martes, 19 de junio de 2018

BENETTON: SENSIBILE con gli "EMIGRATI", REPRIME i MAPUCHES nel suo LATIFONDO della LONTANA PATAGONIA


BENETTON DIFENDE I MAPUCHES CON LO STESSO ARDOR? (qui )  pagherá il diritto di immagine a questi uomini?
La Benetton ha riflessi olimpionici, e con la rapiditá del fulmine ha lanciato una campagna pubblicitaria di grande "contenuto" sociale. Come nei gloriosi anni 90 quando metteva gol a raffica, conciliando la vendita dei suoi manufatti di cotone con l'estetica "tutti frutti"
dell'uguaglianza (estetica) della sua clientela sparsa in tutti i 
continenti. Oggi, afferra al volo le immagini dei disperati costretti alla fuga per salvarsi dalle guerre "umanitarie" e/o "antiterroriste" promosse dagli USA, NATO, Arabia Saudita, Francia, Inghilterra e Israele in Siria e in tutto il Medioriente. 

Benetton, tacendo sulle cause e sui metodi,  si arrampica sul podio dell'auto-legittimazione etica, sfoggiando l'aura evanescente dell'etica a buon mercato, oltre al reiterato  narcisismo (taglia XL). 
Quanta bontá, nobiltá d'animo e virtuosismo sprigiona il marchio Benetton, e quanta bassezza e perfidia emana dai tanti Salvini che gli italiani hanno scelto come propri governanti! 



Peccato che Benetton non usi lo stesso metro etico per il popolo Mapuches della Patagonia argentina, dove ha comprato 900000 ettari di terre ancestrali . Altri parlano apertamente di impero Benetton (qui). 

Laggiú, il brand "umanitario" di Treviso, procede a recintare con filo spinato i suoi possedimenti che si perdono a vista d'occhio. Sembra una regressione ai tempi della servitú della gleba, quando l'aristocrazia russa disponeva a piacimento della terra e di chi la lavorava. Laggiú, in quella latitudine che lambisce il polo sud, le comunitá indigene Mapuches lottano per la sopravvivenza e contro i nuovi padroni. Lotta per preservare l'uso  di quel territorio che abitano dalla notte dei tempi, e il diritto a poter transitare.

Per Benetton, la libertá assoluta di movimento é sacrosanta per i figli dell'Africa martoriata, peró la nega agli indigeni Mapuches sui loro territori ancestrali. D'un lato, apologia mercantilista della libertá di "emigrare" -anche con le mafie- tra i vari continenti. Dall'atro, repressione feroce del diritto di transito sul suo latifondo in Patagonia. 

D'un lato, l'Italia sarebbe un contenitore illimitato che puó assorbire tutti gli sfollati prodotti dai multipli "umanitarismi" a mano armata, di cui sono protagonisti USA-Francia-NATO in Mali, Repubblica  Centro Africana e Niger. 
All'altro capo del mondo, invece, altra musica: sul mio territorio, i Mapuches smettano di infastidire e rallentare gli investimenti. Smettete di ostacolare il progresso, perché "United Colors" ha buoni e probi amici nella Gendarmeria e in tutti i governi dell'Argentina. 

Mapuches, non meritate nemmeno un servizio fotografico del gran maestro Oliviero Toscani. Non entrerete giammai nella post-modernitá finanziaria. Siete condannati all'oblio! Non sarete mai protagonisti di alcuna rivoluzionaria -ca va sans dire- campagna pubblicitaria.

vedi La Comunidad contra la Compañía: Mapuche vs. Benetton & Co      qui

El País: Benetton y los Mapuches, batalla sin fin en la Patagonia argentina   qui

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