Generalizzazione in Occidente di regimi
post-costituzionali - Si
introduce ufficialmente l'orwelliano «psicoreato»
Gianfranco Sanguinetti E’ triste, nel nostro tempo, assistere all’avanzare della barbarie nei costumi sociali, così come all’abbrutimento morale degli individui, che non si risparmiano nessuna bassezza : in questo nuovo universo etico, la concorrenza non è più pungolata dall’eccellenza e dall’emulazione, ma
vedi Gianfranco Sanguinetti: De Omnibus Dubitandum Est (qui)
Gianfranco Sanguinetti E’ triste, nel nostro tempo, assistere all’avanzare della barbarie nei costumi sociali, così come all’abbrutimento morale degli individui, che non si risparmiano nessuna bassezza : in questo nuovo universo etico, la concorrenza non è più pungolata dall’eccellenza e dall’emulazione, ma
vedi Gianfranco Sanguinetti: De Omnibus Dubitandum Est (qui)
francais DE L’UTILITE’ DU TERRORISME Considérée par rapport à l’usage qu’on en fait(ici)
al contrario essa mira all’avvilimento e alla denigrazione sistematica degli altri, e non ci si fa più scrupolo nel colpire il proprio bersaglio con la calunnia e l’ingratitudine. Nella stessa maniera della calunnia, la cinica ingratitudine, che colpisce coloro verso i quali ci si sente obbligati, non si limita più soltanto agli altri individui, ma si estende ormai anche alle cose, e infine pure alle parole stesse che designano le cose. Ora, io non pretendo che le parole siano assolte come innocenti, ma invoco per loro un giusto processo prima di condannarle come colpevoli.
Prendiamo il caso della parola «
terrorismo », inventata d’altra parte dai Francesi nel 1793. Se noi la
consideriamo senza pregiudizi, siamo costretti a denunciare oggi un
innegabile paradosso: il terrorismo è calunniato quotidianamente da
tutti i beneficiari della cosa stessa, molto più di quanto non sia
criticato da quelli che lo subiscono ; e in modo ancor più virulento
proprio da quegli stessi che lo finanziano, ne approfittano, lo dirigono
e lo impongono alle popolazioni che ne sono vittime.
Ben ingiustamente,
diciamo noi, perché è grazie al terrorismo che questi demiurghi
governano oggi il mondo, legiferano, torturano, condannano a morte, si
arricchiscono e prosperano estorcendo la licenza più sfrenata nella
direzione del mondo, licenza di cui non potrebbero avvalersi senza di
lui.
E’ altrettanto triste assistere
all’ingratitudine, ovunque essa si manifesti ; ma ancor più desolante è
vederla all’opera quando gli ingrati perseverano sfrontatamente a trarre
benefici così grandi da ciò che calunniano. Per poco che si considerino
le cose con uno spirito di equità ed imparzialità, si dovrà ammettere
che mai il debole Presidente francese, col suo indigente governo,
avrebbe potuto imporre alla Francia tutte le misure anticostituzionali
ed extra-giuridiche che ha potuto adottare grazie all’operazione Charlie
e agli attentati del 13.11 – misure sempre difficili da imporre, ma
reclamate da coloro ai quali Hollande deve obbedire.
Grazie a questo, il
più debole e impopolare governo che mai forse la Francia abbia
conosciuto, può scatenare impunemente delle guerre e fare dei colpi di
Stato all’estero, all’interno instaurare lo stato d’emergenza, cioè la
sospensione delle libertà civili, cosa che costituisce il sogno segreto
della maggior parte dei governi del mondo.
Dobbiamo
constatare che il Presidente francese, così come coloro ai quali è
chiamato a render conto, hanno un debito di riconoscenza infinito verso
il terrorismo, che non cessano di calunniare così ingiustamente come se
fosse l’origine di tutti i mali, allorché, ben al contrario, è la fonte
di tutto il potere eccedentario e straordinario che si sono appena
arrogati contro la società, e ciò senza opposizione.
E’ dunque costernante vedere l’ingratitudine avere l’ardimento di trasformarsi in pura ipocrisia, e l’ipocrisia in potere costituito. Consideriamo ora senza pregiudizi gli altri vantaggi che il terrorismo procura a quelli che ipocritamente lo condannano. Di fronte al terrorismo non c’è più rischio di rivolta nelle periferie francesi, e ciò benché le ragioni di rivolta si siano acutizzate, facendo qui riferimento alle sommosse che dieci anni fa avevano tanto preoccupato i responsabili politici. Ma ci sono altri vantaggi.
Di fronte al terrorismo, la lotta di classe e gli scioperi diventano altrettanti atti d’insubordinazione, che possono esser schiacciati all’istante, senza altre formalità, per così imporre agevolmente una sorta di pace sociale, una pace armata – d’accordo – ma armata da una parte sola.
Grazie al terrorismo si rinchiudono tutti in casa, si può criminalizzare ogni situazione, accusare e condannare arbitrariamente chiunque, perquisire dove si vuole e quando si vuole, case e Internet, si può torturare, ammazzare, obbligare al domicilio coatto, imporre una censura stretta, senza correr rischi di sollevare indignazione, critiche o opposizione.
Grazie al terrorismo lo Stato, e i suoi beneficiari politici, diventano come per magia « buoni » perché, dopo aver sacrificato una piccola porzione della popolazione, possono ergersi a protettori della popolazione restante. Il terrorismo diventa così la pietra filosofale infine trovata che santifica il potere, edifica i politici, sdogana e legittima la protezione mafiosa dei sudditi a cui ogni Stato aspira.
Con la pace sociale acquisita
all’interno grazie al terrorismo, riparte l’economia, così come i
profitti, e si posson fare succulenti affari all’estero, vendendo per
esempio gli aerei Rafale, altrimenti invendibili, ai grandi finanziatori
del terrorismo. Come lo ha proclamato angelicamente e chiaramente il
presidente e direttore generale di Dassault, dopo l’operazione Charlie, «
Gli astri essendo ora piuttosto ben allineati, cercheremo di spingere
il vantaggio per riuscire a firmare un quarto contratto prima della fine
dell’anno » (cfr. : Le Point, 2.6.2015). Ma i vantaggi del terrorismo
per l’economia sono molteplici e non si fermano qui. All’estero, grazie
agli eserciti terroristi creati dal nulla (Boko Haram, Al Qeda, E.I.),
l’Occidente può saccheggiare con lauto profitto i paesi del Terzo Mondo.
Un
filosofo produce idee, un poeta poesie, un prete sermoni, un professore
trattati, etc. Il terrorismo produce attentati. Se si guarda più da
vicino quest’ultima branca della produzione per rapporto all’insieme
della società, ci disferemo di molti pregiudizi. Il terrorismo non
produce solo attentati, ma anche tutta la legislazione antiterrorista, i
giuristi per scrivere le leggi, i giornalisti per intossicare
l’opinione pubblica, i programmi di televisione, i film, i magistrati
specializzati, i poliziotti addestrati nella repressione del terrorismo,
i professori che fanno i corsi all’università e pubblicano gli
inevitabili trattati, gli psicologi di massa, i romanzi sulla
sottomissione, e questi libri, film, etc., sono poi buttati come merci
sul mercato generale. Si produce così un aumento della ricchezza
nazionale.
Il terrorismo produce quindi tutto
l’antiterrorismo, la giustizia criminale, gli sbirri, prigioni, boia,
giurati, e tutta una branca dell’industria e dei servizi di vigilanza e
sicurezza. E tutti questi differenti corpi e mestieri, che costituiscono
altrettante categorie della divisione sociale del lavoro, sviluppano
diverse capacità dello spirito umano, creano nuovi bisogni e nuovi modi
di soddisfarli. Così la tortura ha dato luogo alle invenzioni meccaniche
più feconde, e ha occupato molti onesti artigiani nella produzione di
questi strumenti.
Il terrorismo produce un
effetto talvolta morale, talvolta tragico, a seconda ; così rende
servizio ai sentimenti morali ed estetici del pubblico e della classe
politica, alla quale fornisce sempre l’occasione di scatenarsi contro
qualcosa di più manifestamente immorale di ciò che essa è.
Il terrorismo rompe la monotonia e la sicurezza quotidiana e banale della vita borghese. Impedisce la stagnazione e suscita quella tensione e mobilità inquiete, senza le quali il pungolo della concorrenza si spunterebbe. Stimola così le forze produttive, muove le finanze, elettrizza la Borsa.
Allorché il terrorismo,
quando è praticato su larga scala, elimina una parte eccedente della
popolazione dal mercato del lavoro, diminuendo di conseguenza la
concorrenza fra i lavoratori, impedisce anche allo stesso tempo – quando
fa molti danni e vittime – al salario di scendere sotto il minimo,
mentre la lotta contro il terrorismo assorbe una parte di questa stessa
popolazione, riducendo così la disoccupazione.
In ogni caso il terrorismo, essendo sempre la messa in scena di una guerra civile al fine di evitarla, in confronto a questa risparmia comunque molti morti.
Il
terrorismo non è soltanto utile, ma è anche necessario, come il male.
Sappiamo che quello che chiamiamo il male è il gran principio che fa di
noi degli esseri sociali, che è la base, la vita e il sostegno di tutte
le occupazioni, senza eccezione ; è qui che bisogna cercare la vera
origine di tutte le arti e di tutte le scienze. E, dal momento in cui il
male non esistesse più, la società sarebbe condannata al declino, se
non a perire completamente.
Il terrorismo,
presentandosi così come il male e l’orrore estremo, la quintessenza di
un orrore misterioso, crudele, enigmatico e inspiegabile, che colpisce
ciecamente anche gli innocenti, pretende di concentrare in sé tutto il
male. E, attirando su di sé tutti gli sguardi, ha il vantaggio
straordinario di eclissare tutti gli altri orrori, che pretende così di
cancellare dalla vista, o almeno di rendere accettabili come meno
gravi, incutendo a tutti paura : grazie ad essa diventa facile e «
giustificabile » per ogni governo l’imposizione di leggi eccezionali che
limitano e annullano, per il loro bene, ogni libertà precedentemente
data per acquisita dai cittadini.
Inversamente, gli Stati, che usano il
terrorismo e se ne fanno un paravento, raggiungono in tal modo l’optimum
di libertà per i governanti, mentre la società diventa malleabile e
sottomessa da un nuovo sistema istituzionale formalmente identico, ma in
realtà completamente stravolto e corrotto. Questo corrisponde
all’imposizione e alla generalizzazione in Occidente di regimi
post-costituzionali, nell’indifferenza universale.
Le
motivazioni vere e gli scopi di ogni terrorismo, la sua utilità, si
ritrovano sempre nei suoi risultati. Fra questi, però, non è previsto
che i popoli lo mettano a nudo e si ribellino all’inganno e
all’impostura delle narrazioni ufficiali dei crimini di Stato.
E’
a causa di questo che il primo ministro britannico ha chiesto
ufficialmente, nella 69° assemblea generale dell’ONU il 24.9.1014, che
chi mette in discussione la versione ufficiale degli attentati
dell’11.9. in U.S.A., o di Londra il 7.7., i cosiddetti « estremisti
non violenti », come li ha definiti, siano perseguitati allo stesso
titolo che i terroristi, perché responsabili della « corruzione di
giovani menti » [*1]. Si
introduce così ufficialmente e per la prima volta nella storia il
famigerato orwelliano « psicoreato » (thoughtcrime o crimethink), che
permette allo Stato di arrestare, torturare ed eliminare chiunque metta
in dubbio la sua narrazione dei massacri terroristici.
Per
concludere aggiungerò soltanto che l’utilità del terrorismo per tutti
gli Stati che ne approfittano, lo praticano e lo coprono, appare così
chiaramente da ciò che precede, che non ha bisogno di ulteriore
dimostrazione. Inversamente, come prova a contrario, ci si potrebbe
domandare perché gli Stati fanno così spesso ricorso al terrorismo se
non fosse loro così utile?
Fontehttp://francosenia.blogspot.it
Pubblicato da Mediapart l’8.12.2015 - Traduzione dal francese ) -
[*1] - United Nations General Assembly at the U.N. headquarters in New York September 24, 2014.
No hay comentarios:
Publicar un comentario