miércoles, 3 de enero de 2018

Iran: Diminuiscono le proteste, aumentano i tumulti - Stati Uniti si preparano alla "escalation"


REPLICA della CLASSICA SEQUENZA di DISORDINI INDOTTI dagli USA nei PAESI che NON GRADISCONO - PRESSIONI su Bruxelles per congelare i nuovi contratti firmati con Teheran 
 
Moon of Alabama - Le rivolte e le proteste in Iran sono giunte al sesto giorno. Mentre i media “occidentali” dicono che le proteste stanno crescendo, non ci sono prove a riguardo nei vari video online. Le legittime proteste contro gli aumenti dei prezzi, il fallimento delle banche private ed  il nuovo austero budget neoliberista di Rouhani sono state subito infiltrate dalle bande dei ribelli. Queste sono
ovviamente coordinati dall’estero tramite varie applicazioni internet, segnatamente Telegram ed Instagram:
    Amad News, un canale su Telegram, sembra aver svolto un ruolo fondamentale nell’ondata di proteste. A quanto si dice è gestito da Rohollah Zam, giornalista in esilio, figlio di un ecclesiastico Riformista, che si dice sia fuggito dal paese dopo esser stato accusato di avere legami con agenzie di intelligence straniere…

Il blocco dei canali specifici si è dimostrato insufficiente:
    Il software usato per aggirare i filtri governativi è ancora facilmente scaricabile. E lunedì, come in altri giorni, online e su canali satellitari esteri in lingua persiana ci sono stati incitazioni alla protesta.
Il blocco delle applicazioni internet è stato revocato oggi.

Le originali proteste sulle questioni economiche sembrano essersi placate dopo che Rouhani ha confermato il diritto a protestare, ammesso problemi economici e promesso di affrontarli. In effetti ci sono solo pochi nuovi video di autentiche marce, ma una valanga su disordini, incendi e conflitti con le forze di polizia. Si tratta al massimo di poche centinaia di persone.

Le contro dimostrazioni , che esprimono lealtà per la repubblica (non riportate nei media “occidentali”), sono di dimensioni maggiori rispetto alle proteste anti-governative. Dal 28 dicembre si sono verificate proteste e rivolte in un totale di 66 città, ma solo in 30 circa hanno avuto luogo ogni notte. Ciò potrebbe indicare una pianificazione dietro gli eventi. Un cambio quotidiano di luoghi potrebbe essere inteso a prevenire l’organizzarsi della polizia.

I gruppi di rivoltosi hanno dimensioni comprese tra 30 ed persone, con alcuni passanti che si aggirano attorno. Sembrano seguire una strategia flash mob, apparendo qua e là per poi sparire di nuovo quando la polizia si presenta in forze. In alcune città i rivoltosi hanno attaccato stazioni di polizia , postazioni militari e addirittura hanno rubato camion dei pompieri. Alcuni di loro stanno evidentemente cercando di mettere le mani su delle armi.

Complessivamente, sembrano essere coinvolte solo poche migliaia di persone, in prevalenza giovani maschi. Migliaia di persone protestano  in Israele ogni settimana contro la corruzione di Netanyahu. Alla vigilia di Capodanno, più di 1.000 auto  in Francia sono state incendiate. Nulla di tutto ciò ha fatto notizia, ma alcune dozzine di rivolte in Iran vengono fatte oassare per una “rivoluzione”.

Il numero totale di morti delle “proteste pacifiche” è ora di circa 21 (al mio conteggio), almeno cinque poliziotti uccisi dai “manifestanti” e due civili investiti ed uccisi dai rivoltosi alla guida di un camion dei pompieri rubato. Sei ribelli sono stati uccisi quando hanno tentato di attaccare una stazione di polizia nella città di Qahderijan. Il governatore ha sostenuto che gli aggressori fossero armati di fucili.

La stessa falsificazione di immagini di grandi manifestazioni e “prove” di brutalità del governo che abbiamo visto oer guerra in Siria, si sta verificando ora con l’Iran. Video di manifestazioni fatte in Argentina Bahrain vengono usati per millantare grandi manifestazioni in Persia. Un tweet con il video dal Bahrain di un “giornalista” che affermava di essere stato in Iran ha ricevuto più di 17.000 re-tweet. Video dalla Spagna o anche scene di film sono intesi a mostrare la violenza della polizia iraniana. Un video di un uomo sdraiato sulla schiena e ricevente cure in un caso si afferma che dimostri che è stato colpito dalla polizia , in un altro che l’uomo abbia avuto un arresto cardiaco dopo che la polizia ha usato un taser su di lui. Non ci sono segni di ferite od altri traumi. Il tizio probabilmente è appena svenuto.

Il gruppo terroristico MEK (NCRI, MKO) ha fatto trapelare falsi documenti su un presunto incontro di governo che, a suo dire, mostra che c’è panico per le proteste. Secondo quanto riportato, il governo teme il leader del MEK, Marjam Rajavi. Il MEK ha pagato ingenti somme per ottenere supporto da vari politici, incluso McCain a Washington. Durante la guerra tra Iraq e Iran, ha combattuto dalla parte irachena. Dopo l’invasione americana dell’Iraq, il MEK è stato messo in campi speciali sotto il controllo degli Stati Uniti.

Secondo un articolo di Seymour Hersh del 2012, i militari statunitensi hanno addestrato combattenti MEK negli USA in tecniche di sabotaggio ed insurrezione. Questa gente è profondamente odiata in Iran, ma non temuta. Il loro impegno iniziale nelle “proteste” tramite il loro sito web e le loro operazioni di propaganda in Iran potrebbero indicare un ruolo più profondo nelle rivolte.

I soliti neocon nei media americani stanno discutendo se dare “più aiuto” al “popolo iraniano”. L’aiuto che vogliono offrire è inteso a peggiorarne la situazione economica.

In precedenza ho sostenuto che il più ampio piano degli istigatori di queste rivolte non mira a vincere un violento conflitto di “regime change”, ma a provocare una reazione da parte del governo iraniano, che potrà poi essere usata per pressare, soprattutto gli europei, ad isolare di nuovo l’Iran. Questo piano è ora confermato da un editoriale del Washington Post. Michael Singh della lobby sionista a Washington scrive:

    Se il regime ricorre comunque alla violenza, la risposta internazionale dovrebbe concentrarsi sull’isolamento diplomatico. Gli stati europei ed asiatici dovrebbero ridurre i propri rapporti diplomatici con l’Iran e ridurne la partecipazione ai forum internazionali. Anche le sanzioni potrebbero avere un ruolo…

Non sorprende che gli editori neocon del WaPo  siano perfettamente in sintonia con la suddetta lobby:
    I leader europei, che sono stati molto più cauti, dovrebbero intervenire… Domenica [il presidente Rouhani] ha riconosciuto che i risentimenti dei manifestanti erano legittimi ed ha nominalmente accettato il loro diritto a protestare. L’amministrazione Trump ed altri governi occidentali dovrebbero fargli mantenere la parola usando la diplomazia e la minaccia di sanzioni in caso di ulteriori spargimenti di sangue.

Le rivolte al livello attuale non compromettono in alcun modo la repubblica iraniana. Dovessero alcuni rivoltosi acquistare armi, l’intensità potrebbe cambiare un po’. Ma a meno che non ricevano sostegno materiale e personale dall’esterno, come in Siria, la situazione si calmerà presto. Il popolo iraniano è contrario a tale violenza ed il governo deve ancora utilizzare le sue molteplici capacità.

Avevo documentato in precedenti articoli che l’amministrazione Trump, in stretta collaborazione con Israele, aveva preparato da tempo l’intensificazione di un conflitto con l’Iran. Sei mesi fa la CIA aveva istituito un ufficio speciale con alla guida un anti-iraniano di alto livello. Il mese scorso Trump ha nominato un altro falco per guidare la sezione mediorientale del Dipartimento di Stato.

Dal momento che il popolo iraniano è riuscito a fare un “cambio di regime” nel ’79, Stati Uniti e Gran Bretagna da allora se la sono legata al dito. L’ostilità ha avuto i suoi alti e bassi, ma non se n’è mai andata. Sotto Trump vedremo un rapido aumento delle azioni ostili. L’amministrazione ha appena chiesto una sessione ONU di emergenza sulla situazione.

Una mossa ridicola se si considera la quantità di morti quotidiane che America ed alleati causano in Yemen, Siria e Palestina. Ma l’operazione che si svolge ora è probabilmente solo una piccola parte di una più ampia strategia anti-Iran che deve ancora diventare visibile.



Update (Jan 3, 01:00am EST)
Ho appena controllato varie risorse Internet per due ore per trovare nuovi video di proteste / rivolte del 2 o 3 gennaio. Ce n’erano solo una manciata e nessuno di loro era notevole. Alcuni brevi spezzoni di urla di piccole folle e manganellate con la polizia antisommossa. Le proteste e le rivolte stanno ovviamente morendo.
Questa mappa map di HRA_news a Human Rights Activists News Agency (HRANA). Dice “There were protests in at least 11 cities in #Iran on the sixth day”.

fonte  qui e qui

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