lunes, 17 de febrero de 2014

Il populismo è democratico


TP - La neolingua mediatica che sprofonda nel gargarismo gergale in cui è ridotta oggi la politica, che significato attribuisce all'inflazionata accusa di populismo? A parte l'intenzione di usarlo -chissà perchè- come offesa o insulto, sembra ignorare che si tratta di una categoria politica presente nella storia repubblicana del nostro Paese. Molto prima di quella iniziata nel 1946, e non solo nella penisola italiana. Populismo è sempre anti-finanza, ma viene arbitrariamente associato solo all'anti-
politica. Gli untori ne fanno una sorta di formula passepartout contenente demagogia, estremismo e avventurismo. A cui contrappongono il realismo e le superiori virtù immacolate degli economisti neoliberisti. Tacciono sempre, giustificano o hanno una fede granitica -come il gazzettiere E. Scalfari- nel decisionismo unilateralista dei poteri sovranazionali segreti o auto-eletti.

 A tutto questo è sottesa una implicita negazione delle capacità di scelta dei ceti bassi e medi, soprattutto quando esprimono orientamenti critici o divergenti dal percorso a senso unico tracciato dalle elites. Gli antipopulisti da talkshow, non si azzardano ancora a dire a voce alta che le decisioni pubbliche devono spettare solo alle elites economiche. Però poco ci manca, in ogni caso è pretenzioso o “populista” credere il contrario. Per loro non dovrebbero avere diritto di cittadinanza quei movimenti che rivendicano la democrazia partecipativa o che svelano l'essenza autoritaria della nuova oligarchia in via di formazione.

E' una storia che ha radici lontane, antica quanto la lenta conformazione istituzionale della nostra vita pubblica repubblicana, in cui " è possibile mostrare la continuità tra l’anti-populismo e il pensiero conservatore e antidemocratico". Per Machiavelli è popolo tutto quel che si contrappone alle elites e frena la concentrazione della ricchezza e del potere.  E' quanto affermano Lorenzo Del Savio e Matteo Mameli in uno stimolante e opportuno testo che si intitola "Il populismo è democratico - Machiavelli e gli appetiti delle élite" (qui). 

Lungi dalle banalità in voga e dallo sfoggio di ignoranza illustrata dei media globali, "è possibile contrapporre ai pericoli che derivano dagli istinti popolari i pericoli altrettanto seri costituiti dagli abusi, talvolta persino inconsapevoli e involontari, delle élite". L’anti-populismo è sempre stato uno strumento delle onnivore oligarchie proiettate alla conquista di nuovi privilegi.

Tutti coloro che vogliono appellarsi a valori democratici dovrebbero tener presente che la contrapposizione su cui bisogna concentrarsi non è quella tra giudizio popolare, con tutti i suoi limiti e le sue imperfezioni, ed élite illuminate, ma piuttosto quella tra giudizio popolare ed élite che fanno parte di oligarchie i cui interessi sono molto spesso lontani da quelli della stragrande maggioranza della popolazione. È per questo motivo che una rivalutazione del populismo è importante per la soluzione dei problemi che le democrazie contemporanee si trovano ad affrontare. Le fonti di tirannia non si limitano a quelle segnalate da Guicciardini e Madison – ossia le folle incostanti, ignoranti e malevole – ma includono l’enorme potere politico che la ricchezza garantisce a una piccola minoranza di individui”.

Testo completo di "Il populismo è democratico - Machiavelli e gli appetiti delle élite" qui


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