viernes, 30 de enero de 2009

Battisti, La Russa e il Mantica


Diplomazia delle teste di cuoio

*Il sottosegretario Mantica, con delega per gli italiani all'estero, dopo il rifiuto del Brasile a consegnare Battisti all'Italia, con mestizia ha detto che "..mi addolora constatare però che nessun rappresentante della comunità italiana in Brasile si sia reso protagonista di una presa di posizione a difesa della nostra democrazia".
Il Mantica e' deluso perche' la popolazione italiana -o i discendenti- non risponde solerte ed automaticamente come egli desidera alle sue esortazioni, e non si unisce alle manovre "diplomatiche" contro le autorità brasiliane. Vorrebbe che osannassero la levata di scudi decretata dalla Farnesina che fa piazza pulita del rispetto delle regole, delle leggi e della sovranità dei Paesi in cui vivono. Che direbbero se Ahmedinajad o il governo marocchino incitassero i loro concittadini residenti in Italia a intervenire contro le decisioni della magistratura italiana?

***La concezione della "comunità" -propria al sottosegretario- è quella di una protesi esterna che il gerarca romano attiva a suo piacimento, secondo circostanze e convenienze che non si prende la briga nemmeno di spiegare. Il Mantica si lascia scappare questa perla "...dal governo brasiliano, francamente, non possiamo accettare lezioni".
Dal Giappone che non consegna D. Zorzi, dalla Francia e dall'Inghilterra -invece- il Mantica le lezioni le accetta di buon grado, a capo chino.
E il La Russa si guarda bene dall'invocare sospensioni di competizioni sportive, o il boicottaggio del sushi o del wisky.
Con il Brasile salta fuori l'arrogante, provinciale e miope complesso di superiorità eurocentrico, il disprezzo verso il mondo in via di industrializzazione, e pretendono che gli "italos" che vivono in Brasile facciano la clacque.

**** "Se dalla comunità italiana..ci fosse un sostegno -continua il Mantica- in caso di buon esito dell'estradizione, potremo dire che siamo stati tutti determinanti. Solo partecipando in questo senso potremmo dirci una vera comunità nazionale e non un semplice insieme burocratico di certificati e documenti".
Il problema è proprio che non si è neppure un "semplice insieme burocratico", visto che per un rinnovo del passaporto -non certo l'ottenimento della nazionalità italiana per i figli e nipoti- l'evanescente burocrazia consolare condanna a tempi biblici di attesa.
Gli "italos" -e discendenti- sono consapevoli che la Farnesina fornisce il peggior servizio, e lo constatano direttamente stando a contatto con gli spagnoli, portoghesi, francesi, e comparando le prestazioni, l'efficienza e la rapidità dei loro servizi consolari. Manca molto per formare un discreto "insieme burocratico di certificati e documenti", all'altezza dell'era informatica.

*****L'affaire Battisti è diventato una formidabile arma di distrazione di massa, per distogliere l'attenzione dal preannunciato "meno 2,5%" della produzione e gli inevitabili effetti collaterali: disoccupazione, pignoramenti, crollo della rendita famigliare, ripresa dell'emigrazione.
Il Mantica e il La Russa fomentano il risentimento contro il Brasile, ma "l'insieme burocratico di certificati e documenti" li lascia soli in questa stolta e nostalgica pretesa.
Nei Paesi sudamericani hanno saputo trovare soluzioni ai gravi conflitti sociali degli anni 70, al punto che oggi vari ex-guerriglieri sono vicepresidenti della Repubblica, ministri o alti dirigenti governativi.
In Italia non si vuole voltare pagina, non c'è perdono, e si vuol mantenere occulto il valore sociale del forte conflitto degli anni 70. I post-fascisti e i post-comunisti hanno dimenticato che il guardasigilli Togliatti, nel 1948 firmò l'amnistia che liberò tutti i prigionieri della lunga guerra civile e della guerra. Togliatti dopo solo tre anni, loro nulla dopo trenta!
Non si pretenda che Paesi che hanno superato traumi più gravi dei cosiddetti "anni di piombo" accettino di contravvenire alle loro leggi. Se Battisti è stato condannato per "associazione sovversiva" è evidente la natura sociale dei suoi capi di imputazione. Non è un narcotrafficante, nè un terrorista, e nemmeno un bancarottiere (come quello che l'Italia non consegnò al Brasile). Se i giudici brasiliani ricordano che Battisti è stato condannato in base a una "normativa giuridica di emergenza", li si può smentire?

*****Il Mantica e il La Russa credono che il Brasile è una "repubblica delle banane". Crasso errore: e' una economia più forte di quella italiana, con un PIL più elevato, e quest'anno non soffrirà decrescita alcuna; è un Paese che si appresta ad essere un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Gli "italos" sono meno ignoranti di quanto loro credano e non li seguono nell'avventurismo e nella mancanza del ridicolo.

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