Il vertice dei capi di Stato della Cina, Russia, Brasile, India e Sudafrica (BRICS) si è concluso in un'isola del sud cinese, con un comunicato congiunto in cui si condanna la prosecuzione delle operazioni militari in Libia e sollecita la "modernizzazione del sistema monetario internazionale". Sebbene queste nazioni -meno il Sudafrica che votò favorevolmente- optarono per astenersi nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, oggi dicono apertamente che "l'uso della forza deve essere evitato; siamo favorevoli ad una soluzione negoziata e sosteniamo l'iniziativa dell'Unione Africana. Le parti in conflitto devono risolvere i problemi con il dialogo".
Il lider sudafricano Zuma ha ribadito l'appello alla NATO ad interrompere i bombardamenti. Il presidente russo Medvedev ha detto che i governi occidentali che partecipano alla campagna aerea contro la Libia sono andati al di là del mandato contenuto nella risoluzione dell'ONU. "L'accorda era...chiudere una zona aerea (sulla Libia) per impedireol'intensificazione del conflitto. Con quali risultati? Abbiamo ottenuto un'operazione militare...però la risoluzione dell'ONU non fa nessun riferimento a questo".
Le cinque potenze emergenti -50% dell'economia mondiale tra cinque anni- concordano nell'evidenziare che i governi occidentali che agiscono militarmente contro la Libia hanno ecceduto nel loro mandato, contribuendo all'aggravamento della crisi petrolifera e al forte rialzo dei prezzi del greggio.
Il BRICS è seriamente preoccupato per l'enorme deficit commmerciale e di bilancio corente degli Stati Uniti che può portare ad una repentina svalutazione del dollaro. Hanno perciò deciso che le loro cinque banche centrali per lo sviluppo aprino linee di credito e funzionino con le rispettive monete nazionali. "L'economia mondiale attraversa una fase di cambi profondi e complessi" ha detto il presidente cinese Hu Jintao "Questi tempi esigono que le nazioni del BRICS rafforzino la collaborazione e il dialogo". La BNC -banca cinese per lo sviluppo- è pronta a prestiti per 10 miliardi di yuan alle banche corrispondenti del BRICS, e la Russia ha anticipato che chiederà un prestito per l'equivalente di 500 milioni di dollari.
Il futuro del dollaro ha davanti a sè insidie crescenti, non solo potenziali o teoriche, perchè prendono corpo con più nitidezza alcune concrete alternative. Il BRICS è favorevole ad un ruolo decisivo del yuan, perchè rispecchia la forza dell'economia cinese, e l'India e il Brasile indicano che solo ci deve esere la sua convertibilità. Secondo il FMI, la crisi ha colpito con durezza l'area industrializzata occidentale ed il Gipapone, di cui prevede una crescita del 2,4% nel prossimo biennio, mentre le economie emergenti faranno un balzo in alto del 6,5%.
1 comentario:
Il vero messaggio e': stop al bombardamento del dollaro.
Sta finendo l'era del dollaro come moneta di riserva globale. Se finisce, e finisce, quest'era, per gli USA sono dolori molto acuti. Dovranno rimboccarsi le maniche e scendere dalla montagna di privilegi teologici su cui stanno seduti.
Il principale e' quello di batter moneta a gogo' senza lo straccio di una copertura. O meglio la copertura finora e' giocata dalla mastodontica macchina militare. Quanto resistera' questa macchina costosissima e in fin dei conti, sul lungo periodo distruttiva e autodistruttiva? E' una macchina che si nutre di guerre, di petrolio, di uranio, di plutonio, di vite umane e di risorse tolte all'economia civile.
Perche' solo i BRICS devono cominciare a muoversi? Che ci fanno tutte quelle montagne di dollari nei tesorieri delle banche nazionali e della BCE? Dovrebbero star li' a garanzia del valore della moneta X o Y. Ma il dollaro oggi e' solo garanzia di svalutazione o di affondamento. Da quando in qua una moneta carica di debiti, con dietro un'economia che annaspa, basata sulla finanza creativa e sull'inganno, dovrebbe rappresentare una garanzia?
L'uomo della strada, che non percorre gli elitari corrridoi delle banche centrali o ancora piu' su, la domanda se la pone: che razza di ragionamenti fanno costoro che stanno alla guida di queste istituzioni? E' di pochi anni fa' la decisione in mutuo accordo di liberarsi delle riserve auree.
Nel frattempo il valore dell'oro e' schizzato alle stelle battendo ogni record. E' competenze finanziaria questa? I dati cantano da soli, non c'e' bisogno di cervelloni che li spieghino. Si sono liberati di oro vero, tangibile, per comprare dollari di cartapesta.
Ordunque, il tempo della fine del dollaro e' giunto. I BRICS l'hanno capito. Non la stessa cosa si puo' dire dei banchieri centrali. Non lo danno a vedere. Eh si', vorrebbe anche dire cambiare la modalita' di fare gli acquisti petroliferi, non piu' in dollari; diciamola tutta non piu' nemmeno petrolio alla lunga.
C'e' solo da sperare che il dollaro non esploda istantaneamente come un missile da crociera giunto sul bersaglio, perche' in una situazione del genere sarebbero molti gli effetti collaterali.
Senza dollaro niente armi sofisticate. Niente armi sofisticate niente superpotenza. Niente superpotenza niente uranio impoverito. Niente uranio impoverito niente guerre umanitarie. Forse non tutto il male vien per nuocere.
E i cocci? Be', i cocci del vaso rotto sono dei padroni del vaso. A cui conviene tornare all'artigianato e vivere con i vecchi vasi di terracotta, perche' quelli all'uranio costano troppo e la moneta per pagarli e' solo carta, nemmeno tanto igienica. Con la carta straccia si fanno solo i cortei del carnevale: gigantesche statue satiriche su questo e quello. Sta arrivando anche il momento del dollaro, la sua carnevalata finale, la sghignazzata finale.
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