Il Trattato commercialedel Pacifico
(Partnership Trans-Pacifico, Tpp) e' in fase di stallo permanente, non decolla e rimane paralizzato. I negoziati per firmare il Tpp -cioè l'area di libero scambio tra 12
paesi sostenuta dagli Stati uniti- non hanno portato a un risultato.
Dopo diversi giorni di trattativa nelle Hawai, il rappresentante del
commercio Usa Michael Froman, in un comunicato a nome dei 12 paesi
partecipanti, ha ripetuto la solita formula vuota dei ''progressi
significativi'' raggiunti, pero' l'accordo rimane
lontano e sempre piu' incerto. Gli Usa cercano di
chiudere questa partita, iniziata otto anni fa, ma Obama non riuscira' a concretarla.
Troppe resistenze e allarmi ha suscitato il Tpp in molti Paesi, non convince le
opinioni pubbliche, che lo identificano come un accordo a
favore delle grandi multinazionali e un castigo per le
economie nazionali e i popoli. Il TPP del Pacifico ha un suo equivalente del Atlantico che vede come vittima l'Europa, dove ha suscitato le stesse resistenze. Per quale motivo svenarsi per la salute delle multinazionali nord-americane in piena crisi? Che diventino competitive al posto di utilizzare la struttura statale degli USA per turlupinare maldestramente la concorrenza. Il lupo che si presenta con la pelle dell'agnello, rimane un lupo.
In Asia hanno detto
''no'', nell'Unione europea invece gli euroburocrati dicono sì. Vanno fermati, per impedire di nuocere ulteriormente.
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