TP - La
neolingua mediatica che sprofonda nel gargarismo gergale in
cui è ridotta oggi la politica, che significato attribuisce
all'inflazionata accusa di populismo? A parte l'intenzione di usarlo
-chissà perchè- come offesa o insulto, sembra ignorare che si
tratta di una categoria politica presente nella storia repubblicana
del nostro Paese. Molto prima di quella iniziata nel 1946, e non solo
nella penisola italiana. Populismo è sempre anti-finanza, ma viene
arbitrariamente associato solo all'anti-
politica. Gli untori
ne fanno una sorta di formula passepartout contenente
demagogia, estremismo e avventurismo. A cui contrappongono il
realismo e le superiori virtù immacolate degli economisti
neoliberisti. Tacciono sempre, giustificano o hanno una fede
granitica -come il gazzettiere E. Scalfari- nel decisionismo
unilateralista dei poteri sovranazionali segreti o auto-eletti.
A tutto questo è sottesa una implicita negazione delle capacità di scelta dei ceti bassi e medi, soprattutto quando esprimono orientamenti critici o divergenti dal percorso a senso unico tracciato dalle elites. Gli antipopulisti da talkshow, non si azzardano ancora a dire a voce alta che le decisioni pubbliche devono spettare solo alle elites economiche. Però poco ci manca, in ogni caso è pretenzioso o “populista” credere il contrario. Per loro non dovrebbero avere diritto di cittadinanza quei movimenti che rivendicano la democrazia partecipativa o che svelano l'essenza autoritaria della nuova oligarchia in via di formazione.
E'
una storia che ha radici lontane, antica quanto la lenta
conformazione istituzionale della nostra vita pubblica repubblicana,
in cui " è possibile mostrare la continuità tra
l’anti-populismo e il pensiero conservatore e antidemocratico".
Per Machiavelli è popolo tutto quel che si contrappone alle elites
e
frena
la concentrazione della ricchezza e del potere. E' quanto
affermano Lorenzo
Del Savio e Matteo Mameli
in uno
stimolante e opportuno
testo che si intitola "Il
populismo è democratico - Machiavelli e gli appetiti delle élite"
(qui).
Lungi
dalle banalità in
voga e
dallo sfoggio di ignoranza illustrata dei media globali, "è
possibile contrapporre ai pericoli che derivano dagli istinti
popolari i pericoli altrettanto seri costituiti dagli abusi, talvolta
persino inconsapevoli e involontari, delle élite".
L’anti-populismo
è
sempre stato uno
strumento delle onnivore
oligarchie proiettate
alla conquista di nuovi privilegi.
“Tutti
coloro che vogliono appellarsi a valori democratici dovrebbero tener
presente che la contrapposizione su cui bisogna concentrarsi non è
quella tra giudizio popolare, con tutti i suoi limiti e le sue
imperfezioni, ed élite illuminate, ma piuttosto quella tra giudizio
popolare ed élite che fanno parte di oligarchie i cui interessi sono
molto spesso lontani da quelli della stragrande maggioranza della
popolazione. È per questo motivo che una rivalutazione del populismo
è importante per la soluzione dei problemi che le democrazie
contemporanee si trovano ad affrontare. Le fonti di tirannia non si
limitano a quelle segnalate da Guicciardini e Madison – ossia le
folle incostanti, ignoranti e malevole – ma includono l’enorme
potere politico che la ricchezza garantisce a una piccola minoranza
di individui”.
Testo
completo di
"Il
populismo è democratico - Machiavelli e gli appetiti delle élite"
qui
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