Le corporations internazionali della comunicazione hanno diffuso immagini del recente disordine pubblico e delle azioni violente avvenute nell’arco di oltre due mesi, in alcune città della Repubblica Bolivariana del Venezuela, presentadole come «manifestazioni pacifiche e di libero diritto alla protesta», in realtà si è trattato di azioni di
gruppi molto violenti e armati che hanno ucciso diverse persone innocenti, provocato feriti, danni all’ambiente, danni a beni pubblici e privati, e in particolare ai centri di salute e dell’istruzione.
Il presente documento mostra il vero volto di queste manifestazioni violente e evidenzia le finalità di rovesciamento del Governo costituzionale e legittimamente costituito dal processo democratico ed elettorale, portando a conoscenza del mondo, le azioni del Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in quanto garante dei diritti umani dei suoi cittadini contro tali atti di violenza.
Nel 1999, il popolo del Venezuela, nell’esercizio dei propri poteri e invocando l’esempio storico di Simón Bolívar, è stato portato a ricostruire la Repubblica attraverso una nuova Costituzione per edificare una società fondata sul protagonismo partecipativo, una società multietnica, multiculturale e democratica, in uno Stato di giustizia, federale e decentralizzato, che consolida i valori della libertà, dell’indipendenza, della pace, della solidarietà, del bene comune, dell’integrità territoriale, della convivenza e dello Stato di diritto, per questa e per le generazioni future; che garantisca il diritto alla vita, al lavoro, alla cultura, all’istruzione, alla giustizia sociale e all’uguaglianza, senza discriminazioni o subordinazioni alcune.
Prodotto della fondazione della Repubblica, il popolo del Venezuela, approvò mediante referendum il 15 Dicembre 1999, la Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ratificata nella sua forma emendata da un referendum costituzionale il 15 febbraio 2009. In tale Costituzione si stabiliscono i diritti fondamentali che riconoscono la nazione venezuelana in quanto tale e per tutte le persone che abitano nello spazio geografico venezuelano, che prevede espressamente l’obbligo per tutte le istanze delle istituzioni governative (nazionali, statali e municipali), di assicurare l’effettivo godimento ed il libero esercizio di tali diritti.
A questo proposito, vale la pena ricordare le disposizioni della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in relazione a quanto segue: Obbligo di garantire il godimento e l’esercizio dei diritti umani (art. 19); Diritto alla vita (art. 43); Diritto alla salute (art. 83); Diritto all’istruzione gratuita e obbligatoria (artt. 102 e 103); Diritto ad un ambiente sicuro, sano ed ecologicamente equilibrato (art.127); e l’obbligo dello Stato di garantire la sicurezza alimentare della popolazione, intesa come disponibilità di cibo sufficiente, stabile a livello nazionale nonché l’accesso opportuno e permamente per tutto il pubblico consumatore (art. 305).
Supportato dai mandati costituzionali di cui sopra, il Governo bolivariano si è dedicato a promuovere in modo completo lo sviluppo sociale ed economico del popolo venezuelano, l’inclusione di ampi settori precedentemente esclusi e l’approfondimento dei diritti e delle libertà politiche, economiche e civili, attraverso una serie di politiche pubbliche di successo che hanno consentito di raggiungere quasi tutti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, invertendo la situazione di povertà in cui si trovava circa il 56% della popolazione quando il Presidente venezuelano Hugo Chávez assunse la leadership dello Stato, in quel periodo erano esclusi ampi strati della popolazione, resi invisibili ed oppressi per decenni ad opera delle élites tradizionali del potere economico e politico in Venezuela.
Secondo le Nazioni Unite e la Banca Mondiale, il Venezuela ha costantemente ridotto la disuguaglianza, il che lo rende il paese con il più basso tasso di disuguaglianza nel continente (coefficiente di Gini di 0,39). La povertà è stata ridotta dal 29% del 1998 al 19,6% nel 2013. Inoltre, la povertà estrema è diminuita, nello stesso periodo, dal 21,5% al 6,5%.
Il Venezuela è inoltre un pioniere nello sradicamento della malnutrizione infantile, riducendo la percentuale di denutrizione nella popolazione totale dal 13% (1990-1992) al 5% (2010-2011), raggiungendo, molto prima del previsto, le Mete del Millennio in materia di alimentazione.
Tra il 1999 e il 2001, c’erano 4 milioni di persone che soffrivano la fame nel paese. Attualmente la FAO stima che la fame sia stata ridotta al minimo come riportato dalla relazione sullo “Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo”, sostenuto dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) e dal Fondo Internazionale di Sviluppo Agricolo (IFAD).
Il governo del Venezuela ha aumentato la percentuale del PIL destinata agli investimenti sociali, dal 8,2% nel 1998 al 21% nel 2008, ha incrementato la creazione di programmi generali di sostegno specifici per anziani, bambini, ragazze madri, persone con disabilità, tra gli altri settori vulnerabili.
Il Governo venezuelano è riuscito a garantire un sistema nazionale di salute pubblica con accesso universale e gratuito. Nel 1998 il Venezuela contava con 5.360 strutture sanitarie e ad oggi sono più di 13.700. Questa politica è riuscita a ridurre in modo significativo il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni, da 31 morti ogni 1.000 bambini nel 1990 a 14 per 1000 nel 2012. Inoltre, i Venezuelani hanno accesso libero e universale ai servizi di consulenza e di trattamento per gli ammalati di AIDS, malaria, dengue e tubercolosi. 42.000 dei 60.000 pazienti con diagnosi di AIDS in Venezuela, sono assistiti con farmaci antiretrovirali gratuiti in oltre 80 centri di salute pubblica. Inoltre, il tasso di mortalità della tubercolosi è sceso da 4,1 per ogni 100.000 abitanti nel 1990 a 2 per ogni 100.000 abitanti nel 2011.
Nell’ambito dell’istruzione, il Venezuela considera l’educazione in quanto diritto umano e un dovere sociale fondamentale, inerente al sistema democratico, libero, obbligatorio, di qualità e diversificato nei suoi principi culturali. L’aumento della percentuale del PIL destinata alla formazione al 5,43%, ha permesso l’inclusione di milioni di persone a tutti i livelli nel sistema educativo, attraverso numerosi programmi convenzionali e non convenzionali tra i quali:
- Programma “Simoncito” di Educazione Iniziale;
- “Misión Robinson I e II” (Alfabetizzazione e primaria);
- “Misión Ribas” (Secondaria);
- “Misión Che Guevara” (Formazione al Lavoro);
- “Misión Sucre” (Educazione Universitaria);
- Programma Nazionale di Formazione dei Medici Integrali Comunitari;
- “Misión Alma Mater” (Creazione di nuove istituzioni ed espansione degli esistenti);
Oggi il Venezuela è un paese libero dall’analfabetismo (dichiarata dall’UNESCO nel 2005), e conta con il secondo più alto tasso di scolarizzazione nella regione. Nel periodo 1998-2008, l’iscrizione alla scuola è passata dal 46,12% al 69,78% per l’educazione della prima infanzia; dal 89.98% al 95% per l’istruzione primaria e 15.34% al 21.91% per l’istruzione secondaria e universitaria, rispettivamente. Nello stesso periodo, il Venezuela ha creato 30 nuove Università di libero accesso.
Il Venezuela gode di ampie libertà civili e politiche e di un sistema elettorale solido, così come ha espresso a suo tempo lo stesso “Centro Carter”, affermando che il Venezuela può vantare «il miglior sistema elettorale del mondo».
Tutti i risultati riportati in precedenza, sono conquiste del popolo venezuelano che ha fortemente sostenuto negli ultimi quindici anni il modello inclusivo, promosso e sviluppato dal Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha dimostrato nel risultato di diciotto (18) elezioni, con il suo voto, il sostegno al Governo rivoluzionario, ora guidato dal presidente Nicolás Maduro Moros.
Corresponsabità delle autorità regionali e municipali nella garanzia dei diritti umani
Gli accadimenti violenti che si sono verificati in alcuni municipi della Repubblica Bolivariana del Venezuela, mostrano come tali episodi avessero l’obiettivo di violare il mantenimento e la continuazione delle conquiste popolari attraverso azioni di violenza armata, promosse, realizzate e/o tollerate dalle autorità regionali e dai partiti politici locali attivi nelle fila dell’opposizione Primero Justicia e Voluntad Popular,che essendo responsabili di esercitare il Potere Pubblico per il beneficio del popolo, secondo la legge venezuelana, hanno apertamente violato i propri doveri, omettendo di eseguire correttamente i compiti che sono loro assegnati dalla legge.
Come detto inizialmente, la garanzia dei diritti umani, si applica a tutte le istituzioni statali, in diverse istanze e livelli, motivo per cui le autorità regionali e locali, in conformità con la legge venezuelana, devono rispondere ad una serie di obblighi stabiliti nella legge nazionale venezuelana, a cui non hanno ottemperato; ciò li rende responsabili di tali omissioni di fronte alla stessa legge. A questo proposito si evidenziano i seguenti aspetti:
- Alle autorità regionali è costituzionalmente affidato il servizio di polizia[1], in conformità alle disposizioni di diritto nazionale che, a loro volta, affermano che questo servizio è destinato a promuovere la prevenzione della criminalità[2], oltre a costituire nuclei di polizia comunale, per promuovere e perfezionare il lavoro congiunto e diretto tra le forze di polizia e la comunità[3].
- Attraverso il servizio di polizia di Stato[4] le autorità regionali hanno il compito di:
a – Rispettare e proteggere la dignità umana, difendere e promuovere i diritti umani di tutte le persone senza discriminazioni di origine etnica, sesso, religione, nazionalità, lingua, opinione politica, condizione economica o di qualsiasi altra natura.
b – Rispettare e proteggere l’integrità fisica di tutte le persone, in nessuna circostanza infliggere, istigare o tollerare un atto arbitrario, illegale, discriminatorio o di tortura o altre pene crudeli, inumani o degradanti, che rappresentino essi violenza fisica, psicologica e morale.
c – Servire la comunità e proteggere tutte le persone contro atti illegali.
d – Garantire il godimento del diritto di riunione e il diritto di manifestare pubblicamente e pacificamente.
e – Preservare la pace e la sicurezza con meccanismi di protezione individuali e collettivi e con mezzi appropriati e in accordo con la Costituzione della Repubblica.
- Alle autorità municipali è costituzionalmente assegnato loro il compito di gestire gli interessi locali per la gestione e la promozione dello sviluppo economico e sociale, per la qual cosa compete loro offrire e fornire servizi pubblici (pulizia, raccolta dei rifiuti e delle acque reflue) e; promuovere il miglioramento delle condizioni di vita generali della comunità, attraverso la gestione del traffico veicolare, del trasporto pubblico di passeggeri, la conservazione di spazi di incontro pubblico e di ricreazione, la tutela ambientale, la fornitura dei servizi primari di assistenza sanitaria, del servizio di polizia municipale, in base al diritto nazionale[5].
Ne deriva che le autorità municipali hanno una responsabilità specifica nella partecipazione con il Governo Nazionale per il mantenimento e la continuazione dei successi e dei risultati che nelle politiche sanitarie, di istruzione, alimentari e ambienti, sono attuate dal Governo bolivariano.
Inoltre, compete ai municipi, insieme al Governo Nazionale, la protezione ed il ripristino del patrimonio forestale e la conservazione, la mitigazione e la compensazione dei danni causati a questo patrimonio da fattori naturali o umani.
Va notato che le azioni violente che hanno rappresentato una minaccia per il godimento e l’esercizio dei diritti umani, si sono verificate solo in quelle località dove le autorità comunali sono per lo più membri di partiti politici di opposizione, Primero Justicia e Voluntad Popular, appartenenti alla coalizione di destra definita Mesa de la Unidad Democrática (MUD), ciò mostra la connivenza e la complicità di queste autorità, con le azioni di tali gruppi violenti, inoltre dimostra la palese inadenpienza ai loro obblighi e alle competenze previsti dalla legge, a scappito di tutta la popolazione del municipio.
I poteri di polizia di cui sopra delle autorità regionali, corrispondono anche alle autorità municipali, poiché gli eventi che si verificano nelle loro aree locali e, secondo i criteri di complessità, intensità e specificità di cui agli articoli 52, 53 e 54, rispettivamente, della legge Organica del Servizio di Polizia e della Polizia Nazionale, sono di competenza delle forze di polizia municipale, soprattutto nei casi in cui, inoltre, il sostegno di questi corpi deve essere atto a soddisfare le competenze che sono proprie delle autorità municipali[6], quali:
- Gestire la viabilità urbana, gestione della circolazione del traffico veicolare e delle persone, sulle strade municipali e dei servizi di trasporto pubblico urbano;
- Gestire e manutenere le strade, parchi e giardini; stazioni balneari e altri luoghi di ricreazione;
- Proteggere l’ambiente e cooperare in materia di risanamento ambientale;
- Fornire i servizi civili pubblici, di protezione antincendio e relativi ai rifiuti urbani e domestici, che comprendono servizi di pulizia, raccolta e trattamento dei rifiuti.
Allo stesso modo, nell’esercizio dei loro poteri e doveri, il sindaco o la sindaca devono curare i rapporti di collaborazione con i poteri pubblici nazionali e statali, nonché con altre autorità e organismi locali del Municipio, per svolgere adeguatamente il proprio ruolo[7], che implica il dovere di collaborazione e cooperazione tra gli organi del Potere Pubblico per il raggiungimento finale degli obiettivi dello Stato, di cui all’articolo 136 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
I fatti violenti, quindi, dimostrano chiaramente l’inottemperanza delle autorità regionali e locali dei municipi, nei quali si sono verificati gli atti di violenza, alle funzioni costituzionali e legali che sono state loro assegnate.
Fatti violenti promossi dai partiti politici di ideologia di estrema destra. Situazione mediatica.
Le violente aggressioni contro la democrazia venezuelana, lontano dall’essere azioni concertate da tutti i settori che legittimamente esercitano opposizione politica alla Rivoluzione Bolivariana, sono state azioni di settori dell’ultra-destra estrema e violenta, che hanno avuto come obiettivo lo scopo di minacciare seriamente la stabilità del sistema democratico, cercando di imporre la loro agenda sulla volontà del popolo venezuelano, che ha rifiutato il loro progetto politico in più occasioni elettorali negli ultimi 15 anni.
La maggior parte del paese ha categoricamente respinto il vandalismo e la violenza, esprimendo la sua volontà di vivere in pace e in democrazia. Ad oggi, i leaders dei partiti di opposizione non hanno condannato questi atti, mascherandoli pubblicamente come “manifestazioni pacifiche” e creando idee falsate attraverso la ripetizione costante di menzogne amplificate da alcuni mezzi nazionali e internazionali di comunicazione.
Le azioni violente che hanno avuto inizio a metà febbraio 2014, consistevano, tra l’altro, in blocchi delle strade, dei viali e delle autostrade con metodi violenti, stendendo filo spinato, utilizzando materiali infiammabili ed appiccando il fuoco. I trasgressori che hanno realizzato e mantenuto blocchi violenti hanno ucciso diverse persone in queste strade, con la chiara intenzione di provocare incidenti colpendo i cittadini che viaggiano in motocicletta, atti che hanno causato la morte di diversi venezuelani.
Inoltre, sono stati tagliati più di mille (1000) alberi, alcuni dei quali secolari, utilizzati come barriere sulle strade pubbliche.
Allo stesso modo, sono state utilizzate armi da fuoco contro i civili, agenti di polizia e contro la Guardia Nazionale, sono stati distrutti e bruciati mezzi di trasporto pubblici e assaltate biblioteche, Università, scuole materne, ospedali, sedi ministeriali e altre infrastrutture di pubblica utilità.
Le conseguenze di queste azioni violente sono dettagliate nell’allegato n°1 di questa denuncia. Tuttavia, qui di seguito riferiamo le più gravi:
• La sciagurata perdita di quarantuno vite umane (41), tra il 12 febbraio ed il 21 aprile 2014, sette (7) le vittime di blocchi violenti e trappole collocate dall’opposizione; dodici (12) persone uccise nel tentativo di oltrepassare questi blocchi, rimuovere o cercare di ripulire la pubblica via; due (2) persone per essere state investite nei pressi dei blocchi; dodici (12) persone per violenza politica di differenti gruppi; quattro (4) persone per incidenti relazionati ai blocchi violenti; tre (3) persone per armi da fuoco attribuite alle forze di sicurezza, la quasi totalità sono conseguenza diretta o comunque legata ai blocchi violenti.
Una delle vittime uccise nel tentativo di oltrepassare un blocco, era una giovane di ventotto (28) anni, in stato interessante.
• abbattimento indiscriminato oltre 1.000 alberi e la pratica ignobile, nei blocchi violenti, di bruciare vivi animali randagi.
• La distruzione di infrastrutture e beni pubblici i cui danni e le cui perdite sono pari a circa dieci miliardi di dollari (USD 10,000,000,000.00).
Questi atti criminali si sono verificati con la connivenza e la partecipazione, anche diretta dei sindaci dei partiti di opposizione, che invece di garantire la sicurezza dei cittadini nei loro municipi come impongono la Costituzione e le leggi della Repubblica, hanno violato i loro obblighi costituzionali e giuridici e si sono irresponsabilmente dedicati alla promozione e alla protezione di assassinii, blocchi violenti e di persone che hanno compiuto atti di vandalismo contro il patrimonio dello Stato nelle località interessate.
Alcuni di questi leaders radicali hanno rivolto inviti ai loro seguaci generando la diffusione di una pericolosa corrente xenofoba contro il popolo cubano che presta il suo sostegno solidale con la sua opera medica in Centri sanitari, nonché atti molesti e di rabbia contro il popolo chavista per la sua ideologia politica.
Richiama l’attenzione che queste situazioni violente si siano verificate solo nei municipi dove i sindaci appartengono ad una diversa corrente politica rispetto al Governo Nazionale. Allo stesso modo, si tratta anche di municipi che presentano i redditi più alti di tutto il paese (zone A e B della popolazione).
Di fronte l’atto o l’omissione delle autorità municipali, una querela per la tutela degli interessi collettivi e diffusi è stata presentata dal cittadino Juan Garantón Hernández e dell’Associazione Civile del Fronte degli Avvocati Bolivariani, che avendo constato la violazione dei propri diritti costituzionali, ha denunciato un gruppo di sindaci per la violazione dei loro doveri legalmente stabiliti, facendo sì che il 17 marzo 2014, la Sezione della Suprema Corte Costituzionale ha ordinato a Rámon Muchacho, sindaco di Chacao, municipio dello Stato di Miranda; Daniel Ceballos, sindaco del municipio di San Cristobal, Tachira; Gustavo Marcano, sindaco del municipio Diego Bautista Urbaneja dello Stato Anzoategui; Eveling Trejo de Rosales, sindaco di Maracaibo, Stato di Zulia, che all’interno dei propri municipi nei quali essi esercitano i loro poteri devono:
1. Eseguire tutte le azioni utili e utilizzare le risorse materiali e umane, al fine di eliminare gli ostacoli posti nelle strada atti ad impedire la libera circolazione di persone e veicoli; procedere alla immediata rimozione di tali ostacoli e mantenere i percorsi e le aree adiacenti a questi liberi da immundizia, detriti e qualsiasi altro elemento che possa essere utilizzato per ostacolare il traffico urbano;
2 Attuare la gestione del traffico veicolare per garantire la fluida mobilità e la sicurezza sulle strade pubbliche dei loro municipi;
3. Garantire la tutela ambientale e il risanamento ambientale, la pulizia urbana e domiciliare;
4. Dare le istruzioni necessarie alle rispettive forze di polizia municipale, al fine di compiere effettivamente le disposizioni dell’articolo 44 della Legge Organica del Servizio di Polizia e del corpo della Polizia Nazionale Bolivariana; e, in questo senso;
5. Realizzare attività preventive di controllo della criminalità, nonché nell’ambito delle proprie competenze, promuovere strategie e procedimenti di prossimità con le comunità dei propri spazi territoriali, al fine di ottenere la comunicazione e l’interazione con i loro abitanti e le istituzioni locali per garantire e assicurare la pace sociale, la convivenza, l’esercizio dei diritti ed il rispetto della legge.
Nonostante la sentenza della più alta Corte della Repubblica, due sindaci hanno violato tale decisione e sono stati condannati al carcere per il mancato rispetto di una sentenza costituzionale, quindi sono stati rimossi dai loro incarichi.
Rispetto agli attuali episodi di violenza, come è avvenuto negli attacchi alla democrazia venezuelana verificatisi nel 2002 (colpo di stato contro il presidente Hugo Chávez), la manipolazione dei media rappresenta un elemento lesivo per la nostra democrazia, come la costante falsificazione di immagini e informazioni nelle imprese televisive e radiofoniche venezuelane, con il supporto dei media internazionali e delle reti sociali. Un esempio di quest’ultimo aspetto è rappresentato dal recente caso della ABC di Spagna che ha manipolato una foto dell’Egitto, pubblicandola e presentadola come prova della violazione dei diritti umani in Venezuela.
Allo stesso modo, tra febbraio e aprile 2014, centinaia di fotografie provenienti da altre latitudini sono state diffuse in maniera massiccia nelle reti sociali, simulando la commissione di abuso di autorità o trattamento degradante in Venezuela. Una famosa attrice venezuelana ha postato sul suo account Twitter una foto di una presunta violenza sessuale nei confronti di un giovane da parte dei corpi di sicurezza venezuelana. Successivamente, è stato dimostrato che la foto proveniva da un sito web dedicato alla pornografia. In questo senso, i social network sono stati utilizzati al fine di distorcere la realtà e far credere il paese fosse in preda ad una profonda crisi politica.
Azione del Governo Bolivariano per il mantenimento della pace e dell’ordine pubblico
Il presidente Nicolás Maduro, di fronte a queste esplosioni di violenza e per amore della giustizia e della verità, ha presentato una proposta all’Assemblea Nazionale per formare una Commissione della Verità con il fine di indagare le responsabilità di tutti gli eventi. Al contempo, ha istituito una Conferenza Nazionale per la Pace a cui sono stati invitati e convocati, tutti i settori della vita nazionale. La minoranza violenta non ha comunque aderito al dialogo e si è rifiutata di partecipare alla Conferenza Nazionale della Pace.
Mentre lo Stato venezuelano è obbligato ad assicurare la garanzia delle libertà individuali va rilevato che essi non possono nuocere o mettere in pericolo i diritti e le libertà collettive, tra cui il diritto alla vita. In nessun caso, l’esercizio delle manifestazioni di malcontento contro il governo può essere una giustificazione per la violenza e la violazione dei diritti fondamentali di tutti gli altri cittadini della Repubblica.
In questo senso, la Repubblica Bolivariana del Venezuela riconosce il diritto alla legittima e pacifica manifestazione di protesta, ovviamente nei limiti che le stesse leggi prevedono in questi casi. Tale riconoscimento non implica che sia possibile limitare il diritto alla libera circolazione dei cittadini, frapporre ostacoli nelle pubbliche vie, né dare fuoco alle scuole, ai centri sanitari, ai parchi, distruggendo gli spazi pubblici, o praticando l’omicidio a sangue freddo di persone che provano ad oltrepassare o ripulire l’immondizia prodotta da tali blocchi violenti.
Il Governo venezuelano ha dato una forte risposta agli attacchi dei gruppi violenti a favore dei leaders politici di estrema destra, e lo ha fatto con autorità ed il rispetto rigoroso delle disposizioni del sistema giuridico venezuelano, mediante l’uso proporzionale della forza per preservare e garantire il rispetto dei diritti umani, con l’obiettivo ultimo di garantire, come previsto dalla Costituzione, sempre la difesa della pace e della tranquillità pubblica, senza esaurire il dialogo che con molta fatica si è cercato di promuovere tra tutti i settori del paese, politici e sociali.
Le azioni delle forze dell’ordine sono state coerenti con la legge e sono state contenute manifestazioni violente con l’uso proporzionato della forza. Tuttavia, si sono verificati casi isolati di cui si hanno prove o segnalazioni di abusi da parte di agenti di polizia o forze dell’ordine. Tutti i funzionari coinvolti sono stati messi a disposizione dei tribunali e sono state aperte le indagini del caso[8]. Questi eccessi, che sono stati l’eccezione al comportamento coerente con il regolamento dei nostri corpi di ordine pubblico, sono stati duramente condannati dal presidente Nicolás Maduro in diversi discorsi pubblici, nei quali ha ribadito l’invito alla pace e alla cessazione della violenza.
Le azioni della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) e della Polizia Nazionale Bolivariana (PNB), per contenere la violenza sono state caratterizzate dalla attuazione di norme internazionali per l’uso della forza, stabiliti nei «Principi di base sul ricorso della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine per far rispettare la legge» del 1990 (adottata in occasione dell’ottavo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e sul trattamento dei trasgressori), e dai loro stessi codici di condotta di cui ai regolamenti interni. Se si sono verificati eccessi da parte della Guardia Nazionale o di altri enti statali, questi sono stati sanzionati con il rigore della legge, con la garanzia di un giusto processo.
Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha agito secondo il rigoroso rispetto del principio di diligenza e del principio ampiamente riconosciuto nel diritto internazionale del dovere di prevenzione e contenimento della violenza con l’uso proporzionale della forza, nell’interesse supremo della vita, della pace e dei diritti umani di tutti i cittadini.
La Repubblica Bolivariana del Venezuela ed il suo Governo bolivariano, fedele alla sua convinzione umanista, proseguirà verso la pace con il sostegno e la solidarietà della comunità internazionale delle nazioni civili, garanti della democrazia. A questo proposito, il Venezuela ha chiesto all’UNASUR di creare una commissione di ministri degli esteri per accompagnare e sostenere gli sforzi di dialogo da parte del Governo venezuelano, con riferimento alla Conferenza Nazionale della Pace, perché questo nuovo meccanismo strategico di integrazione regionale ha dimostrato la sua efficacia nella gestione di situazioni che possono essere considerate minacce alla stabilità democratica nella regione.
In questo senso, un comitato di ministri degli Esteri di Argentina, Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Suriname, Uruguay, ha visitato Caracas il 25 e 26 marzo 2014, e ha tenuto un vasto programma di incontri con tutte le forze politiche e sociali del paese, organizzazioni per i diritti umani, rappresentanti di diverse fedi religiose, nonché le autorità pubbliche.
Come risultato di questa prima visita e di dialogo franco e aperto con il Presidente della Repubblica, il Governo venezuelano ha adottato una serie di misure quali la creazione del Consiglio Nazionale per i Diritti Umani (che riferirà e coordinerà le politiche pubbliche in materia di diritti umani, protezione e rifugio, nella ricerca della pace e della giustizia sociale) e ha accolto con favore la proposta di accordo, di comune intesa con i rappresentanti dell’opposizione, per l’accompagnamento al dialogo di un terzo in buona fede, e per i quali il governo ha invitato a partecipare Monsignor Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, che ha inviato il Nunzio Apostolico accreditato a Caracas, monsignor Aldo Giordani, per partecipare alle riunioni del dialogo a cui non ha potuto assistere in prima persona.
Visti i risultati positivi ottenuti da questa Commissione, è stata realizzata una II ed una III visita del comitato di ministri degli esteri di UNASUR per sviluppare ulteriormente queste e altre questioni importanti per il raggiungimento dell’inclusione di tutti i settori politici nel processo di dialogo nell’ambito della Conferenza Nazionale per la Pace.
Infine, va notato che il Governo bolivariano guidato dal Presidente Nicolás Maduro ha fortemente sostenuto la dottrina della pace lasciata in eredità dal Comandante Eterno Hugo Rafael Chávez Frías e sintetizzata in questa frase: «Sconfiggiamo la cultura della guerra e continuiamo a rafforzare la cultura della pace».
Denuncia
Per tutti i fatti segnalati e che hanno rappresentato violazioni dei diritti umani fondamentali, il governo del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, vuole rendere nota la responsabilità per omissione e complicità dei seguenti funzionari che sono attivi nei partiti politici dell’opposizione venezuelana:
- Henrique Capriles Radonsky, Governatore dello Stato Bolivariano di Miranda.
- Gerardo Blyde, Sindaco del Municipio Baruta (Stato Miranda)
- Ramón Muchacho, Sindaco del Municipio Chacao (Stato Miranda)
- Carlos Ocariz, Sindaco del Municipio Sucre (Stato Miranda)
- José Fernández, Sindaco del Municipio Los Salias (Stato Miranda)
- Antonio Ledezma, Sindaco Metropolitano del Distrito Cápital.
- Daniel Ceballos, Sindaco del Municipio San Cristóbal (Stato Táchira).
- Delson Guárate, Sindaco del Municipio Mario Briceño Iagorry (Stato Aragua).
- Enzo Scarano, Sindaco del Municipio San Diego (Stato Carabobo).
- David Smolansky, Sindaco del Municipio El Hatillo (Stato Miranda).
- María Corina Machado, ex Deputada della Assemblea Nazionale.
- Leopoldo López, dirigente del Partito Voluntad Popular.
[2] Artículo 28.1 de la Ley Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía Nacional.
[3] Artículo 49 de la Ley Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía Nacional.
[4]Artículo 65 de la Ley Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía Nacional.
[5]Artículo 178 de la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela.
[6] Artículo 56 de la Ley Orgánica del Poder Municipal.
[7] Artículo 90 de la Ley Orgánica del Poder Municipal.
[8]“…se adelantan 81 investigaciones por presuntas violaciones a los derechos humanos y de allí, 17 efectivos de los cuerpos de seguridad del Estado ya tienen medidas cautelares sustitutivas de libertad y hay 7 órdenes de captura”.
Fuente: Fiscal General de la República, Luisa Ortega Díaz, 28.03.2014.
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