jueves, 19 de octubre de 2017

CHI HA LA CHIAVE delle RETI SOCIALI in VENEZUELA?


Nel corso della campagna elettorale culminata con il successo delle forze bolivariane (18 regioni su 23), le reti sociali sono state il terreno privilegiato, direi esclusivo, riservato al container dei variegati segmenti oppositori. Per essere più esatti, sia Facebook che Instagram erano proibiti ai video o agli spot pubblicitari del Polo Patriottico e del Partito Socialista unito del
Venezuela (PSUV). Accettavano e trasmettevano soltanto materiali dei leaders ed organizzazioni anti-governative, sino al punto che hanno negato la possibilità di replicare ai contenuti diffamatori o non corrispondenti alla verità. La faziosità è arrivata a negare al Presidente Maduro sotto attacco, o alle istituzioni legali d'un Paese sovrano, il diritto di espressione per difendere la propria onorabilità.
I propietari delle "reti sociali" hanno preferenze di classe, agiscono come "attore politico" e si ergono al di sopra e al riparo di ogni legge.

Durante la conferenza stampa concessa ai media internazionali, il Presidente maduro ha denunciato questi retroscena e ha posto una domanda "in Venezuela, chi ha la chiave delle reti sociali"?

La vice-ministro della Comunicazione digitale Andrea Hermoso (qui) ha risposto così: "facebook dispone di molte sedi in America latina. In Venezuela, Bolivia, Ecuador e Paraguay sono rappresentati commercialmente da Cisneros Interactive; mentre in Brasile e Argentina dispongono di una struttura propria. Twitter non ha rappresentanti commerciali in Venezuela. Facebook è padrone di Instagram. Quel che fanno è legale perchè nel nostro Paese non esistono leggi che proibiscano quel che hanno fatto".

La parte visibile di queste compagnie, quindi, si limita a una struttura commerciale, di vendita pubblicitaria e marketing, non rispondono per quel che riguarda l'uso dei contenuti, dati personali e diritti d'autore o messaggi violenti, lascivi, uso dell'anonimato, diffusione di notizie false".

Di fronte agli abusi fraganti e reiterati, le autorità hanno segnalato gli allarmanti pericoli cui sono sottoposte le istituzioni, e si apprestano ad una disanima di questa nevralgica materia, a cui deve essere tolto il manto di "esoterismo" che attualmente la ricopre. Si intravede un esteso dibattito pubblico nel seno dell'Assemblea Nazionale Costituente e il varo di una normativa a protezione dei diritti dei cittadini, defgli utenti ed elettori.


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