Cristina Fernandez ha stravinto le elezioni presidenziali con il 54% dei voti. Dietro di lei, il vuoto. Con il 15% dei voti si colloca al secondo posto H. Binner e la sua coalizione del Fronte Ampio Progressista. Buon ultimo, il radicale Alfonsin (figlio) supera appensa il 10%. Cristina ha altri quattro anni per dare continuitá alla proposta politica che ha risollevato le sorti dell'Argentina dopo c'é altro progetto di Paese, al di fuori di quello iniziato da Nestor Kirchner e che si basa sull'alleanza di tutti i movimenti sociali e politici originatisi durante la buia notte neoliberista e che caratterizzano la nuova Argentina. Escono con le ossa rotte i sostenitori ideologici ed acritici della libertá assoluta del mercato e della minimizzazione dello Stato.
la catastrofe neoliberista di dieci anni fa. Il voto ha sentenziato che non
La ripresa economica e la maggiore coesione sociale ottenuta con il rilancio dell'economia mista, il freno ai monopoli interni ed ai centri finanziari internazionali ottenuti con l'intervento pubblico, e' stata ratificata da una massiccia maggioranza senza precendenti. Sono proprio quelle politiche invise e messe al bando dalle elites d'Europa e degli USA che -pero'- hanno tirato fuori l'Argentina dalla crisi. C'e' chi entra nel tunnel e c'e' chi ne e' uscito: basta mettere all'angolo il FMI. Basta rimettere al loro posto i banchieri.
Con la vittoria di Cristina si rafforza il blocco sudamericano dell'UNASUR ed e' un buon auspicio per il sorgere dell'unione politica continentale, prevista il 5 dicembra a Caracas. Il varo della CELAC é l'unione dell'America latina e Caraibi, senza USA e Canada.
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