jueves, 20 de junio de 2019

LA pazienza, una qualita' venezuelana


RESISTENZA COLLETTIVA
EROISMO di MASSA

Hector Rodriguez Castro Pazienza e tempo sono i due guerrieri piu' potenti, scrisse il romaniere russo Lev Tolstoi, e questi due guerrieri fanno parte di quessto straordinario esercito che e' il Venezuela. Perche' qui quando parliamo di guerrieri non ci riferiamo solo al popolo in armi, ma a tutti noi, donne e uomini, bambini e adulti, delle citta' e della campagna, a tutti quelli che amano questa patria e andiamo ogni giorno nelle piazze a lottare, studiare, lavorare per le nostre famiglie e per il nostro paese.


Siamo i negri che ci trasfosformammo in “libertos” quando fuggimmo, siamo i
bianchi “criollos” che ci battemmo contro l'esercito coloniale; siamo gli indigeni che non ci lasciamo sottomettere dalla cultura forestiera; siamo i meticci, zambos e mulatti. I “pardos” che formiamo la gran maggioranza degli abitanti di questa nazione tropicale e che ci caratterizziamo -tra molte cose- per avere tanta pazienza.

Siamo tanto pazienti che negli ultimi 20 anni hanno tentato di sconfiggerci, di piegarci usando ininterrottamente, una dopo l'altra, molte di quelle strategie di guerra che hanno distrutto societa' e nazioni nei quattro angoli del pianeta. Tentarono di asfissiarci con i metodi delle cosiddette rivoluzioni colorate, trapiantate -dall'anno 2000- all'interno di alcuni paesi situati dietro quella che fu la cortina di ferro in Europa orientale. Tutte queste “rivoluzioni” hanno caratteristiche comuni: iniziano con proteste gestite dal alcune organizzazioni non-governative (ONG) e movimenti di studenti, e ricevono gli aiuti che apertamente “difendono l democrazia e la liberta'” in Occidente. E ricevono anche un decisivo appoggio economico.

Possiamo elencare: quella delle Rose in Georgia nel 2003; quella Arancione in Ucraina nel 2004; quella dei Tulipani nel Kirghsistan nel 2005; quella del Cedro nel Libano nel 2005; quella dei Gelsomini in Tunisia nel 2010. In pochi mesi, massimo tre o quattro mesi, in ognuno di questi episodi riuscirono sommuovere la fiducia e l'unione di questi popoli, riuscendo a far scontrare fratelli contro fratelli. Per ottenerlo, sfruttarono caratteristitiche peculiari dovute a una lunga storia di conflitti, odio senza perdono, violenza razziale e persino sessuali.


In Venezuela, le sedicenti organizzazioni non-governative (ONG), furono delle “facciate” usate come copertura per far arrivare soldi che finanziarono -e finanziano tuttora- la violenza, far ricorso ai media, spingere le comunita' a commettere azioni, persino fasciste. Dalle loro trincee parlarono di orde, poi di circoli bolivariani, infine di collettivi. Attaccarono i servizi, incanaglirono contro la condizione femminile, facendo sparire le tovagliette sanitarie necessarie per i loro cicli mestruali. Poi fu la volta dei bambini, privandoli del latte e medicinali.

La guerra di logoramento comincio' nel 2001 con l'obiettivo principale del nostro piu' alto dirigente Hugo Chavez, con il proposito manifesto di imporci di seguirlo o che ci arrendessimo. Eppure, nonostante la sua scomparsa fisica, la nostra resistenza continua perche' seguiamo il suo esempio. 

Quattro anni fa si moltiplicarono le eggressioni al governo: quotidianamente lanciano accuse di corruzione, inefficienzae illegalita'. Pero' qui, quasi nessuno -con l'eccezione di quelli caduti sotto il controllo della paura, l'odio e l'egoismo- e' capace di alazare le mani contro i suoi fratelli. Nessun stratagemma del colore che sia, nessuna pressione economica e' riuscito a farci perdere la calma, nessuno e' riuscio a sconfiggere la nostra pazienza o debilitare la nostra resistenza.

Il tempo, questa todopoderoso che affronta Bolivar sul Monte Sacro (1), in quella specie di delirio dove il Libertador si riconosce come un semplice e umile mortale, si completa con la nostra pazienza e senza disperarci conserviamo la determinazione, utilizzando il dio Cronos come un alleato per spezzare l'impazienza del nemico.


Aspettiamo con speranza,sereni, perche' sono piu' di cinque secoli che resistiamo alla violenza colonialista, dapprima degli europei e poi degli Stati Uniti. Qualsiasi sacrificio è valido quando si sta costruendo le condizioni per riuscire a ottenere -come popolo- la maggior somma di felicita' possibile.

La pazienza, l'umorismo corrosivo ma allegro e la filosofia di estrarre in ogni circostanza -anche quelle piu' drammatiche- degli insegnamenti per vivere, vale a dire la resilienza, spiegano perche' abbiamo resistito tanto, nel laboratorio sociale piu' grande del mondo. Molto di piu' di qualche leader, si e' in presenza di un popolo deciso a essere libero, a vivere in pace ed essere veramente felici. Questo siamo e queste sono le ragioni del nostro trionfo.

Fonte qui
Traduzione SELVAS
Note del traduttore
(1)Nel secolo XVI, XVIe siècle, il commercio egli schiavi da esportare nelle Americhe, ha il suo inizio ufficiale, ma anche la resistenza a gesta cosi' abiette. Il trattamento disumano subito, è la causa di numerose ribellioni contro la brutale dinamica economica e sociale a cui sono stati sottomessi. La fuga verso le montagne era uno dei mezzi per liberarsi dal flagello schiavista. I fuggiaschi formarono dei villaggi in localita' nascoste. I Bianchi li chiamavano “cimarrones”, la stessa parola con cui designavano il bestiame selvatico o quello che si disperdeva nei pascoli. In Venezuela, questi villaggi di fuggitivi africani sono conosciuti come “cumbes” o”rocelas”. 

(2) Il termine “zambo” designava i meticci originati tra afro-americani o amerindiani nell'America iberica.

(3) “Pardo”, a volte detti “tri-razziali” è un antico termine delle colonie spagnole d'America che designa i discendenti degli schiavi africani mischiati con europei e indios, che formano un popolo che non e' ne' meticcio e neppure mulatto.
parfois aussi appelé "tri-racial", est un ancien terme des colonies espagnoles d' Amérique qui désigne, compte tenu du métissage, les descendants d'esclaves africains qui se sont mélangés à des Européens et à des Indiens pour former un peuple qui n'était ni métis ni mulâtre.


(4)  Il giuramento del Monte Sacro (Il Discorso della Montagna) e' una promessa fatta dal Libertador Simon Bolivar, il cui obiettivo personale era generare le forze necessarie per raggiungere l'indipendenza delle Americhe “spagnole”. Bolivar visito' Roma il15 agosto 1805, in Italia.

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