miércoles, 18 de agosto de 2010

Italia: Cossiga, gladiatore amerikano

T.P.
Non è più tra di noi un soldato dell’Occidente, milite della prima ora nella trincea coperta della Gladio. E’ rimasto sempre “dietro le linee”, come forgiatore di uno Stato a sovranità limitata, costola e gemello siamese degli Stati Uniti d’America.

Feroce leone ferito che –dall’ombra di Gladio- ha assestato colpi duri, quasi sempre proibiti, affinchè si imponesse il “paese portaerei” proteso nel Mediterraneo, ma con museruola ed occhi bendati. Da Roma, l’amerikano di Sardegna guardava con pupilla di pietra sempre e solo verso Washington e il Pentagono. Oggetti della sua fedeltà prioritaria ed assorbente.

Si porta nella tomba segreti primari e vitali per la nazione italiana, che ha sempre saputo celare con arguzia di guitto e gestualità istrioniche. A voce alta ammise che “praticamente” condannò a morte Aldo Moro, sfoggiando la maschera rigorosa di rigoroso “servitore dello Stato”. Quale? Quello di adozione spirituale o quello di nascita?

Rimane un mistero come quello stesso rigore intransigente non venne usato durante il sequestro di un oscuro dirigente campano della DC, tal Cirillo. Due pesi e due misure: pollice verso per lo statista Aldo Moro –patrimonio del suo partito e d’Italia- trattativa con le BR per il centurione Cirillo.

All’amerikano, gran maestro della lotta irregolare, depistaggio, bluff, abile tessitore di cortine fumogene, è riuscito di proteggere e portarsi con sè tanti “segreti della repubblica”. Scompare il più giovane presidente repubblicano, ragguardevole ministro degli interni, non un grande statista

6 comentarios:

Attilio dijo...

Complimenti. Descrizione perfetta di un persobaggio sottoposto anima e corpo agli interessi stranieri

Anónimo dijo...

Io scriverei "Kossiga, gladiatore americano"

Anónimo dijo...

Ho trovato anche un bel necrologio:

http://www.ilmortodelmese.com/2010/08/francesco-cossiga-1928-2010.html

:-)

Anónimo dijo...

Ripubblichiamo il testo dell’agghiacciante intervista che Francesco Cossiga ha rilasciato ad alcuni quotidiani nazionali. Cossiga come ministro degli Interni negli anni 1976-'78 guidò la spietata repressione del movimento, e la sua azione in questo periodo è stata legata, in circostanze avvolte da un impenetrabile muro di omertà, ad alcuni dei fatti più tragici e oscuri della storia recente della Repubblica: Gladio, la P2, l'omicidio di Giorgiana Masi.

Intervista di Andrea Cangini, Quotidiano Nazionale (Il Giorno /Resto del Carlino/La Nazione), 23 ottobre 2008

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d’essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico Pci ma l’evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?

«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio».

Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E’ dunque possibile che la storia si ripeta?

«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com’era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c’è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

Anónimo dijo...

Vi do' un link ad un file interessante contenente un'agghiacciante intervista a Cossiga, rilasciata al Resto del Carlino. Mi piacerebbe che voi la pubblicaste integralmente.

http://depositfiles.com/en/rmv/6672451793385044

Anónimo dijo...

Chiedo scusa il link era sbagliato. Questo e' quello giusto:

http://depositfiles.com/files/683n49dk7

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