Russia, Cina, Germania, Francia, Conferenza Islamica contro "No fly zone" - Lega Araba ostile ad interventi stranieri - Turchia: NATO può intervenire solo quando è aggredito un Paese alleato - USA e inglesi strattonano la NATO per l'ok ad intervento militare - Londra sta esaurendo il proprio gas
T.P. - Senza nemmeno ascoltare la versione della Libia, senza contradditorio, senza che nessuna delegazione abbia visitato il Paese incriminato per verificare direttamente la veridicità dei delitti e la fondatezza dei capi di imputazione, l'ONU ha estromesso la Libia dal suo seno. E' la prima volta che accade. Su che base? Praticamente, sulla scorta delle informazioni diffuse a tappeto dal
sistema della comunicazione e dalle catene di radio-tv occidentali e degli emirati. Alto è il grado di tossicità ottenuto con proporzioni intensive di manipolazione mediatica. Poi, una volta fallito l'iniziale ed ottimale scenario "assalto al Palazzo ed esecuzione del tiranno", è stata una affannosa corsa contro il tempo. Con la velocità d'un centometrista olimpionico, a rotta di collo, per ottenere il quadro "giuridico", vale a dire l'ok dell'ONU, NATO, Consiglio di sicurezza, e l'Unione Europea ad un intervento militare.
L'ONU concede l'embargo della vendita delle armi alla Libia e l'attivazione del Tribunale dell'Aja, altri vi aggiungono il congelamento dei beni di Gheddafi -in realtà sono risorse finanziarie della Libia- ma gli Stati Uniti e il bulldog britannico strattonano e strillano per strappare anche la "zona di interdizione di volo". In sostanza, la licenza per sparare comodamente dei missili dalle fregate e portaerei del racket anglosassone su qualsiasi cosa si muova sul cielo libico.
Come nel caso delle sanzioni all'Iran, l'avallo dell'ONU è solo un pretesto iniziale per poi aggiungere altri ingredienti al menù, secondo le convenienze di Washington, Londra ed ora persino di Ottawa. Ed anche in questo caso, la Russia ha immediatamente fatto sapere che si oppone ad altre sanzioni supplementari, se non approvate esplicitamente in sede ONU. Anche la Cina si oppone alla "No fly zone": la soluzione deve ottenersi "solo attraverso dei mezzi pacifici" ha detto Li Baodong. Anche la Germania ha specificato che la proibizione dei voli interni alla Libia non ha la loro approvazione. La Lega Araba si schiera contro ogni tipo di intervento occidentale in Libia.
Il primo ministro turco Erdogan, è stato esplicito: "la NATO non ha nulla da fare lì, può intervenire solo quando un Paese aleato è aggredito". E' una evidenza che non c'è accordo tra la NATO e i desiderata anglosassoni, così come traspare una divergenza tra l'Europa del sud e i Paesi del nord. Barroso, ahinoi, non si è aggiornato e continua con le stesse banalità della settimana scorsa.
L'Iran, per mezzo di Ahmedinajad ha precisato che "..se tornano a intervenire militarmente contro qualsiasi Paese dell'Africa del nord o del Medioriente, i popoli della regione scaveranno la fossa ai vostri soldati...Adesso dicono che stanno combattendo dei dittatori, però qui ogni dittatore riceve sempre l'appoggio occidentale". Persino alcuni dei 30 membri del "Consiglio nazionale" della regione di Bengasi, hanno manifestato preoccupazione per la sorte del petrolio ed hanno detto che non hanno bisogno di "interventi esterni" per risolvere la partita con Tripoli.
Nell'apparizione pubblica odierna, Gheddafi ha sollecitato l'arrivo di una commissione internazionale che indaghi sulle vicende che conosciamo solo attraverso i media. Può inviarla anche l'ONU a condizione che sia affiancata da altri organismi internazionale di diversa natura.
C'è una frenata per quel che riguarda la "no fly zone": gli occidentali conoscono bene la tipologia di armamenti che vendettero, in particolar modo le 400 rampe di missili anti-aerei.
A Roma, anzichè assecondare il delirio dei britannici in piena paranoia perchè sono al terzo anno consecutivo di importazione del gas(qui), farebbero bene a ricordarsi dei 7 miliardi di euro che sono in ballo con la Libia. Se Londra sta esaurendo il proprio gas, si prepari ad importarlo come gli altri Paesi europei. Non ad assaltare manu militari quello libico. Il rischio è quello di essere rimpiazzati dalle compagnie cinesi e dell'India, come ha scandito oggi l'odiato Gheddafi.
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