"Minaccia" russa secondo pericolo mondiale, dopo l'ebola e prima del terrorismo
Obama, dopo aver ribadito il carattere “eccezionale” di sè stesso e del Paese che dirige -consuetudinaria formula laicizzata per ribadire il genetico fondamentalismo religioso fondativo- ha stabilito una sorprendente hit parade delle minacce che ora ricorrono il mondo.
Obama, dopo aver ribadito il carattere “eccezionale” di sè stesso e del Paese che dirige -consuetudinaria formula laicizzata per ribadire il genetico fondamentalismo religioso fondativo- ha stabilito una sorprendente hit parade delle minacce che ora ricorrono il mondo.
Ha
suscitato non poche reazioni di stupore in molti partecipanti
all'Assemblea dell'ONU, mentre altri sono rimasti letteralmente di
stucco. Alcuni, come il ministro degli esteri russo Lavrov, hanno
commentato persino con sarcasmo le parole -definite “bizzarre”-
dell'inquilino della Casa Bianca.
Lavrov
ha messo in risalto che Obama è caduto più volte in contraddizione,
dicendo che “ ..è il miglior momento per la storia del mondo” e
dopo qualche minuto affermava olimpicamente che i maligni
“comprendono solamente il linguaggio della forza, non altri”.
Dimentico che in meno di sei anni di presidenza ha bombardato ben 7
nazioni.
Il
rappresentante russo, invece, ha commentato con diplomazia la
classifica dei pericoli secondo Obama. “Il numero uno sarebbe il
virus Ebola, il secondo sarebbe la sedicente aggressione russa
all'Europa, mentre l'ISIS e gli altri terroristi che si propagano
per il Medioriente e nei Paesi in cui sono avvenute
aggressioni da parte degli Stati Uniti, sono classificate al
terzo posto”.
Obama
ritiene che l'Iraq starebbe per “ripiombare nell'abisso”, ma dai!
Sembra quasi una dichiarazione di impotenza, come se 14 anni di
guerra non fossero serviti proprio a nulla. Non sarà che c'è una
relazione di causa-effetto? In realtà è peggio. Molta acqua è
passata sotto i ponti dopo l'esibizione grottesca -nella sede
dell'ONU- delle “fialette del male” da parte del generale Colin
Powel. La guerra irregolare, ad opera di formazioni irregolari,
classificate sempre in una prima fase come “ribelli moderati”,
continua ispirata dallo stesso manuale operativo. I bersagli sono
invariati: Stati petroliferi, di preferenza arabi, sovrani, laici,
multireligiosi e multietnici.
Ieri
si chiamava Al qaed, oggi EI-ISIS-ecc, domani chissà. Servono a
distruggere Stati-eserciti-economie-convivenza civile non più -come
una volta- a dominare pienamente e sottomettere nazioni. Danno luogo
a coalizioni punitive sempre più scarne. Da ultimo, praticamente
solo con il coinvolgimento pieno delle petromonarchie del Golfo,
detentrici del brevetto di fabbricazione e gestione del terrorismo,
in maniera evidente in Libia e Siria. Insomma, ora stanno lanciando
la franchigia per debellarlo, mentre sul territorio turco tutti gli
“antiterroristi” comprano il petrolio rubato dai “nomadi
califfi” dall'incerto logo e dai protettori abituali.
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