Master Card e VISA in difficoltà
Il Parlamento di Mosca ha approvato in via definitiva la creazione di un sistema nazionali di pagamenti. La Russia vara una propria carta di credito. E' la risposta alle continue minacce e vie di fatto invocate e praticate dall'occidente. Non è più tempo di bluff, il gioco è serio e diventa duro. Dopo il golpe in Ucraina, il gruppo bancario che sta dietro a Master Card e altre carte di credito, piegò la testa e si unì alle ingiunzioni politiche
della Casa Bianca di sanzioni contro la Russia. Con il blocco delle operazioni delle banche Rossia et SMP, sacrificò il "catechismo globalista" dei liberi flussi dei capitali, per ingraziarsi i falchi di Washington,
Ieri è arrivata la risposta con la messa in campo di una carta di credito russa che segna la perdita del gigantesco mercato della Russia per la Mestar Card, e innesca reazioni a catena -con relative soluzioni operative- che spianano la strada alla fine del petrodollaro.
Master card ha diramato un comunicato in cui mostra una tardiva "... profonda preoccupazione per l'approvazione di modiche alla Legge federale sul sistema nazionale di pagamenti...La Russia cstituisce un mercato d'importanza strategica per noi". Parole che suonano ufficialmente come una campana a morte per l'ideologia liberista de "i mercati" e la doppia morale dei grandi banchieri mondiali, che sono culo-e-camicia con l'amministrazione USA.
Ogni politica ha un prezzo, però oggi sembra che si stiano sparando sui piedi. C'è una capacità di risposta pluridimensionale: si incrementeranno fortemente gli scambi tra Russia, Cina e Iran; non saranno più regolati attraverso il dollaro nè per mezzo delle banche anglosassoni. Si apre la strada ad altri sitemi di riscossione, pagamento e trasferimento di capitali di matrice cinese e russa. Le sanzioni occidentali non possono impedire la morte del petrodollaro, e le "rappresaglie" possibili con l'architettura bancaria non pongono al riparo di scosse telluriche domestiche, vista la prevalente esposizione di capitale occidentali in Russia. L'Europa è più dipendente ed esposta degli USA e deve guardare più in là dell'effimero destino politico dei suoi yesman di Bruxelles.
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