viernes, 10 de agosto de 2018

GIORNALISTI RIVENDICANO ATTENTATO ANTI-MADURO IN 2 TV di MIAMI

PERCHE' I MEDIA FANNO DEPISTAGGIO? PERCHE' AGISCONO COME GUARDASPALLE MEDIATICI?


Cinque giorni addietro, non andava a segno l'operazione terrorista con due droni imbottiti d'esplosivo diretti contro il palco dove si trovava il presidente venezuelano Maduro. Era accompagnato dalle piú alte autoritá del potere politico, militare, giudiziario, nonché da rappresentanti diplomatici stranieri. Tutti loro erano obettivi e vittime sacrificali di una azione stragista, neutrallizzata dal servizio di sicurezza. 

Mentre Russia Today é la prima a fornire informazioni rivelatesi poi corrette, il consorzio mediatico bi-continentale
"occidentale" -America ed Europa- diffuse all'unisono marchiani depistaggi, scetticismo, minimizzazzione sulla sequenza reale l'accaduto. Ridicolizzando, ovviamente, la versione ufficile. Il mainstream compatto suggeriva che in fondo si trattava di "auto-attentato" del solito dittatore tropicale. Perché? Il New York Time, The Guardian, CBS et similia non parlavano di attentato fallito, quindi non fu tal cosa. Punto.

Applicavano il consueto "piano B": fare contenzione e limitare i danni quando qualcosa va storto o non si realizza l'evento auspicato. Per intendersi, quel che avrebbe dato luogo a panegirici e brindisi. Il format "un dittatore in meno!", o gran pacche sulle spalle "diritto-umaniste: "giustizia é fatta!"

Peró...solo poche ore dopo l'esecrabile gesto terrorista, da un canale di televisione di Miami (Florida, USA), la presentatrice Patrizia Poleo legge un comunicato (QUI) di rivendicazione dell'attentato contro il presidente venezuelano. Specifica che proviene da fonte totalmente credibile, interna al gruppo terrorista, con cui dice di essere in contatto e condividerne metodi e finalitá eversive. 

Con il suo scoop, la giornalista Poleo spiazza tutti. Recide di netto l'ipocrisia del mainstream, e conferma le accuse di Caracas contro la rete terrorista supportata dall'asse Bogotá-Washington. Mette in serio imbarazzo anche John Bolton, consigliere superfalco di Trump che aveva proclamato l'assoluta estraneitá al fallito attentato. Ma non lo condannava.

Da un altro canale televisivo di Miami, arriva un'altra testimonianza rivelatrice (qui) durante il programma di Jaime Bayley, "giornalista" di origine peruviana sposato al radicalismo suprematista bianco, utilizzato come "condizionatore psicologico" nelle psy-ops. Tra altre cose raccapriccianti, con posa eroica puntó l'indice accusatore e minacció un presidente costituzionale: "Qualsiasi sforzo per eliminarti lo applaudiró".

Dalla terra "antiterrorista" per antonomasia, é una solare evidenza che si puó fare l'apologia ed aizzare al terrorismo, purché sia contro una nazione invisa agli USA. Si puó, anche in diretta, e da uno studio televisivo. 

Non é tutto. A mettere a nudo l'occultamento e la distorsione della realtá, che é il pane quotidiano dei padroni della comunicazione dei due mondi, non bastan piú i depistaggi abituali. Che fare quando un terrorista chiama l'agenzia Reuters e svuota il sacco? 

Salvatore Lucchese, un funzionario di polizia fuggitivo e ricercato, proclama urbi et orbi di partecipare attivamente alla rete terrorista. Esplicita che é molto vicino all'ex presidente colombiano Uribe (meglio conosciuto come narco 82 nella lista della DEA). L'intervista al Lucchese avviene in Colombia, dove era tra gli invitati alla cerimonia del giuramento del nuovo presidente Ivan Duque. 

Sia da Miami che da Bogotá arriva la conferma di quanto denunciato dal governo di Caracas: si tratta di un nucleo terrorista, il mandante é il presidente colombiano uscente, con regia dell'asse Bogotá-Washington.

Farneticazioni populiste? Difficile sostenerlo alla luce di queste confessioni pubbliche e spontanee, o riascoltando i vaticini obliqui e intimidatori dei mandanti intellettuali non troppo "occulti". Troppo simili a messaggi mafiosi (QUI). Analoghi agli alibi da loro forniti post-festum. "Ero impegnato in cose piú importanti, mi trovavo al battesimo di un nipotino" dice -come Don Vito Corleone- il vendicativo oligarca "dron" Juan Manuel Santos. 

Un semplice esercizio di immaginazione: e se i droni fossero esplosi contro autoritá "occidentali"? Avrebbero reagito allo stesso modo i media? E i politici non avrebbero inviato nessun messaggio di solidarietá alle mancate vittime? 
L'ossessiva connivenza denota che forse tutti i terrorismi sono un male, peró su quelli che colpiscono i nemici si puó chiudere un occhio e mezzo.



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