo”, grazie al recupero economico poggiato su “programmi sociali che ci hanno permesso la crescita più importante dei 200 anni di storia del nostro Paese”.
“Non veniamo a dare lezioni a nessuno perché non siamo maestri di nessuno, semplicemente veniamo a raccontare la nostra esperienza” ha affermato il capo di Stato nel suo discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel quale ha messo in rilievo che sono necessarie “misure dal G20 che non sono state prese”.
Tra queste misure ha menzionato i controlli sui “movimenti di capitale che un giorno colpiscono un Paese e dopo un altro” e ha enfatizzato che “non siamo economisti però non siamo stupidi” perché “sono formidabili trasferimenti di entrate e gli unici danneggiati sono i cittadini che perdono il proprio lavoro”.
In questo contesto ha affermato che il suo “maggior timore come militante davanti alla mancanza di risoluzione” riguardo la crisi economica internazionale “è che milioni di occidentali smettano di credere che un sistema democratico possa dargli soluzioni”.
E ha giudicato come l'attuale crisi sia “politica e non economica” perché “mancano leadership che portino soluzioni chiare e concrete”.
Da un altro lato Cristina Fernández de Kirchner ha reiterato il reclamo argentino perché “il Regno Unito si sieda e adempia alle risoluzioni delle Nazioni Unite” che implicano “dialogare sulla sovranità nelle Isole Malvine”.
Ha ricordato che “il prossimo anno si compiono 180 anni da quando il Regno Unito usurpò illegalmente le nostre Isole Malvine, e non solo non ha ceduto su questo, ma non ha dato neanche risposta ai richiami delle Nazioni Unite”, sollecitando a dare inizio a negoziati.
Ha enfatizzato che il tema delle Malvine “non è una questione bilaterale”, ma che “è diventata una questione globale” poiché “porre fine con le ultime vestigia del colonialismo, che è stato uno dei grandi raggiungimenti delle Nazioni Unite, ed entrare nel XXI secolo senza territori coloniali riguarda anche i diritti umani”.
In un argomento successivo ha annunciato che ha dato mandato al ministro degli Esteri Héctor Timerman di far sì che si realizzi nelle Nazioni Unite una riunione bilaterale tra Argentina e Iran.
“Per noi Argentini l'esplosione dell'AMIA e dell'Ambasciata israeliana continua a essere una piaga aperta” ha sostenuto.
Ha aggiunto che “in ripetute occasioni abbiamo chiesto all'Iran la sua collaborazione. Nel 2010 e nel 2011 davanti alla mancanza di risposta ho offerto come alternativa la nomina di un terzo Paese al fine di favorire un giudizio. Mercoledì scorso abbiamo ricevuto una richiesta da parte dell'Iran di una riunione bilaterale. Il mio Paese che continua a richiedere il dialogo ha deciso di istruire il Ministro degli Esteri per far sì che si tenga una riunione bilaterale tra i due Ministeri degli Esteri”.
Infine ha rivelato che “sottoporrà al Parlamento l'eventuale proposta che verrà fatta dalla Repubblica Islamica dell'Iran” nell'incontro a cui parteciperanno i Ministri degli affari esteri di entrambi i Paese nella sede delle Nazioni Unite.
Dopo aver annunciato che consentirà la riunione richiesta dal governo iraniano, Cristina ha evidenziato che “non prenderà alcuna decisione” senza aver anche consultato “i diretti coinvolti” nell'attentato all'AMIA, alludendo ai familiari delle vittime.
Nella chiusura del suo discorso la Presidenta ha affermato che quando l'Argentina occupasse un posto come membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “dovranno sentirsi rappresentati in esso tutti i Paesi che aspirano alla pace come valore universale”.
“Non ci può essere pace in un mondo dove ogni Paese non venga trattato allo stesso modo, non ci può essere pace in un mondo dove ci sono sempre più poveri” ha affermato e poi sottolineato che “la pace, i diritti umani, l'uguaglianza e la libertà” sono “valori universali che devono essere rispettati a tutte le latitudini e da tutti i governi” e ha assicurato che l'Argentina occuperà una poltrona nel Consiglio di Sicurezza come membro non permanente “in nome di quei valori”.
Fonte
http://radionacional.com.ar/noticias/14-polistica/44947-cristina-fernandez-hablo-ante-la-asamblea-de-naciones-unidas.html
28.09.2012
tradotto per www.comedonchisciotte.org da EUGENIO BHODIDARMA
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