Coriolanis E'
diventata visibile quella parte d'Europa che si sente beffata,
nauseata dalla porta girevole da cui entrano ed escono partiti seriali che coagulano
“governi” sempre devoti della catastrofica dottrina economica
liberista. Incazzati con una nomenklatura che non ottiene
mai risultati positivi e non mantiene alcuna promessa. La
demonizzazione permanente, però, si è inceppata: UE non è più sinonimo
di Europa. Bruxelles è solo la capitale di una entità
sovranazionale modellata da una sparuta
elite. A questi strani specialisti di ingegnerie sociali che
cominciarono a costruire dal tetto -e lì rimangono- non basta più
l'abusato marchio d'infamia “nazista-razzista-antisemita-sessista”
per intimidire la critica. La dissidenza è estesa, concretizzata
in un terzo dei deputati eletti.
Come
spiegare che un nuovo partito, senza un solo deputato nel parlamento
britannico, conquista il 31% di voti (senza dubbio anti-UE)? Come
interpretano che un partito satanizzato diventa un'opzione per il
43% degli operai francesi? I socialisti inglobati alla dogmatica economica liberista -nonostante la radice “sinistra” e l'
“antifascismo”- raggranellano solo l'8% dei salariati di
fabbrica. Il Front National è diventato
la prima forza politica perchè ha ricevuto i
voti di 4 operai su 10 e l'appoggio del 21% dei
maggiori di 60 anni. Sono tutti prede inconsapevoli e inermi della
xenofobia? Come spiegano il successo della formazione spagnola Podemos -che si ispira a Chàvez- al suo debutto elettorale?
Vediamo,
piuttosto, l'indice dei settori subalterni puntato contro il neoliberismo a corrente
alternata di Hollande-Sarkozy e rabbia contro tutti
i loro frutti avvelenati. Smarrimento per l'incalzante
de-industrializzazione e per la liquidazione dello stato sociale. Un senso di
abbandono e vulnerabilità, nel mezzo d'una deriva che de-struttura
valori condivisi ed esalta l'iper-individualismo narcisista. C'è un manifesto
rigetto del modello che ha fatto del nomadismo (“flessibilità”)
del sistema produttivo un dogma fideista a cui sono state piegate
nazioni, classi, ideologie e religioni. E si pretende pure che diventi una
norma definitiva di vita.
L'esodo
dei disperati inseguitori coatti di fabbriche mobili trova apologeti
della migrazione forzata, trasformata in principio umanitario
astratto. I nuovi nomadi, però, devono rimanere dei perenni
semiclandestini, per alimentare la guerra tra poveri che abbatte il
costo del lavoro e innalza il sacro PIL. Questo ecumenismo
umanitarista affratella
banchieri, multinazionali e politici di variata stirpe, che conformano
un feroce fronte dell'ipocrisia. Confinano nell'inframondo della
xenofobia ogni destabilizzatore dello
status quo.
Occidente
o Europa?
La
minoranza accorsa alle urne ha mostrato di situarsi al di là dello
“scetticismo”. Flebile scudo semantico che occulta una montante
consapevolezza, corrosiva per l'avventurismo dei
forgiatori di “integrazione continentale” a colpi di editti e decreti autoritari. La
sovranità sottratta alle nazioni non è stata trasferita a uno
Stato, a una Federazione o Confederazione sovranazionale. E' nelle mani di
un'infima minoranza di ultraricchi e degli apparatchik da essa
selezionati e designati. L'entità-UE appare irrimediabilmente sempre più quel
che veramente è sempre stata: giacobinismo al servizio dell'oligarchia.
E' una protesi
inerte della ragion finanziaria dell'asse Washington-Londra-Tel Aviv.
Che ha imposto una strategia militare e un progetto geopolitico che riduce l'Europa a terza sponda o testa di ponte per la lotta contro la Russia.
A Bruxelles parlano il gergo geopolitico gringo, dicono sempre "occidente" mai Europa. Sono obbligati a guardare con occchiali che focalizzano sempre e solo l'ovest. L'incapacità assoluta di
concepirsi e agire come polo autonomo, trascina contro l'emergente
realtà post-occidentale del BRICS. Il discredito della
nomenklatura è pari all'arrogante disprezzo che dispensano a
mansalva su chi imbocca la via del superamento. . E' un buon momento per agire e neutralizzare pretesi universalismi che si ritengono ineluttabili e senza alternativa.
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