viernes, 11 de mayo de 2018

É ORA CHE l'ITALIA TORNI IN IRAN


Antonio de Martini ....L’Iran è il solo paese che sia riuscito a portare gli Stati Uniti al tavolo dei negoziati senza dover passare per uno scontro armato e sgambettando le ambizioni geopolitiche di Netanyahu e di Bandar Bush. Due megalomani pazzi assecondati dai soci in affari.
Tra i negoziati in corso attualmente tra Oriente e Occidente ( Israele, Palestina,
Ucraina, Siria, Iran) , il solo che sembra realizzare progressi è quello con L’Iran, la cui classe dirigente è adeguata anche grazie ad una attenta selezione meritocratica ottenuta durante la lunga guerra Iran-Irak  e negli anni di scontri geopolitici in tutto il Medio Oriente: dall’ Afganistan, al Libano, Siria, Yemen, Bahrein. Ovunque i persiani si sono scontrati con gli interessi occidentali, questi non hanno prevalso.

Ora che è giunto il momento della pace e degli scambi commerciali, ecco gli USA, prammatici come sempre, che hanno battuto tutti sul tempo presentando – tramite la loro ambasciata – alcuni progetti e proposte : la Cisco ( offre l’infrastruttura internet ” per promuovere la democrazia”), La Boeing ( per vendere i pezzi di ricambio della flotta aerea stremata da lustri di sanzioni tecnologiche) e il gruppo Chrysler (per l’occasione non più italiano, ma yankee) che offre 75 miliardi di investimenti nel paese in vista di rinnovare il parco automobili del paese, vetusto poco meno di quello di Cuba.

Anche la Francia ha approfittato del fatto di far parte del mondo dei privilegiati e – senza attendere la dichiarazione di fine delle sanzioni –  ha  già portato in Persia una delegazione di ben 350 aziende francesi per impostare e concludere affari possibilmente prima che si inizi la partita della libera concorrenza. Un po come lanciare un gancio al rivale che sta salendo sul ring, prima che l’arbitro dia il segnale del combattimento.

Noi in Italia, abbiamo avuto un convegno a Bergamo in cui sono i persiani che sono venuti a trovarci, ma non ci sono tracce di attività del nostro ministero degli esteri, solo iniziative individuali e private. Il paese è ben dotato di capitali, adora gli italiani ( recte: detesta gli anglosassoni e la spocchia germano-gallica), vuole fare affari con noi anche in virtù di antichi rapporti. L’Iran Air avrebbe grandi vantaggi a comprare Alitalia e le sua flotta seminuova invece di comprare i pezzi di ricambio dalla Boeing che glieli farà pagare ben cari. Gli italiani avrebbero qualche vantaggio occupazionale in più a Iranair otterrebbe un gran numero di rotte, specie sugli USA: un paese di 75 milioni di persone ne ha bisogno, mentre il Katar ha trecentomila abitanti….

testo integrale QUI


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