martes, 3 de junio de 2008

Lettera Aperta da Haiti a Lula

Lettera Aperta delle organizzazioni haitiane a LULA
Durante la recente visita del Presidente brasiliano Lula Ignacio da Silva, varie organizzazioni e movimenti di Haiti divulgarono una lettera in cui si afferma: “vista la necessità di stabilire una coperazione dal basso tra i vari popoli del sud del mondo, dove non esista lo sfruttamento, le chiediamo, signor Presidente, di provvedere inmediatamente al ritiro dei suoi soldati dal nostro Paese.”

Lettera Aperta a Lula

Porto Principe
28 maggio 2008

Signor Presidente
Si sarà reso conto che durante la sua visita di oggi -28 maggio del 2008- non ha ricevuto la stessa accoglienza come nel 2006 quando –accompagnato dalla squadra nazionale brasiliana- tutti “impazzirino”, scambiando le illusioni per realtà.

In realtà sono cadute le maschere. Per prima cosa, il clamoroso fallimento della missione MINUSTAH rispetto agli obiettivi dello stesso Consiglio di Sicurezza dell’ONU del maggio del 2004. Oggi nessuno crede nel “disinteressato aiuto” di questa missione. Noi abbiamo compreso inmediatamente il lato oscuro della “missione umanitaria”.

L’arrivo del figlio del vice-presidente Alencar –propietario dell’industria tessile più importante del Brasile- per vedere dove aprire “zone libere” e controllare con i suoi occhi la nostra famosa “manodopera a basso costo”, ha finito per aprirci gli occhi. Anche oggi, della sua comitiva fanno parte notori capitalisti, sicuramente avidi di scommettere su questo “oro vivo”: si vanno chiarendo così gli obiettivi.

C’è di più. Tutti hanno visto il comportamento sia degli alti responsabili della missione che ricevono stipendi scandalosi –in un Paese così sprovvisto di tutto- sia quello dei soldati: la repressione nei quartieri popolari è aperta, come l’arroganza degli ufficiali, o l’atteggiamento dei soldati sui blindati, con le mitragliatrici sempre puntate contro le nostre teste.

Costoro, approfittando della situazione di dominio che istaurano, commettono inqualificabili e riprovevoli azioni…come il terrore durante i resentí avvenimenti.

L’essenza e la forma non lasciano più alcun dubbio: si tratta di una occupazione, di una tutela armata, e la sedicente “coperazione sud-sud” non inganna più nessuno: è solo una solidarietà tra classi le dominanti dei vari Stati, sotto la rapace direzione delle multinazionali.

Come si è arrivati a questa situazione? Com’è possibile che la rivoluzione più importante del continente abbia potuto partorire questa profonda umiliazione? Com’è che governi scaturiti dalle lotte dei lavoratori e dalle mobilitazioni popolari, giocano coscientemente il ruolo degradante di esecutori dei piani imperialisti?

Cerchiamo di spiegarlo nell’annesso. “Tutte le maschere della menzogna” espone la logica di tal sentenza, e i reali obiettivi del progetto imperialista-borghese di sfruttamento infinito. E il ruolo che lì deve svolgere Lei.

Rifiutando i suoi “aiuti” così come li concepisce e la presenza dei suoi soldati armati, finisce preconizando che un’altra coperazione è possibile

“….che unirebbe tutti gli operai, tutti lavoratori e tutti i popoli, che sono fundamentalmente fratelli; con l’agricoltura, la medicina, la costruzione delle città, con il sorriso, con la danza e i canti finalmente liberati, con la produzione colettiva e gli scambi equi”.

Signor Presidente,
la presenza delle forze di occupazione dell’ONU in Haiti costuisce un affronto al popolo haitiano a ai nostri avi che si batterono per lasciarci un territorio libero da ogni dominazione straniera.

In nome della lotta contro la dominazione straniera e il diritto all’autodeterminazione del popolo haitiano, in nome del diritto alla vita della gente dei quartieri poveri falcidiata dai proiettili assassini dei suoi soldati, però con lo stesso sentimento con cui dichiarò che la IV Flotta degli Stati Uniti “non è grata” nei porti del suo Paese; in nome della necessità di stabilire la coperazione dal basso tra i popoli del sud, Signor Presidente le chiediamo che proceda a ritirare inmediatamente le sue truppe armate dal nostro Paese.

Yannick ETIENNE
Batay Ouvriye

Camille CHALMERS
Plateforme Haitienne pour un Droit Altenatif

Marc-Arthur FILS-AIMË
Institut Culturel Karl Léveque

Guy NUMA
Mouvman Demokratik Popilé

PS

Avremmo desiderato consegnarle direttamente questa lettera, ma la polizia nazionale –che sta sotto il commando dei suoi militari- ce lo ha categoricamente proibito così come quasiasi altra manifestazione della libertà di espressione.

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