Noi europei degli anni 2000 forse non riusciremo mai a comprendere veramente quello che sta succedendo in America Latina
Renato F. Rallo Evo Morales è stato il primo presidente indio
nel paese sudamericano più devastato dal colonialismo spagnolo. Ha
nazionalizzato tutti gli idrocarburi del suolo boliviano. Ha difeso i
coltivatori di coca, la hoja sagrada, dai paesi cocainomani che
per frenare i propri vizi vorrebbero distruggere le tradizioni altrui.
Ha dato voce ai popoli
indigeni, 62% della popolazione boliviana,
riconoscendo nella nuova Costituzione Plurinazionale il loro diritto
all’autonomia di governo e alla proprietà dei territori. Ha
rappresentato, insieme ai presidenti dei paesi dell’Alba e del Mercosur,
una spina nel fianco del neocolonialismo statunitense, fino a subire
nel 2013 il dirottamento e la perquisizione dell’aereo presidenziale
mentre volava, di ritorno da Mosca, nei cieli d’Europa (s.r.l.).
Evo Morales, capo del partito
‘Movimiento al Socialismo’, ha vinto per la terza volta le elezioni
in Bolivia con più del 60% dei voti. Governerà fino al 2020, e dopo 14
anni al potere probabilmente il popolo gli chiederà di rimanere ancora,
attraverso una modifica della Costituzione che gli permetterebbe di
ricandidarsi.
Evo Morales in Europa sarebbe solo un povero populista.
E’ per questo che noi europei oggi
possiamo solo commuoverci, anche con un pizzico d’invidia, davanti al
risveglio della Patria Grande Latinoamericana.
No hay comentarios:
Publicar un comentario