martes, 28 de agosto de 2018

MIGRAZIONI: OCCIDENTE TRA DESTABILIZZAZIONI E GUERRA TRA POVERI


Coriolanis - Stucchevole e vacuo il chiacchiericcio sui processi migratori indotti, comunque pilotati centralmente sulla penisola italiana. Un dramma ridotto a tormentone manicheo di fine estate. Pretestuosi scampoli di precampagna elettorale. Banalizzazione drammatizzata, resa possibile perché sono messi al bando o autocensurati due dati fondamentali.

Rimane incognito il fattore NATO e le guerre approvate -o no- dal Parlamento, ma sempre cofinanziate dai successivi governi romani, dall'11 settembre in poi. Soprattutto quell'autolesionista coinvolgimento nella ricolonizzazione della Libia, e nella demolizione semicontrollata della nazione-Siria. Con la passivitá verso tutte le spedizioni africane a sud del Sahara, ad opera della Francia "rotchildizzata" dei Sarkozy, Hollande e Macron.

I governi di Roma pagano lo scotto per aver agevolato tutte  le avventure "antiterroriste" occidentali, e per le destabilizzazioni denominate "primavere arabe" prefabbricate nella dirimpettaia nord-Africa. E pagano baiocchi aurei per lo scriteriato espansionismo finalizzato all'assimilazione dell'Ucraina al brand di Bruxelles. Dicasi embargo parziale alla Russia.

La fuga massiva, indotta o pilotata, é funzionale alla creazione dell'esercito industriale di riserva. L'abbondanza di braccia a prezzo irrisorio genera la guerra tra poveri, ma é una manna per "imprese", "i mercati" e sembra anche per "la europa che sempre ci chiede". Oppure il crollo del prezzo del lavoro é una benevolenza fatale del dio globalista? Come una grazia per disporre pienamente nell'area produttiva dei nuovi schiavi, poi restituiti all'illegalitá e scaricati alle cure della "societá civile" e/o dello Stato. Le odi umanitarie dello Stato del Vaticano, Caritas e ONG prezzolate, sono pura quintessenza dell'iprocrisia. Attori diventati incapaci di edulcorare la loro connivenza basata sull'adesione entusiasta al globalismo.

Chi ha perduto il lavoro, sindacato, partito, parrocchia, scolarizzazione, famiglia, grado di salute, reagisce per la propria conservazione, per l'auto-riproduzione nell'immediato fututo. La modernitá globalista si rivela sempre piú come subordinazione totale al feticcio, inteso come sudditanza corporativa al tribalismo finanziario, cioé ai padroni dei valori fittizi.

Quando scompare la compassione e la pietas, si pretende che sia delitto persino indicare responsabilitá per il crollo di un ponte nella cittá di Genova. Piú importanti delle vittime é la salute de "i mercati", e guai a chi accenna all'urgenza di prendere qualche decisione relativa alle privatizzazioni o simil-tali. Guai a chi accenna ai diritti degli utenti, cittadini, consumatori o quelli ambientali. Sicuramente "terrorista" é chi insiste sull'equitá, equilibrio e coesione sociale come valori prevalenti, piú elevati della palude del darwinismo sociale neoliberista.

Quanti italiani sono emigrati tra il 1918 e il 1960? Due milioni in Brasile, due milioni in Argentina, un milione negli Stati Uniti e Canada, ma anche in Australia, Paraguay e altrove. Quanti in Germania e Belgio? Molti in Venezuela, dove i pionieri furono "carbonari" dell'isola d'Elba o patrioti costretti ad espatriare come cospiratori del Risorgimento. Sbarcarono dopo accordi binazionali con il governo italiano, ad alcuni vennero assegnate terre da coltivare e relativo obbligo di residenza, altri cominciarono immediatamente a lavorare per restituire il costo del viaggio alle famiglie rimaste in Italia.

In nessun luogo ricevettero sussidi, non come un diritto, mai per non lavorare. Arrivarono in societá in ascesa, di radice cristiana, con competenze nei mestieri e nelle coltivazioni. Con il tempo trovarono spazio, fecero matrimoni misti e figli, si inserirono. Pochissimi fecero fortuna, alcuni divennero capitalisti, tutti gli altri poterono vivere con maggior agio. Non senza conoscere attriti ed asprezze, poiché le identitá esistono, confliggono e alla fine coesistono. Mai con fuorvianti sensi di colpa. 

La "integrazione" bucolica e gioiosa é solo menzogna della merce United Colors of Benetton, o cascame ideologico caro ai rinnegati e corrotti. Perché Soros non predica negli Stati Uniti la sua "open migrations"? Invece, ha il portafoglio e la bocca ben cucita sui bambini latinos separati con la forza dai genitori e rinchiusi in appositi lager -impresa privata!- lungo la frontiera con il Messico.

La nuova eugenetica delle "fusioni etniche" e "ri-popolamento" salvifico -ossia desertificare e concentrare- é pensabile solo dentro la sfera crudele del lavoro forzato. Le ricette predicate per la plebe, le elite si guardan bene di applicarle al loro interno. Pertanto tutto si riduce a miraggio onirico degli adepti e credenti nel neoliberismo. Diceva il pugilista Mohamed Alí "l'aquila e la rondine hanno entrambi due ali e due zampe, eppure non sono uguali".








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