Il Presidente Correa accusa il governo di Uribe di aver bombardato deliberatamente un accampamento mobile della FARC, situado 10 chilometri all'interno del territorio dell'Ecuador.
Correa ha detto che si è trattato del più grave atto di provocazione portato a termine contro il suo Paese.
Successivamente, elicotteri colombiani hanno sbarcato soldati che hanno dato il colpo di grazia ai guerriglieri sorpresi nel sonno, e che non indossavano nemmeno l'uniforme.
Gli elicotteri si sono portati via il cadavere del capo guerrigliero Raul Reyes, abbandonando i cadaveri di altri 17 guerriglieri, vari colpiti da proiettili alle spalle.
Il Presidente Correa, ha deciso l'espulsione dell'ambasciatore della Colombia, ha richiamato il proprio ambasciatore a Bogotà, ed ha deciso la mobilitazione di truppe verso la frontiera.
L'Ecuador respinge con forza la giustificazione fornita dal ministro degli esteri della Colombia: non esiste la "legittima difesa", è violazione al diritto internazionale, e alla sovranità nazionale.
Correa ha detto che sono inaccettabili le "scuse" di Uribe,e lo ha trattato come un bugiardo, e ledaer inattendibile.
L'Ecuador ha chiesto la convocazione urgente dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA)e dei Paesi del Mercosur, una condanna regionale alle arbitrarietà del governo Uribe e alla sua pretesa di sacrificare i diritti nazionali in nome dell'"anti-terrorismo" o della lotta "anti-droga".
La Colombia non può pretendere di esportare solo i suoi problemi interni e pretendere che si adottino le sue soluzioni fallimentari.
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