Caritas/Dossier
Attualmente nel Comune di Roma la presenza dei cittadini latinoamericani è di 30.931 (12,3% del totale dei cittadini stranieri residenti) ed è caratterizzata della preminenza della componente femminile: 19.662 (il 63,6% del totale dei cittadini latinoamericani), soprattutto della comunità peruviana, che su un totale di 10.747 soggiornanti conta 6.880 donne, il 64% del totale.
Seguono la comunità ecuadoriana con 6.190 residenti: il 64,7% sono donne e quella brasiliana con 3.534 di cui 2.399 donne. Ancora a seguire le comunità colombiana, argentina, messicana, cubana, dominicana, venezuelana e cilena.
In generale si può affermare che le donne latinoamericane sono sempre al di sopra del 60% della media all’interno delle comunità di appartenenza, con alcune percentuali che vanno al di sopra del 72% come le donne dell’Honduras, Repubblica Dominicana, Cuba, Bolivia, El Salvador, Paraguay. Lavoro e formazione
Dal punto di vista del lavoro le donne latinoamericane si inseriscono con sorprendente facilità nei lavori di cura. In questi anni abbiamo visto donne che iniziano a lavorare a tempo pieno con più di 40 ore settimanali, presso una famiglia o una persona sola e che dopo aver pagato il debito della migrazione iniziano il percorso del ricongiungimento familiare.
Per le donne latinoamericane, è importante avere i propri figli con sé, questo in parte perché gia nei loro paesi erano vedove, separate o divorziate e hanno dovuto lasciare i figli a parenti o amici. Questa nuova situazione, quella di avere tutta la famiglia insieme, comporta dei cambiamenti che coinvolgono la vita lavorativa e non solo verso una maggiore stabilizzazione.
In questi ultimi 10 anni le attività lavorative delle donne si sono molto diversificate. Molte hanno ripreso i loro studi nelle università statali e private. Nell’ambito della formazione professionale, le donne latinoamericane frequentano corsi di diversi livello.Le associazioni
Le organizzazioni
Le donne di Santo Domingo si riuniscono una volta al mese nella Chiesa San Marello in Via del Corso. Le donne del Paraguay si organizzano in eventi come feste e situazioni di reciproco aiuto. L’associazione “Il Quetzal” aggrega le donne del Guatemala che realizzano attività educativo-culturali con i bambini.
L’associazione delle donne del Nicaragua è nata nel ‘98 ed è composta maggiormente da donne che lavorano presso le famiglie nell’assistenza all’infanzia a agli anziani.
Le donne del Salvador si organizzano in comunità soprattutto per progetti di solidarietà. L’associazione Italia viva nata nel ‘99 svolge le sue attività nell’ambito della promozione della cultura e dei costumi latinoamericani.
Le donne latinoamericane frequentano anche associazioni religiose miste tra uomini e donne (dove le donne, però sono la maggioranza) come “Tra noi”, presso la parrocchia Madonna della Luce.
E ancora, Donne Straniere Insieme, nata nel ‘90 è un associazione mista che coinvolge donne a maggiorana latinoamericane. L’associazione “No.Di” nata nel 97’ coinvolge donne dell Brasile, Cile, Colombia, Nicaragua e Perù. Offre a livello di volontariato un servizio di consulenza legale per le donne immigrate in generale. Consulenza psicologica per appuntamento e servizio sociale in collegamento con i servizi pubblici.
La seconda generazione
La seconda generazione delle donne immigrate a Roma è costituita da ragazze che sono arrivate in tre momenti differenti. Quelle molto piccole, di 2 o 3 anni arrivate in genere per ricongiungimento familiare, le quali hanno fatto quasi tutti gli studi in Italia, se la loro famiglia è rimasta unita.
Sono ragazze che nel periodo dell’adolescenza affrontano grossi problemi di identità culturale, con un piede nella cultura di origine e l’altro in quella italiana. Molte ragazze frequentano ora l’università e la contraddizione più grossa con la società italiana è il fatto di non avere la cittadinanza italiana come la maggior parte dei loro compagni di studio.
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