curioso nesso tra democrazia e calorie
Nella tourné che ha portato il vicepresidente USA M.Pence in quattro capitali dell'America latina, ha incassato un rifiuto esplicito e pubblicamente manifestato, a qualsiasi tipo di intervento contro il Venezuela. A Santiago del Cile, Buenos Aires, in Colombia e in Panama Pence ha raccolto l'indisponibilitá anche dei governi attualmente piú docili verso Washington -e piú ostili verso Caracas- a imbarcarsi o fiancheggiare avventure chesiano una riedizione o che richiamino alla memoria l'epopea neocoloniale delle invasioni o
spedizioni militari. E' molto lontano il 1954: spedizione per abbattere Arbenz e salvare il Guatemala -e la United Fruit Company- dalla riforma agraria, impropriamente definita "comunismo". O le bombe natalizie del 1989 sul quartiere popolare del Chorrillo di Città del Panama.
Chiarito questo, il vice di di Trump ha sterzato, toccando il tasto delle "pressioni" economiche. Gergo, eufemismo per non dire boicottaggio, embargo, sospensione dei commerci e della normalitá attivitá delle banche, chiamate a bloccare le transazioni del Venezuela, vale a dire minimizzarne l'accesso al mercato internazionale.
La classica prosa del vicepresidente M.Pence brilla per chiarezza e contradditorietá: "Bisogna accentuare la pressione diplomatica ed economica sul regime di Maduro a livello continentale, ma anche mondiale...In Venezuela c'é la tragedia di una dittatura. Il popolo soffre e muore. C'é molta povertá e nessun accesso al cibo e ai medicinali.."
Ergo: la Casa Bianca lancia un appello per una "pressione economica" di tipo mondiale (sic), affinché finalmente scarseggino seriamente gli alimenti e i farmaci! La ricetta imperiale é antica, per nulla originale: c'é un nesso tra la democrazia e le calorie? Sí, basta che il mondo rinunci a commerciare medicine e cibo con il Venezuela!
Ma non é una violazione dei "diritti umani"? No, la colpa ricade sempree solo su Maduro.
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