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C’è indubbiamente una guerra mediatica in corso. Ci sono mentitori convinti, gente che stupidamente ripete le stesse bugie, analisti scadenti ed opinioni promosse al rango di analisi. Per poter distinguere sempre una maggior quantità di informazione dalla disinformazione, si possono usare alcuni sistemi molto semplici.
Ma, prima di
tutto, bisogna che le persone si dedichino personalmente ad inseguire la verità, non importa dove, avendo il coraggio di accettare una realtà che potrebbe non necessariamente coincidere con la loro attuale percezione delle cose. L’incapacità di comportarsi in questo modo mette in dubbio la validità di tutte le altre metodiche per determinare la veridicità di ogni tipo di resoconto od analisi.

Trovare la fonte originale
Questo è fondamentale. Quando qualcuno, in un qualsiasi posto, fa un’affermazione, che sia in un documentario storico, in un libro o che riguardi fatti attuali, bisogna trovare la fonte originale. Da dove arriva questa informazione? E’ una citazione diretta? Se è così, può essere verificata questa citazione? Se la citazione è “presunta” o “trapelata”, o comunque un’informazione di seconda mano o senza che ne sia stata rivelata la fonte, è impossibile verificarla è perciò è impossibile considerarla sicura.

Molto spesso le conversazioni riportate per interposta persona servono come base per la propaganda. E’ praticamente l’atto di mettere certe parole sulla bocca di gente che non ha mai detto niente del genere. I media che usano spesso citazioni impossibili da verificare, molto probabilmente fanno della disinformazione.

Se la citazione è confermata, la cosa, da sola, non significa che quanto detto sia necessariamente “vero”. Significa semplicemente che qualcuno ha fatto una certa dichiarazione, la veridicità della quale deve essere determinata con altre metodiche. Arrivare alla fonte di una dichiarazione alle volte manda in pezzi miti di vecchia data. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda gli avvenimenti storici.

Seguire i soldi
Tutte le forme di protesta, i movimenti politici e i combattimenti armati hanno bisogno di ingenti risorse per iniziare, continuare e, sopratutto, avere successo. Hanno anche bisogno di leadership. Se ci si ritrova a leggere resoconti dove non vengono riportate le fonti di finanziamento o i nomi dei leaders, i casi sono due: o questi rapporti non sono in possesso di queste informazioni, e allora dovrebbero dire che queste notizie sono mancanti e che reperirle è essenziale, oppure sono in atto depistaggio e disinformazione.

L’omissione di questi fattori è stata intenzionalmente attuata da tutti i media occidentali per nascondere il coinvolgimento dell’Occidente sopratutto nelle “manifestazioni di protesta” politiche e nelle “ribellioni armate”, che devono apparire spontanee e locali, ma che sono di fatto dei complotti ben studiati e finanziati dall’estero. La cosiddetta “Primavera araba” è forse l’esempio più noto, dove i media occidentali, non sono riusciti, volutamente e ripetutamente, ad identificare i finanziatori e le persone coinvolte nelle proteste di piazza e nei successivi attacchi armati contro le forze di sicurezza in tutto il Medio Oriente e Nord Africa.

Se la gente avesse fatto le pulci a questi resoconti e avesse seguito i soldi, avrebbe trovato un miscuglio di dollari del Dipartimento di Stato Americano e di (fanatismo della) Fratellanza Mussulmana, sostenuta dagli anglo-americani, dietro ogni “sollevazione” in Medio Oriente, con Al-Qaeda che andava a costituire quei gruppi responsabili della disintegrazione della Libia e che attualmente cercano di rovesciare il governo Siriano.

Guardare ciò che la gente fa, non ciò che dice
Ci sono articoli giornalistici, dichiarazioni ufficiali, pezzi di opinionisti, analisi e documenti politici di tutti i tipi. Molte volte, queste diverse fonti si contraddicono a vicenda. Come si fa a capire quale di queste è vera e quale è invece disinformazione? E’ abbastanza semplice: non ascoltate semplicemente quello che dicono i giornalisti, gli analisti e i politici: guardate quello che loro e quelli su cui hanno influenza, fanno.

Gli Stati Uniti affermano di combattere il cosiddetto “Stato Islamico” (ISIS) in Siria. Però, se “seguiamo i soldi” e ci rendiamo conto che è impossibile per l’ISIS mantenere in modo autonomo le proprie capacità belliche in Siria o in Iraq, e che per continuare le sue operazioni ha bisogno di enormi risorse dall’estero, capiamo anche che tutto questo materiale deve sicuramente passare attraverso il territorio controllato di fatto dagli Stati Uniti e dai loro alleati.

Il fatto che gli Stati Uniti non interrompano questi rifornimenti assolutamente vitali, che comprendono truppe di rinforzo armi e denaro, è la prova che le affermazioni dei media e delle dichiarazioni ufficiali governative riguardo gli Stati Uniti che “combattono l’ISIS”, sono false.

Al contrario, in un articolo sul New Yorker del 2007, intitolato “Il reindirizzamento, il giornalista emerito Seymour Hersh aveva dichiarato esplicitamente, citando fonti ufficiali americane e saudite, che l’Occidente e i suoi alleati nella regione avevano pianificato di utilizzare estremisti settari affiliati ad Al-Qaeda per scatenare una guerra per procura contro Siria ed Iran. E questo è esattamente ciò che sta accadendo ora in tutto il Medio Oriente e l’Africa del Nord. Nell’analisi di Hersh si può risalire fino alle fonti, seguendo il flusso del denaro, dal momento che solo una sponsorizzazione che coinvolga interi stati può spiegare le capacità belliche di Al-Qaeda e ISIS in Siria, Iraq e oltre, e tutto questo guardando semplicemente ciò che ora sta accadendo nella regione.

Niente di tutto quello che dicono i media corporativi o le dichiarazioni ufficiali governative può essere verificato in modo similare e, sicuramente, niente di quanto attualmente affermato dall’Occidente combacia con quello che succede di fatto sul terreno.

Consideriamo infine le dichiarazioni politiche rilasciate dai pensatoi finanziati dalla grande industria, come la Brookings Institution. Queste pubblicazioni hanno ripetutamente tratteggiato progetti per armare estremisti, invadere ed occupare sempre maggiori porzioni di Siria ed alla fine abbattere il governo siriano. Anche questo è ciò che precisamente vediamo accadere sul territorio, anche se i media e i rappresentanti ufficiali dell’Occidente affermano che non si tratta di una premeditata cospirazione occidentale, ma piuttosto di una serie di coincidenze e avvenimenti sfortunati.

Considerazioni finali
E’ difficile arrivare alla verità, non solo perchè la gente cerca intenzionalmente di raggirare il prossimo, ma perché spesso molti si raggirano da soli, senza volerlo. La realtà può essere spiacevole. Guardare una nazione che viene distrutta può spezzare il cuore e il desiderio di isolarsi dal dolore attraverso una qualche forma di dissonanza cognitiva può essere irresistibile. Comunque, una delle massime più importanti dell’esistenza umana è “conosci veramente tè stesso e conosci il tuo nemico”. In verità, questo non è solo per essere virtuosi oppure no, è il fattore che fa la differenza fra la vittoria e la sconfitta.

Se la vittoria sulle forze dell’egoismo e della tirannide è il nostro vero obbiettivo, allora dobbiamo guardare in faccia le cose, per quanto spiacevoli esse possano essere. Se non ci riuscissimo, questo potrebbe costarci tutto, e quelli che dell’egoismo e della tirannide fanno la loro ragione di vita lo sanno benissimo. Questo è il motivo per cui hanno investito così tante risorse per annebbiare la realtà e offuscare la verità. Noi dobbiamo investirne ancora di più per vedere attraverso questa realtà annebbiata e scoprire la verità, non importa quanto spiacevole essa possa essere.

Articolo di Tony Cartalucci pubblicato da New Eastern Outlook il 29 Marzo 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it